L'incessante bussare della porta la destò dal sonno. Si girò e vide Emma che dormiva beatamente come se tutto quel rumore non la disturbasse affatto; le scostò una ciocca di capelli dal viso, ma un nuovo tonfo alla porta la costrinse ad alzarsi. Si vestì con un rapido movimento della mano e scese le scale, pronta a incenerire chiunque ci fosse dall'altra parte della porta: le stava facendo venire un'emicrania. Quando aprì la porta dovette scostarsi visto che l'uomo stava per sbattere nuovamente le nocche contro il legno.
«Robin?»
Regina lo osservò mentre l'ormai familiare senso di colpa le attanagliava lo stomaco. Non aveva pensato minimamente a chiamarlo per spiegargli la situazione. Certo, gli aveva detto che tra loro era finita perché non lo amava, ma sicuramente dopo quello che era successo la sera prima al diner con i due idioti i pettegolezzi avevano fatto il giro della città fino ad arrivare alla foresta. «Che ci fai qui?» O forse non lo sapeva...
«Davvero, Regina? Cosa ci faccio qui? Hai idea di quanto io sia infuriato? Mi hai lasciato dicendo che non mi amavi dopo aver accettato quel cazzo di anello e poi vengo a sapere che ti scopi Emma? E che è pure incinta...» La voce di Robin era un sibilo colmo di rabbia e Regina non se la sentiva di biasimarlo, si era comportata male con lui, ma ci aveva provato veramente all'inizio... aveva sbagliato, ma credeva che lui fosse la scelta giusta quando pensava di non poter avere Emma...
«Mi dispiace, avrei dovuto dirtelo...»
«Forse non avresti dovuto tradirmi» urlò Robin. «Ti sei divertita?»
«No, credimi, non è stato per niente divertente. Quando abbiamo iniziato a uscire io ero arrabbiata con Emma perché non voleva impegnarsi e credevo che fosse stato un errore con lei e sei arrivato tu e pensavo che... credevo che potesse funzionare ma poi Emma... e non riuscivo a resisterle e ho continuato a vedere entrambi, e lo so che ho sbagliato. Ho fatto soffrire lei e te e credimi se ti dico che non avrei voluto niente di tutto questo ma non sapevo cosa fare...» disse, troppo in fretta, troppo, e basta.
«Non sapevi cosa fare?» gridò lui. «Te lo dico io: non scopare con lei, o almeno dirmi la verità!»
«Hai ragione non ho scuse e...»
«Infatti non ne hai. Sei veramente la Regina Cattiva, tu usi le persone e poi le butti come se fossero vestiti vecchi. E farai così anche con lei.»
«Ehi!»
Regina e Robin si voltarono verso le scale da cui Emma stava scendendo in tutta fretta e con uno sguardo che di amichevole aveva ben poco. «Non osare parlarle così» intimò, piazzandosi davanti a Regina.
«Emma, lascia stare, ha ragione...»
«Non me ne frega un cazzo se ha ragione, non può parlarti così. Hai sbagliato, va bene, ma l'ho fatto anch'io e anche lui chiedendoti di sposarlo davanti a tutti sapendo del tuo passato e senza neanche avvisarti.»
Allungandosi per guardare oltre la spalla di Emma, Regina poteva vedere gli occhi azzurri di Robin fissi sulla Salvatrice, e pieni di rancore.
«Io volevo solo renderla felice» ringhiò.
«Felice? Ma se non sai un cazzo di lei, non hai nemmeno capito che i suoi fiori preferiti sono le orchidee o che odia il caffè macchiato...»
Regina trasalì, sorpresa. Non ricordava di aver mai accennato alle orchidee, con Emma. Eppure doveva averlo fatto, dato che lei lo sapeva. Emma l'aveva sempre conosciuta, in qualche modo.
«Sono solo degli stupidi dettagli...»
«Stupidi dettagli? Davvero? Io lo chiamo conoscere la donna che amo e che tu ovviamente non hai mai amato!»
«E pensi che lei ti ami? Ti ha usato come ha fatto con me e appena troverà di meglio ti getterà via.»
«No» tuonò Regina, spostandosi leggermente da dietro Emma e attirando lo sguardo colmo d'ira dell'uomo su di sé. «Capisco che tu sia arrabbiato, ma non ti permetto di dire questo...»
«Non mi permetti? Hai tradito entrambi e lei è un'idiota a restare con te!»
«Non mi ha tradito, io lo sapevo, e se non avessi fatto una cazzata tu non ci saresti nemmeno stato! È stata colpa mia, ma ho capito che avevo sbagliato e le ho dimostrato che posso essere la persona che merita di avere accanto, e sono solo fortunata che lei mi abbia dato una seconda possibilità.»
«Emma...» mormorò Regina, sconvolta. Ma Robin la interruppe con una smorfia carica di sdegno.
«Voi siete pazze. Siete degne l'una dell'altra.» E dopo averle lanciato un ultimo sguardo truce se ne andò.
Emma chiuse la porta bruscamente.
«Cavernicolo» ringhiò girandosi poi a guardare Regina, che la fissava.
«Mi dispiace...» Forse non sarebbe dovuta scendere. Forse avrebbe dovuto lasciare che se la sbrigasse da sola, e ci aveva provato, davvero provato, ma quando l'aveva chiamata Regina Cattiva il suo cervello era andato in tilt e i piedi si erano mossi da soli e in un attimo si era ritrovata davanti a Regina e con un istinto omicida nei confronti di Robin. Certo poteva capire che il suo orgoglio era stato ferito ma urlare così contro di lei... non poteva permetterlo. Maledizione, avevano sbagliato e l'avevano fatto entrambe, ma tutti continuavano sempre e solo a dare la colpa a Regina! Forse non si sbagliava quando diceva che non tutti vedevano quanto fosse cambiata. Ci avrebbe pensato lei a far capire a quella maledetta città quanto avrebbero dovuto essere grati che Regina stesse dalla loro parte e che se aveva fatto quello che aveva fatto e perché era stata manipolata, distrutta da quelli che avrebbero dovuto proteggerla.
«Non avresti dovuto» mormorò Regina, ma non era un'accusa. Assomigliava più a un "grazie". E così Emma riuscì a stento a trattenere un sorriso.
«Lo so. Ma anch'io ho le mie colpe, quindi perché non dividerle?»
Regina rimase ferma per un secondo, poi fece un passo verso di lei e la baciò.
«Grazie.»
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Pazza idea
Fanfiction«Non dovremmo baciarci... di nuovo.» Emma non riusciva a staccare gli occhi dalle sue labbra. Regina Mills era diventata il suo unico pensiero, praticamente la sua ossessione dal momento stesso in cui aveva posato gli occhi su di lei. E il fatto che...