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«Preparo la cena.»

Emma si appoggiò alla parete.

«Ti... ti aiuto.»

«Vai da Henry, sarà felice di vederti.»

Ma Emma la seguì in cucina.

«Dopo.»

Regina sorrise e si voltò per darle un bacio a fior di labbra.

«Parla con lui, qui ci penso io» insisté. Emma aveva quell'aria da cucciola di Labrador che faceva sembrare i suoi occhi più grandi di quanto già non fossero.

«Non è meglio se gli parliamo insieme?»

«Dopo lo faremo, intanto sarà felice di vederti.»

Bastò a convincerla.

«Okay.» Le diede un bacio e andò di sopra.

La porta della stanza di Henry era chiusa. Emma bussò piano contro il pannello di legno.

«Scendo subito» disse Henry da dentro.

«Ehi ragazzino, sono io...»

La porta si aprì subito. Henry era vestito di tutto punto, e aveva un papillon slacciato che gli pendeva dal colletto della camicia bianca. «Mamma... come mai sei qui?»

Lei gli sorrise.

«Tua madre mi ha invitata a cena. È di sotto che cucina. Vai da qualche parte?»

«Eh? No, io... Ma che è successo?»

Stava diventando bravo ad eludere le domande. Ed Emma era troppo felice per farci davvero caso. In fondo, vestito così dove poteva andare? Se il suo piano era una fuga romantica in giro per Storybrooke con Violet, non ci vedeva niente di sbagliato, in fondo.

«Niente, va tutto bene» gli rispose, con un gran sorriso e gli occhi che luccicavano.

«Aspetta...» Henry spalancò gli occhi. «State insieme, vero?»

Emma arrossì ma si voltò e iniziò a scendere le scale.

«Andiamo ad aiutarla ad apparecchiare.» Occhio per occhio...

Sentì i suoi passi pesanti seguirla giù per le scale. Arrivarono insieme in sala da pranzo, dove Regina aveva già fatto apparire una teglia di lasagne fumanti.

Emma ci rimase di sasso.

«Volevamo aiutarti...»

«Lo so, non dovrei usare la magia, ma era tardi e so che è il vostro piatto preferito.»

Emma la guardò sorridendole.

«Grazie.»

«Sedetevi, prima che si freddi.»

Emma obbedì mentre Regina iniziava a preparare i piatti.

«Posso andare a comprare il gelato dopo...» suggerì, sicura che Regina le avrebbe propinato una delle sue ramanzine sul cibo salutare e roba del genere. Invece, il sindaco si limitò a sorriderle.

«Quindi mi hai dato ascolto?» sbottò all'improvviso Henry.

Emma alternò lo sguardo tra lui e Regina, che si stava sedendo, una minuscola porzione di lasagne davanti a lei. Henry e Emma si spartivano metà teglia per uno, in pratica.

«Parleremo di alcune cose dopo cena» lo blandì il Sindaco. «Adesso mangiamo»

Henry non esitò a prendere in mano le posate.

«Va bene.»

Consumarono la cena in fretta e in un silenzio carico di aspettativa. Henry finì per primo.

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