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Emma rimase immobile a fissare quel punto finché Whale non si schiarì la voce.

«Mi dispiace Emma, l'ecografo funziona ben...»

«Non funziona per un cazzo!» sbottò alzandosi e pulendosi rabbiosamente dal gel.

Uscì dalla stanza ignorando i richiami di Whale e scomparve per riapparire a casa di Regina con le lacrime agli occhi.

Era stata una stupida.

Emma le aveva mentito.

Non che lei non avesse le sue colpe, ma era stata sincera con lei. Emma aveva sempre saputo di Robin, e a dirla tutta se non l'avesse rifiutata dopo quella prima volta insieme non si sarebbe nemmeno avvicinata a lui, ma si era sentita così stupida dopo che loro... Ed Emma, che continuava ad evitarla, e lei che voleva solo dimenticare di essere stata usata di nuovo... E così si era ritrovata tra le braccia di Robin. Certo, era stata una scelta del tutto insensata, ma non pensava che le cose sarebbero diventate serie con lui. Ad ogni modo, non giustificava le bugie di Emma. Era stata chiara con lei, le aveva chiesto esplicitamente se fosse andata a letto con un uomo, se ci fosse una possibilità che fosse incinta e lei guardandola negli occhi aveva mentito. E aveva continuato a farlo nonostante la prova delle sue bugie fosse lì, nero su bianco, sul monitor dell'ecografo.

Percepì la sua magia un secondo prima che apparisse davanti a lei e i suoi muscoli si irrigidirono.

«Regina ascoltami...»

«Non vedo cos'altro ci sia da dire» la interruppe subito. Non voleva sentire la sua voce, non voleva ascoltare altre bugie. Non da lei, non dall'unica persona di cui si fidava. Non riusciva neanche a guardarla in faccia. La nauseava. «Mi hai mentito e ti avrei anche perdonato se mi avessi detto la verità subito, ma non l'hai fatto. Chi è?»

«Non ti ho mentito, non c'è nessuno!»

«Emma, chi è il padre del bambino?»

«Non c'è nessun padre e non c'è nessun bambino!» Sentiva la voce dello Sceriffo tremare nello sforzo di mantenersi salda, calma. «Deve trattarsi di un errore. Perché diavolo dovrei mentirti? Non avrebbe senso!»

«Magari avevi bevuto, eri arrabbiata perché stavo con Robin... dimmelo e basta» sospirò, esasperata. Voleva sapere chi era, aveva bisogno di saperlo. Anche se avrebbe fatto male, doveva scoprirlo.

«Non l'ho fatto, Regina!» tuonò infine lo Sceriffo. Regina scosse la testa, delusa.

«Continui a negare l'evidenza.»

«E tu continui a non fidarti di me!»

«Emma sei incinta, non è che posso credere che sia stato un miracolo!»

«Non sono incinta!»

«L'abbiamo visto, era su quello schermo, nero su bianco» ribadì per la centesima volta.

«È un cazzo di errore! Regina, come faccio ad essere incinta? Non è passato l'arcangelo Gabriele a Storybrooke ultimamente!»

«Ma lo sei» sibilò, voltandosi finalmente a guardarla. Emma sembrava sconvolta, stanca, frustrata. «Quindi spiegamelo» continuò comunque, furiosa.

Emma sospirò.

«Regina, non lo so.» La sua voce si era abbassata, rifletteva una spossatezza indicibile. «Io non credo di esserlo. In che altro modo posso dirtelo?»

«Non lo so, ma so cosa ho visto. Cosa abbiamo visto» precisò, data la sua tendenza a negare ciò che aveva davanti agli occhi. Emma mise le mani sui fianchi.

Pazza ideaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora