6. Bufera

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Guardo dalla mia finestra.
Non sono che l'eco di una canzone:
io non sono eterna.
Di una canzone, cerco solo l'eco,
nel grido di un desiderio
più puro del silenzio del dolore.

Forough Farrokhzad, Sulla terra


Marah


Dopo aver vagato per un po' alla ricerca di un posto tranquillo, Galen si ferma davanti alla spiaggia a ridosso di una piccola duna che ci protegge. La luna si rispecchia nel mare e le onde che s'infrangono sulla riva sembrano sospiri d'amanti. È tutto così magico e romantico che ci guardiamo negli occhi senza parlare, persi l'uno nell'altra.

Nelle sue iridi dilatate noto il suo desiderio quando reclina il sedile per stendersi sopra di me e, senza chiedermi nulla, inizia a sbottonarmi il maglioncino. Io lo lascio fare e, con dita tremanti, stringo il bordo della sua maglia accarezzandogli in modo distratto la pelle nuda della schiena.

A quel punto, mi sovrasta completamente con il suo corpo e comincia a muoversi, pur rimanendo con i pantaloni.

«È bellissimo!» ansima Galen sul mio collo.

Quando mi rendo conto che la voglia che ha di me è davvero molto forte che quasi mi spaventa, gli dico che è la mia prima volta.

«Lasciati andare e andrà tutto bene» cerca di tranquillizzarmi con dolcezza.

La mia confusione si disperde tra i suoi baci e le sue carezze. Gli sussurro che è anche la prima volta che non voglio che smetta e lui mi risponde semplicemente che così deve essere perché ci amiamo davvero.

Sono quasi nuda sotto di lui, persa in quelle sensazioni mai provate prima che quasi m'incutono timore.

La sua bocca si stacca dalle mie labbra e si avventa con foga sul mio collo, sulla mia spalla, sul mio seno...

Un brivido mi percorre la nuca e una contrazione addominale mi fa inarcare la schiena, eppure rimango vigile, come se avvertissi una strana percezione di pericolo.

Mentre lui morde uno dei miei capezzoli, non riesco a trattenere un gemito e, cercando di lasciarmi andare e di non farmi sopraffare dalla paura, con le mani sulle sue spalle, gli afferro i capelli e lo attiro verso di me per sentirlo più vicino.

Non ho mai provato nulla del genere: i brividi sulla pelle, un fuoco che mi consuma dentro e la sensazione di trovarmi in un'altra dimensione che mi fa perdere il controllo.

A un tratto apro gli occhi, richiamata come da una parte di me che aveva percepito nonostante tutto la minaccia e lo vedo: un uomo con un cappuccio in testa lì in piedi a pochi passi dalla nostra macchina.

Pochi attimi, ma riesco a notare che è lì che ci osserva, con la cerniera delle sue brache aperta, mentre con le mani si masturba il pene davanti a noi.

Cerco di urlare, ma dalla mia gola non esce alcun suono.


Riapro gli occhi e quell'urlo che avevo in gola finalmente sgorga fino a quando non mi rimane più fiato.

Le lacrime inondano il mio viso.

Avevo del tutto rimosso quel ricordo orribile, ma ora è riapparso come un incubo dopo che ieri sera Galen è andato via da casa mia sbattendo la porta.

Heart Blast - Un'esplosione nel cuoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora