Capitolo sei

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La serata del 24 novembre volgeva al termine e diversi professionisti proposero di andare a cenare insieme.
Giulia andò a casa di Victoria per prepararsi, per aspettare anche il suo ragazzo, Sangiovanni che le raggiungesse, così da avviarsi insieme.
Dopo aver fatto entrambe una doccia veloce per rinfrescarsi, si prestarono a scegliere un capo da indossare.
Per quanto le due ragazze avessero un fisico differente, dato che Vic aveva qualche curva in più, maggiormente più pronunciate rispetto l'altra, vestivano comunque la medesima taglia.
Inizialmente erano molto tentate per dei jeans o un pantalone con top ma, poiché erano sempre solite abbigliarsi così, decisero di optare per altro.
Benché alla ballerina di hip hop piacesse veramente tanto il trucco, il più delle volte durante la settimana non lo utilizzava molto spesso a causa del suo lavoro che porta sempre a farlo sciogliere.
Quando aveva l'occasione per una festa, un'uscita o in particolare uno spettacolo, il make-up giusto non poteva mai mancare.
Era per lei essenziale e un'altra maniera per esprimere la sua creatività.
Dapprima truccò la sua amica e solo dopo si dedicò a sé.
Per i capelli era molto più brava la piccola Giugiulola infatti, fu lei a farle dei boccoli che ricadessero lungo la schiena.
Indossò un  vestito di velluto azzurro a maniche lunghe della padrona di casa, che le calzava perfettamente a pennello.
Sembrava essere stato progettato sul suo corpo, seppure non fosse nemmeno il proprio.
Era davanti allo specchio, si percepiva che avesse una sorta di preoccupazione anche dal continuo movimento di condurre le mani alla bocca, torturandosi nervosamente le pellicine delle sue dita.
Lì Victoria si rivide in lei.
Si alzò dal letto per avvicinarsi alla ragazza, poggiandole una mano sulla sua spalla, accarezzandola.
"Sei bellissima Lola e lo sa anche Sangio"-lei sembrò apprezzare quel commento poiché circondò la sua vita per abbracciarla.
Vic non era mai stata una tipa anaffettiva ma nemmeno affettiva, piuttosto una via di mezzo per cui non riuscì a fare a meno di ricambiare l'abbraccio.
Anche lei optò per un vestito a maniche lunghe ma a differenza sua avevo la schiena scoperta ed era di colore nero.
"Anche tu lo sei e so che ti sottovaluti peggio di me"-
Ed era vero.
Infondo ogni persona nel mondo combatte una propria battaglia e, il più delle volte si ha poca autostima di noi stessi, chi più e chi meno.
Di solito si sviluppa un complesso per una semplice battuta o perché una persona ci fa notare di avere quelle imperfezioni.
Incominciamo a sentirci talmente sbagliati e inadatti, vedendo gli altri quasi come la perfezione e noi degli errori.
Basterebbe distaccarsi dal prototipo prestabilito dalla società e incominciare amare prima se stessi e poi gli altri.
Seppur sapendolo anche per la b-girl era molto difficile.
L'unico pensiero veramente importante dovrebbe essere il nostro.
Siamo noi gli artefici della nostra vita.
Migliorarsi e crescere è del tutto lecito ma bisognerebbe anche comprendere che ognuno di noi è fatto in un modo, ed è normale avere perfino dei limiti.
Non siamo tutti uguali ed è quello il bello.
Forse la scelta più ardua fu decidere se indossare dei tacchi o le solite scarpe da ginnastiche; se favorire l'eleganza o sentirsi comode.
Dal nulla G. essendo un tipo estremamente spontaneo, nel contempo che l'amica rigirava tra le mani le scarpe che avrebbe scelto, le pose una domanda:" Ma c'è qualcosa tra te e il ragazzo che si fa chiamare Turbo jr?"-
La rossastra fece ricadere bruscamente i tacchi che aveva tra le mani per terra, alzando un sopracciglio e emettendo una specie di sbuffo:"Pff ma cosa dici!"
"Cosa dico? A parte che non potevate stare vicino per le regole attuali ma comunque eravate a prescindere maggiormente vicini "-nel dichiarare ciò, Giulia si sedette sul suo letto, con un modo di fare leggermente esaltato.
"Mi stava semplicemente aggiustando il cappello, suvvia"- l'altra rialzò a quel punto i tacchi che erano caduti precedentemente per terra.
"Non provare a trovare qualche scusa.
Guarda che io e Elena abbiamo visto più volte che trova continuamente un'occasione per venire a trovarti, anche se non ha mai avuto lezione con te"- per lei non era semplice trattenere qualche risata, in più dato il motivo della sua discussione.
"Chiamarsi amicizia"- l'altra aprì le braccia, da sopra il capo fino all'altezza delle spalle, come per sottolineare la frase.
"Sarà anche vero ma ho un presentimento...almeno lo trovi carino o ti piace solo come balla, come continui sempre a dire"-
Si ritrovò come risposta un semplice gestaccio della sua compagna nonché un terzo dito.
Erano entrambe molto ironiche, non c'era nessun imbarazzo.
"Che c'entra anche tu trovavi Sebastian bello ma mica state insieme"
"Uh quindi hai detto che è bello, non solo carino"
"GIULIA STABILE"
"Va bene va bene la smetto, ti ha salvato Sangio, è giù"-
La conversazione non continuò sennò avrebbero rischiato di fare tardi in quella che divenne una serata all'insegna della spensieratezza e del svago.
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Portami a ballare || Christian StefanelliDove le storie prendono vita. Scoprilo ora