3. Astraea

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«Piety was dead, and virgin Astraea, last of all the immortals to depart, herself abandoned the blood-drenched earth»

«Vinta giace la bontà, e la vergine Astrea, ultima degli dei, lascia la Terra madida di sangue»

Atlas - Coldplay

Posizionò il filtro della sigaretta ancora spenta in mezzo alle labbra prima di far scivolare il pollice sulla rotella dell'accendino e accendere la fiamma.
Coprì la piccola lingua di fuoco con la mano sinistra perché quel poco di vento che sfiorava la sua faccia non la spegnesse. Si sedette sul muretto accanto al locale, dove avevano appena cenato chinando la schiena e piantando i gomiti sulle cosce.

Studiò le figure degli amici di Heathen mentre continuavano a parlare ad un paio di metri di distanza da lui.

Electra stava raccontando a Leah dell'esame che stava preparando, lamentandosi del carico di studio impossibile da sopportare mentre Robb e Astrea si erano seduti sul marciapiede per ascoltarle in disparte.

Heathen uscì per ultimo e si sistemò al suo fianco. Notando che gli occhi del moro erano persi nel vuoto mentre i pensieri lo assalivano e non gli davano pace.

«Tutto bene?» domandò il castano preoccupandosi che il tono della serata di Val non si stesse trasformando in qualcosa di pessimo.

Il ragazzo annuì trascinando fuori dalla bocca un piccolo cumulo di fumo che sfumò a contatto con l'aria.

«Sai che non dovresti fumare, nelle tue condizioni» osservò sapendo quanto fosse difficile per Val riuscire a smettere. Era da tre anni che ci provava, ma ogni volta la tentazione del tabacco era così forte da non potersi trattenere.

Probabilmente era solo un modo per placare il rognoso stato di rabbia che aveva dentro. Gli sembrava di impazzire quando ripensava a cosa gli fosse successo.

«Lo so» chiarì rilassando i muscoli tesi delle spalle, scrollandosi, a fatica, di dosso tutta quella rete intricata di ricordi, impolverati da ragnatele.

«Stai pensando a Selene?» Heathen prestò attenzione all'espressione del viso di Val subito dopo aver posto la domanda. Desiderava comprendere quanto effetto avesse ancora quella donna nella vita del suo amico.

Si, rispose il ragazzo nella sua testa.

Incastrò la sua lingua tra i denti, stringendo la sigaretta tra le dita ancora distanti dalla sua bocca.

Prima che Heathen potesse ribattere per un cenno, l'interesse del moro venne catturato dal suono di una fragorosa risata.

Era Astrea che rideva come una bambina mentre si stringeva le braccia contro il ventre e si chinava verso le gambe piegate, non riuscendo a smettere. Tutta colpa di Robb. Le aveva appena sussurrato all'orecchio la replica scimmiottata delle lamentele fastidiose di Electra.

E in qualche modo Leah l'aveva capito e poco mancava che anche lei cominciasse a ridere in faccia alla bruna. Dovette serrare le labbra con una maggiore pressione perché non accadesse.

Questo, Val non poteva saperlo ma era rimasto perplesso di fronte a quella scena.

Pensò di non stare certamente simpatico a quella ragazza che aveva passato tutta la serata in completo silenzio senza rivolgergli neanche una parola fino a quel momento.

Ovviamente, non era così.

«Credo tu abbia bisogno di una distrazione e mi è appena venuta un'idea» esordì Heathen osservando, come Val, la figura di Astrea.

Il moro non fece in tempo a domandare a cosa si riferisse perché la voce di Heathen riecheggiò per prima per aria.

«Astro!»

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