"Mentre ti guardo tu,
Sei bella da confondere
Sei il sole visto da vicino
Un fuoco che mi brucia vivo..."L'ufficio di Alexandra si trovava al piano di sopra, accanto a quello del presidente, dei direttori sportivi e quello dell'allenatore.
Sasha saliva le scale sentendo dietro di sé lo sbuffo continuo di Steven subito dietro di lei, ancora non aveva mandato giù quel piccolo scambio di opinioni con il nuovo numero diciannove e adesso a subirne le conseguenze era la povera dottoressa che finalmente arrivata nel suo ufficio si lanciò sui documenti impilati ordinatamente sulla scrivania pur di scappare all'umore nero del suo migliore amico.
Ma purtroppo per lei, il presidente si sedette sulle sedie e incrociò le braccia al petto aspettando che la sua Sasha gli desse attenzioni.«Steven basta! Non è successo nulla di grave, quanto la fai lunga per una battuta !» alzò gli occhi incastrandoli in quelli pece, provocando al povero uomo il solito accelerare del suo battito cardiaco.
«Vorrei ricordati che io sono il presidente e lui è un giocatore della mia squadra e non si deve permettere di mancarti di rispetto!» sbattè la mano sulla scrivania di vetro provocando un rumore sordo che rimbombò per l'ufficio.
«Presidente stai attento per favore, mi basta Lautaro in infermeria grazie!» gli prese delicatamente la mano tra le sue, sorridendo dolcemente e il moro questa volta potè sentire il suo cuore perdere un battito e le sue guance tingersi appena di un rosa più scuro.
Era più forte di lui, ci si perdeva ogni volta dentro quelle pozze di smeraldo che brillavano illuminate dal sole, per non parlare di quel sorriso che dedicava solo a lui, quel semplice gesto gli scaldava il cuore arrivando persino a scioglierlo come il sole faceva con la neve.
Si perché per lui quella donna era la stella più brillante, aveva bisogno di lei in ogni istante, era il suo ossigeno puro in una giornata nera, sapeva sempre come trasformare ogni cosa, rendendola più bella e unica.
Ad interrompere il suo monologo interiore ci pensarono Beppe, Piero e Javier che lo chiamarono per la solita riunione del bilancio, così salutò la sua bionda con un bacio sulla guancia e seguì i tre nel suo ufficio.Alexandra controllò ancora una volta i fascicoli prima di scendere verso il campo d'allenamento dove già sentiva le grida dei ragazzi che giocavano.
Sentiva nell'aria una carica d'elettrica spaventosa man mano che si avvicinava al prato verde, ed eccoli lì divisi in due squadre, la partitella post allenamento era d'obbligo per caricare i ragazzi ed era un ottimo modo per controllare i nuovi schemi ideati dal mister. Si andò a sedere in panchina, lasciando controllando i suoi ragazzi, appuntandosi ogni cosa nel suo inseparabile block notes; mancava poco alla prima partita da campioni d'Italia e assolutamente non dovevano fare brutta figura di fronte ai loro tifosi.
Improvvisamente il suo sguardo si concentrò sull'azione solista di Correa che scartava con una naturalezza fuori dal comune i suoi compagni, sembrava che il pallone fosse incollato al suo piede e quel fuoco che brillava nei suoi occhi rendevano impossibile distogliere lo sguardo da quel ragazzo che sembrava divertirsi come un bambino con il pallone. Il moro si accorse di Edin e con un passaggio millimetrico gli passò la palla nel suo piede preferito e il bosniaco la insaccò nella rete di Radu.
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Senorita: The eyes chico, they never lie
FanfictionPuò nascere qualcosa tra un medico sportivo e un calciatore? E se questi fossero nientemeno che il nuovo bomber dell'Inter, Joaquin Correa e lei , Alexandra Petrova, uno dei migliori medici sportivi in Europa. Un amore proibito nascerà tra le mura...