4. Dorian

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«When I like people immensely, I never tell their names to any one. It is like surrendering a part of them»

«Quando una persona mi piace veramente non dico mai il suo nome a nessuno. È come rinunciare a una parte di essa»

Eyes shut - Years & Years

Spostò l'indice e il medio della mano sinistra da una lettera all'altra per cercare il libro che portava il titolo di quello che serviva a Leah.
Ogni singola lettera dorata passò a rassegna dalle sue pupille, tutte incise sulla parte laterale delle copertine rigide di quei manuali che somigliavano più ad enciclopedie.

Ed erano impolverati gli scaffali della biblioteca del campus, così tanto che Astrea, a furia di cercare, si era anche sporcata le mani.

Per fortuna li aveva già legati con un elastico i capelli scuri; stavano disordinati sul capo e le ciocche ribelli le scivolavano sulle guance non riuscendo a regalarle un bell'aspetto.

La felpa che aveva indossato era troppo grande, anche per lei che non aveva il fisico perfetto di Joey.
E non riusciva a trovare nulla di carino e rassicurante quando si ricordava che quelle felpe larghe non erano il regalo di un ipotetico ragazzo e che erano attaccate al suo corpo esclusivamente per coprire qualcosa che un top attillato non avrebbe fatto.

E quindi il cappuccio grigio ed enorme pendeva dalle sue spalle, le sue forme si perdevano e scomparivano dentro quei jeans troppo larghi, magari regalandole chili che non aveva affatto.

Quel modo di presentarsi le dava un senso di protezione ma se qualcuno fosse stato abbastanza intelligente da capirlo, avrebbe detto che si trattava semplicemente di una scarsa o addirittura inesistente autostima.

Ma alla fine, era l'ultimo dei suoi problemi.

Levò un solo auricolare dall'orecchio quando Leah si avvicinò al suo scaffale per sapere se avesse avuto fortuna in quella disperata ricerca, che aveva tediato le due ragazze per tutta la mattinata.

Era un semplice gesto di cortesia; l'altro era rimasto all'orecchio contro-laterale con ancora l'assolo di chitarra di Peace of Mind dei Boston.

Certe volte, era costante il bisogno di avere qualcosa che le rimbombasse per le orecchie, così che non si sentisse troppo sola.

Leah si lasciò scappare un sospiro di frustrazione quando capii che anche la ricerca di Astrea stava fallendo. Senza quel maledetto libro non avrebbe potuto iniziare a studiare per il nuovo esame.

Si accasciò sulle sue ginocchia senza toccare terra, tentando di mantenere l'equilibrio con le braccia tese in avanti.

«Mi toccherà cercarlo in libreria, ma dubito che lo troverò» sussurrò la castana, era esausta però almeno ci pensava Robb a farla sorridere.

Il suo fidanzato era seduto al tavolo da studio a qualche metro di distanza dalle due ragazze. E per quanto fosse importante mantenere la concentrazione sul libro di Meccanica che aveva davanti, faticava a distogliere lo sguardo dalla sua Leah.

Astrea adorava profondamente il rapporto che i suoi amici condividevano nella loro relazione, anche se la imbarazzavano le occhiate languide e voluttuose che si scambiavano di sottecchi. Come in quel momento.

Riportò lo sguardo da Leah, che stava ai suoi piedi, verso lo scaffale che non aveva smesso di scrutare da ore, ormai.

«Dovreste prendervi una stanza, voi due» mormorò divertita cercando di non alzare troppo la voce.

𝐂𝐎𝐍𝐓𝐀𝐂𝐓𝐋𝐄𝐒𝐒Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora