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Emma arrivò al Granny's per prima insieme a Mary Margaret e David. Ruby li portò sulla terrazza, sull'unico lungo tavolo già apparecchiato. Granny arrivò un istante dopo con due bottiglie di vino e insieme alla nipote e a Snow iniziò un fitto circolo di conversazioni che per Emma e David erano incomprensibili.

Regina entrò nel locale con Robin e Henry. Un vestito rosso scollato le lasciava scoperte le gambe e la schiena. Robin l'accompagnò verso la terrazza; si sorprese ma si lasciò guidare da lui. Henry sembrava ansioso e stava per chiedergli cosa avesse, ma i suoi occhi incrociarono quelli oceano dello sceriffo e il suo cuore si fermò per un istante.

Robin le strinse la mano e si sforzò di sorridergli. Snow si avvicinò a loro con un sorriso da ebete sulla faccia. Notò lo stesso sguardo su Granny e Ruby... che avessero iniziato a bere già da un po'? Robin la distrasse porgendole un calice di vino. Lo ringraziò con un sorriso e l'uomo le passò il braccio intorno alla vita.

Il cuore le saltò in gola e tornò giù quando la vide. Riuscì a nasconderlo, come sempre, almeno ad uno sguardo distratto. Poi incontrò i suoi occhi scuri e fu una pugnalata. Ma sorrise a lei e salutò Robin, e poi andò a rapire il figlio per assaltare insieme il vassoio delle patatine fritte.

Emma lanciò uno sguardo rapido, ma lo distolse subito vedendo quel gesto. Si era ormai abituata alla dolorosa gelosia che la avvinghiava ogni volta che li vedeva insieme, sapeva che erano insieme, pensava che fossero insieme. Ogni volta che Regina non era con lei, perché probabilmente era con lui.

«Prima di iniziare la cena avrei una cosa da dire» disse Robin destando l'attenzione dei presenti.

Emma si voltò come tutti, sorpresa. Era già un miracolo se quell'uomo spiccicava mezza parola. Si scambiò uno sguardo confuso con Zelena, che fece spallucce. Notò con la coda dell'occhio che sua madre stava sorridendo, il che la confuse oltremodo.

Robin si spostò davanti a Regina.

«Regina» le prese la mano «Tu mi hai fatto riscoprire l'amore, hai curato il mio cuore distrutto, hai rimesso insieme i pezzi...» Si inginocchiò ed estrasse una scatolina dalla giacca. «Regina quello che voglio dire è che ti amo.» Aprì la scatolina mostrando l'anello al suo interno. «Vuoi rendermi l'uomo più fortunato del mondo concedendomi la tua mano?»

Regina era immobile, non poteva essere vero. Non stava succedendo.

«Vuoi sposarmi?»

No, non l'aveva detto... non l'aveva fatto lì davanti a tutti.

Emma guardò la scena come se non si trovasse davvero lì. Non stava accadendo veramente, non stava vivendo quell'incubo. Quel sottile filo di speranza a cui si era aggrappata con tutto il peso del corpo si era spezzato nel giro di un minuto, troncato, fibra per fibra, dalle parole di Robin. Da quell'anello che luccicava alla luce dei lampioni e delle candele.

I suoi occhi si spostarono su Snow che sorrideva e annuiva con gli occhi lucidi. David era sorpreso, Granny e Ruby la guardavano con un sorriso, Henry le fece un cenno di assenso con la testa, Zelena era a bocca aperta. E poi i suoi occhi si spostarono su di lei. Sapeva cosa avrebbe trovato ma lo fece lo stesso.

I suoi occhi si riempirono di lacrime. Si costrinse a chiuderli per ricacciarle indietro.

«Regina, amore, so che sei sorpresa...» Robin le sfiorò la mano facendo tornare l'attenzione su di lui. «Allora, vuoi sposarmi?»

Annuì perché non poteva fare altro, perché non poteva dire no alla sua dannata anima gemella. Non poteva scappare via mentre tutti si aspettavano che dicesse sì.

«Sì» sussurrò appena. Robin le infilò l'anello al dito, si rialzò e la baciò.

Incontrò il suo sguardo, e stavolta non riuscì a nascondere il dolore che provava. Ma non era arrabbiata. In fondo, si aspettava che succedesse, prima o poi. Ci aveva sperato, sì. Ci sperava ancora che dicesse no, che lo mollasse e andasse da lei, che la baciasse davanti a tutti. Invece Regina abbassò lo sguardo, e fu allora che capì come sarebbe andata. Li guardò mentre lui le infilava l'anello al dito, trattenendo le lacrime. Avrebbe voluto farlo lei. Avrebbe dovuto farlo lei, ma era arrivata tardi. Loro stavano già insieme, lei era l'intrusa.

Le spezzò comunque il cuore.

Il resto della serata la ricordava a pezzi. Baci, abbracci, congratulazioni.

E lei che annuiva e sorrideva senza neanche capire cosa stesse succedendo.

«Emma, vieni a fare gli auguri a Regina!» Snow aveva incitato la figlia.

Emma si era avvicinata. L'aveva guardata dritto negli occhi e le aveva rivolto un sorriso, finto, teso. Aveva gli occhi lucidi, ma la quantità di vino che aveva bevuto nel frattempo poteva giustificarlo, così come avrebbe spiegato la sua voce incerta.

«Congratulazioni.» Era riuscita a dire soltanto quella parola. Nient'altro.

«Grazie.»

Come aveva potuto permettere che accadesse? Quando diavolo aveva ripreso le sue abitudini malsane? Doveva essere buona, e invece? Tradiva l'uomo che doveva sposare con la sua migliore amica... Che diavolo stava facendo?

E visto che Regina era stata altrettanto loquace, si era allontanata di nuovo per attaccare la seconda bottiglia di vino mentre continuava a pescare dal vassoio delle patatine.

Henry si avvicinò a lei.

«Ma', stai bene?»

Emma lo guardò, un po' stordita dall'alcol, molto di più da ciò che era successo.

«Certo, perché non dovrei?»

«È bello che la mamma abbia trovato il suo lieto fine.»

Emma si costrinse a sorridere.

«Sì, infatti.»

«Stasera pensavo di venire a dormire da te, credo che io debba lasciarli soli...» arrossì.

Emma si irrigidì ma doveva reagire, doveva fingere che tutto andasse bene.

«Ma certo, ragazzino.» Sorrise. Gli strinse affettuosamente una spalla e prese una porzione di pasta per lui e poi per sé stessa quando si sedettero, finalmente, perché Regina era abbastanza lontana da non riuscire a vederla se non si girava.

Regina si sedette, Robin continuava a parlare del matrimonio, ma lei non capiva una sola parola, annuiva e basta. E poi c'era già Snow che copriva tutti i suoi silenzi.

Fortuna che Ruby era seduta davanti a lei, così poté fingere una conversazione, fingere che le interessasse quello che le raccontava, risponderle anche se tutto quello che voleva era andarsene a casa e stare da sola, metabolizzare, scacciare via quel dannato dolore all'anima.

Finalmente la serata si concluse.

«Mamma, io dormo da Emma.»

«Henry ma non c'è bisogno...»

«Sì invece, dovreste passare del tempo insieme per festeggiare...»

Robin sorrise e strinse Regina.

Emma rimase a distanza. Stranamente, sentiva lo sguardo di Zelena su di sé quindi la guardò. Zelena la fissava, in effetti, e nemmeno distolse lo sguardo quando la sorprese a farlo.

«Grazie a tutti per avermi aiutato in questa serata folle.» Robin sorrise e prese la mano di Regina. «Noi andiamo a casa.»

Il cuore di Regna batteva forte. Salutò tutti, lasciando per ultima Emma.

«Buonanotte» le sussurrò dandole un lieve bacio sulla guancia.

Emma rimase ferma, le rispose a malapena in una parola rapida e fievole.

Si lasciò trascinare da Robin a casa, ma la sua mente e il suo cuore rimasero sul terrazzo del Granny's, attaccati allo sceriffo, che ormai sentiva di aver perso.

Pazza ideaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora