raccontarsi

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3 novembre 2021

Quando ero piccola la maestre andavano da mia madre e le dicevano che nonostante i miei pessimi voti a scuola, avevo un ottima capacità espressiva. Per andare alle elementari avevo un vocabolario molto più vasto e forbito rispetto a quello di qualsiasi altro mio coetaneo.
A me piaceva sapere di essere ascoltata e soprattutto vista.
Ho sempre sentito l'esigenza di dovermi raccontare; di farmi sentire...ecco perché è nato questo blog ed ecco perché è nato anche eliseadisagio. Non è solo un profilo privato.
Il punto per cui ho preso una pausa, è stato perché nel blog raccontavo me stessa e in questo tempo, ho preso una pausa anche da me stessa.
Mi è successo molto.
Sento tutt'ora l'esigenza di raccontarmi, di scrivere, di leggere, di riprendere quello che mi piace e spero di riuscire a farlo.
Ricordo che da piccola, fui l' ultima della classe a imparare a leggere e soprattutto scrivere. Per me fu una vittoria immensa. Attraverso le parole ho sempre cercato libertà.
Il nonno di r, mi chiama "radiolina" perché dice che inizio a parlare e non la smetto più ahaha e ha ragione cavolo perché se potessi io mi farei ascoltare per ore.
In classe questo è stato un problema. Mi rendo conto che certe volte posso sembrare presuntuosa e il mio entusiasmo può prendere il sopravvento, ma non è mai fatto con cattiveria.
Sto elaborando tanto.
Sto elaborando le violenze subite.
Sto elaborando gli abbandoni.
Sto elaborando i cambiamenti del mio corpo e della mia vita.
Ma sto elaborando anche cose belle come il trasferimento di r.
Effettivamente, niente è come mi sarei mai immaginata.
Non è una frase fatta, effettivamente mai mi sarei aspettata di vivere quello che sto vivendo.

Raccontarsi...tutti dovrebbero raccontarsi. La nostra storia ce la portiamo sulla pelle. Nel corpo. Nelle cellule, in ogni microscopica parte di noi; tutto quello che ci circonda si attacca a noi e non ci abbandona mai.
Quello che viviamo lo trasmettiamo al resto del mondo e ai nostri figli rendendoci immortali.
Certe volte, vorrei con un tocco trasmettere la mia vita al mondo così che il mondo, possa capirmi.
Mi sento spesso incompresa. O sola. Ecco perché per me parlare è così importante.
Ho raccontato tanto di me. Pezzi della mia vita nella speranza che certe cose possano giustificarmi o aiutare a comprendermi.
Mi hanno fatto tanto male e a mia volta ne ho fatto...
Lo vedo negli occhi di mia madre. Il dolore più grande che sia mai riuscito a causare è rinchiuso dentro di lei e si accumula sempre di più. I suoi occhi hanno questa peculiarità di diventare neri come la notte certe volte... Profondi e freddi. È lì che sta il dolore. Io lo vedo.
Vedo tanto, o almeno ci provo.
Provo a fare tante cose e non tutte mi riescono.
L'importante però è sempre provare a raccontarsi.

Elisea e il suo EgoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora