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La stanzetta era pronta per la piccola anche se non erano mancati i soliti battibecchi per il colore delle pareti, i mobili e ovviamente sui colori dei primi vestitini. Snow aveva cercato di propinarle abitini rosa confetto che avrebbero disgustato anche il proprietario di una fabbrica di caramelle, e pizzi ovunque. Regina aveva quasi incendiato tutte le buste non appena aveva iniziato a tirare fuori quelle cose orribili... Alla fine erano giunte ad un compromesso: aveva permesso che solo due vestiti rosa restassero e gli altri, con un piccolo gesto della mano, li aveva trasformati con varie tonalità di viola, ma anche bianchi, gialli e rossi (per la gioia di Emma).

Regina sistemò la piccola nella culla e la coprì. Sophie si mosse appena ma continuò a dormire.

«Dorme, per fortuna.»

Emma sorrise stringendosi a lei.

«Sì... pensi che ci lascerà dormire la notte? Almeno per tre ore?» chiese, trattenendo a stento uno sbadiglio. Regina aggrottò la fronte.

«Spero di sì. Dovresti riposare adesso, prima che si svegli per la poppata.»

«Dovresti riposare anche tu.»

«Sto bene, preparerò il pranzo per Henry e credo che tra un po' verranno i tuoi genitori e mezza città.»

Rise piano.

«Hai ragione. Ti aiuto.»

«No, tu vai a letto, devi esser riposata per la piccola.»

«Amore, sto bene.»

«Dormi. E poi non sai cucinare quindi vai...» Le sorrise e scese di sotto prima che potesse protestare.

Henry arrivò dopo una decina di minuti ovviamente con i suoi nonni al seguito.

Emma alla fine era crollata e dormiva profondamente.

Regina si irrigidì appena ma doveva restare calma, quindi si stampò sul viso un sorriso.

«Ciao, Emma sta riposando e anche la bambina dorme.»

«Possiamo vederla?» chiese Snow quasi supplicandola.

«Si, ma non svegliatela» acconsentì e fece cenno a Henry affinché li portasse di sopra.

Snow e David sfrecciarono silenziosamente al piano superiore (l'unico pregio di Snow era quello di sapersi muovere senza fare rumore, quando voleva, merito degli anni passati nella foresta a nascondersi come una cod... ehm, gli anni da ricercata) e si fermarono accanto alla culla della piccola.

«E così bella» commentò lei sottovoce.

«E piccola» continuò David.

Regina li raggiunse dopo qualche attimo ma rimase sulla soglia. Sentì dei passi strascicati alle sue spalle e si voltò, trovandosi davanti Emma, che si stava animatamente stropicciando gli occhi.

«Oh ciao...» borbottò fermandosi accanto a Regina. I suoi si voltarono di scatto.

«Ti abbiamo svegliata!» esclamò la madre, mortificata. «Mi dispiace!»

«No no, ho solo fatto un incubo...»

Regina la guardò per un secondo.

«A questo punto andiamo a pranzare» intervenne, turbata dall'espressione cupa di Emma. Doveva essere stato davvero un brutto incubo. «Lasciamo dormire la piccola Sophie.»

Certo l'idea di avere a pranzo quei due non la entusiasmava, ma erano comunque i nonni dei suoi figli e, a giudicare dalla sua faccia, Emma aveva decisamente bisogno di cibo. Lo Sceriffo in questione si avvicinò e le cinse il fianco con il braccio dandole un bacio. Poi le parlò all'orecchio.

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