9. Catherine

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«He shall never know how I love him; and that, not because he's handsome, but because he's more myself than I am.»

«Non gli dirò quanto lo amo, e non perché non sia attraente, ma perché è per me più di quanto lo sia io stessa»

Dusk Till Dawn - ZAYN  ft. Sia

L'odore di petricore aromatizzava l'aria umida e bagnata, penetrava le cavità nasali dei due ragazzi come se fosse l'afrore acre del mosto. E benché l'acqua della pioggia, pregna di smog, non fosse inebriante come il profumo erbaceo di un vino, le loro menti si fecero adulare dallo sguardo perso e sepolto, di Chapel Hill, sotto una coltre di nubi.

Le dita di Joey appuntarono una ciocca di capelli paglia appena dietro l'orecchio, con la fronte ombrata dal cappello ceruleo da pescatore che le copriva il capo. Il suo riflesso si traslò su una pozzanghera dove era vivido il colore pervinca delle sue iridi, miscelato a pagliuzze poliedriche di giada.

Le gocce di pioggia picchiavano come spilli appuntiti il tessuto filamentoso e scuro dell'ombrello che Val teneva sui loro capi, lo scroscio copioso e incessante dell'acqua riduceva ad un timido annaspo le vibrazioni flebili dei loro pensieri.

«Mi dispiace che Heathen ti abbia coinvolta, non era necessario» tra ragionamenti complicati, la voce di Val ruppe un agognato silenzio di parole; lo sguardo, da poco prima, concentrato sul display del cellulare con Maps che li ritraeva come insignificanti puntini blu su una mappa.

Le mani di Joey scivolarono dal colletto malmesso della sua camicia a righe verso i fianchi. «Non preoccuparti, mi fa piacere» sussurrò docilmente, avvolta da tenere note di una fragile timidezza. Una timidezza quasi bella da guardare, tutto il contrario delle prigioni e roccaforti in cui si nascondeva Astrea, luoghi che persino il più paziente e motivato degli uomini avrebbe faticato a varcare.

«Okay, dovremmo essere arrivati» sentenziò il ragazzo dopo aver verificato più volte che l'indirizzo che l'agenzia immobiliare gli aveva comunicato su una mail fosse corretto.

Bloccò lo schermo del telefono e lo depositò sul fondo della tasca posteriore dei suoi jeans mentre osservava un po' sognante la palazzina davanti la quale erano fermi da qualche minuto.

L'idea di cercare un appartamento tutto per sé lo aveva tentato da quando aveva rivisto Selene e da quando la preoccupazione asfissiante di Heathen stava diventando troppo per poterne sopportare il peso. Sebbene fosse solo un'idea fino a qualche giorno prima, non era stato mai così vicino dal concretizzarla.

Aveva passato le notti dei giorni scorsi a raccogliere annunci di appartamenti in affitto come se fosse il più seriale e incallito dei collezionisti e quello che aveva davanti, era l'unico sopravvissuto ad una cernita alquanto selettiva.

Fece appena in tempo a bloccare i suoi passi quando udì la voce di Joey farsi progressivamente lontana dalle sue orecchie. «Oh mio Dio - esclamò abbandonando la regione di marciapiede protetta dall'ombrello per fiondarsi contro la vetrina di un negozio - sono così carini!»

La punta del suo naso si fece gelida a contatto con il vetro e il respiro caldo formò una patina opaca sulla superficie trasparente. Quella ragazza aveva deciso di inzupparsi sotto il temporale perché i suoi occhi erano stati rubati da un negozio di animali.

Il proprietario aveva appena esposto due piccoli gattini neri nella teca in vetrina. I mici assonnati puntavano le zampette contro le mani di Joey per poi, tra sbadigli sommessi, rotolarsi sul fondo e cadere l'uno sull'altro.

𝐂𝐎𝐍𝐓𝐀𝐂𝐓𝐋𝐄𝐒𝐒Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora