Cap.6 parte 1 La prima trasferta

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"...Non importa quello che avete sentito
Impossibile non è una parola
È solo un motivo per non provare ..."

Il pullman vestito dei colori nero e azzurro sfrecciava lungo la strada che collegava la città di Verona al suo stadio. I giocatori e lo staff erano seduti ai loro posti concentrati sulla partita che da li a poche ore si sarebbe svolta. Alexandra era seduta accanto a Nicolò, il giocatore sardo stava parlando di schemi di gioco assieme a Lautaro, Joaquin e Marcelo mentre lei controllava per l'ennesima volta i fascicoli dei ragazzi; il mister contava su ognuno di loro per vincere, la partita non era semplice e loro sapevano bene per questo avevano calcolato la partita nei minimi dettagli.

« Sasha sai a memoria i nostri dati! Direi che potresti goderti per una volta la trasferta e passarla con noi.» con mano decisa il suo vicino di posto aveva chiuso il portatile per poi sorridere angelicamente non appena lo sguardo ghiacciato della bionda si era posato su di sé.

«Nicolò! Che diamine, stavo ricontrollando una cosa, non potevi aspettare che finissi!» alzò la voce sgridandolo, odiava lasciare le cose a metà.

Si stropicciò gli occhi poggiando sul capo gli occhiali da vista innervosita dal comportamento a tratti bambinesco del sardo.
Subito le sue iridi si legarono come richiamati da una forza invisibile a quelli pece di Joaquin che non la perdeva mai di vista.
Da quella mattina in palestra non avevano avuto occasione di riparlare di quello che era successo, troppo presi dalla prima di campionato.
L'argentino si era allenato seguendo i consigli del mister, facendo i suoi allenamenti senza fiatare, ma sempre con quel fuoco che bruciava nelle vene e la voglia di dimostrare ai tifosi che lui meritava di essere li, di vestire quella maglia magica che aveva solo sfiorato da bambino.
Alexandra aveva sbirciato la sua intervista e ne era rimasta davvero colpita, quasi ipnotizzata dalla sicurezza che quegli occhi erano capaci di trasmettere e da quel momento aveva seguito con attenzione i suoi progressi e non vedeva l'ora di vederlo in campo e segnare per la sua Inter.

«Sasha! Ma mi stai ascoltando?» a risvegliarla dai suoi pensieri ci pensò la mano di Nicolò sventolata davanti alla faccia e il ghigno malizioso che aveva sul volto. « A cosa stavi pensando?» forse era meglio dire a chi stavi pensando, ma l'espressione beffarda non lasciava spazio ad altre interpretazioni, sapeva ogni cosa senza bisogno di parlare, ma solo guardandola negli occhi.

«Qualcuno faccia cambio con Nico, se non volete perdere il vostro migliore centrocampista prima ancora che inizi la partita!» per dissimulare le sue vere emozioni sbuffò infastidita alzando gli occhi al cielo, peccato che una voce che aveva imparato a conoscere benissimo si elevò tra tutte le altre facendole mancare un battito.

Però che idiota che era stata, aveva fornito l'assist perfetto per Nicolò che più veloce di Speedy Gonzales lasciò il posto a Joaquin.
Il moro si sedette tranquillo accanto alla bionda porgendogli una cuffietta delle sue per farle ascoltare la sua musica e lei titubante si era appoggiata alla sua spalla e aveva messo all'orecchio la cuffia destra. Improvvisamente il rumore delle chiacchiere dei ragazzi era sparito, c'era solo quello del suo cuore che batteva in perfetta sincronia con quello dell'uomo accanto a sé.
El tucu la osservava dall'alto, quasi incantato dalla sua bellezza algida, i capelli biondi erano racchiusi in una coda alta e alcune ciocche sfuggivano dall'acconciatura incorniciandole il volto.
I pantaloni striati a vita alta lasciavano scoperta una piccola porzione di pelle  dell'addome che sembrava morbida e setosa, ma era il top nero che stava mettendo a dura prova il suo autocontrollo lasciando le braccia e le spalle scoperte e aderendo perfettamente alle sue forme evidenziandole in modo provocante.

Senorita: The eyes chico, they never lieDove le storie prendono vita. Scoprilo ora