Cap.1 Terremoto 9.3

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"...Sarà il mio silenzio a spiegarti
ogni cosa che provo,
io che per te
avrei attraversato l'Atlantico a nuoto, anche in mezzo alla grandine d'un maremoto..."

L'inverno per Alexandra esercitava un fascino particolare; quasi magico. Tutto attorno a lei sembrava fermarsi in attesa dei primi germogli di primavera.
I timidi raggi del sole, si riflettevano lungo la parete carta da zucchero per morire e rinascere lungo il volto della donna che rannicchiata sotto uno spesso strato di coperte cercava di ritrovare il sonno perduto senza ottenere grandi successi.
Così sbuffando decise di sgusciare fuori dal letto abbandonando quel tepore e quei dolci sogni che l'avevano accompagnata durante la notte.
Sasha afferrò la sua vestaglia di raso e sbadigliando si diresse in cucina per accendere la sua preziosa macchinetta del caffè; non poteva iniziare la sua giornata senza il suo imprescindibile cappuccino rigorosamente con una spruzzata di cioccolato.
Come ogni mattina controllava le cartelle che il suo amico Steven le faceva trovare per ogni nuovo acquisto.

Quest'anno non aveva potuto partecipare al ritiro pre campionato a causa di un impegno personale a cui non poteva sottrarsi e quindi non aveva potuto seguire e vedere dal vivo i nuovi giocatori acquistati dalla società; ma sapeva che Beppe e Piero avevano fatto un ottimo lavoro contando le cattive acque in cui purtroppo si ritrovava a navigare l'Internazionale Milano; la sua famiglia.
Questo campionato, non era ancora iniziato e già avevano perso Romelu Lukaku, Achraf Hakimi e Christian Eriksen.
Aveva seguito con il cuore stretto in una morsa dolorosa le vicende attorno a quel ragazzo così sorridente e gentile con tutti e aveva pianto di gioia quando aveva letto che stesse migliorando piano e che la morte non avesse allungato le sue fredde mani per portarselo via.

Finalmente oggi avrebbe rivisto quella banda di matti che componevano la rosa dell'Inter; i nuovi campioni d'Italia.
Già si vedeva rinchiusa in un abbraccio stritolante tra Marcelo e Nicolò, gli occhi caldi e rassicuranti del capitano che composto cercava invano di fermarli, le risate di Lautaro, Arturo e Alexis che piuttosto che prepararsi per l'allenamento ballavano ascoltando la musica che fuoriusciva dalle casse di Ivan.
L'unico capace di metterli in riga era Antonio, purtroppo andato via a fine campionato.

E adesso? Chi ci guiderà verso la seconda stella?

Alexandra scosse la testa come a cancellare tutti i suoi dubbi, Antonio rappresentava il passato, così come i ragazzi andati via. Adesso aveva un compito ben preciso, affiancare mister Inzaghi e aiutare i ragazzi a ritrovare la forma e spronarli a dare il centro per cento per la squadra, per i tifosi; per la grande famiglia che era l'Inter.
Con la tazza tra le mani leggeva attentamente i fascicoli dei nuovi acquisti: Edin Dzeko, Denzel Dumfries, Hakan Çalhanoglu, Federico di Marco e per ultimo Joaquin Correa.
Questi ragazzi erano chiamati a portare sulle spalle la pesante eredità del belga, del danese e del marocchino e come se non bastasse dovevano combattere per quella maglia dove al centro risplendeva il tricolore.
A distrarla dalla sua lettura ci pensò il suono del t campanello e chi poteva essere a quell'ora se non il suo migliore amico?

Senorita: The eyes chico, they never lieDove le storie prendono vita. Scoprilo ora