Anche gennaio è passato e finalmente ho un po' di tregua dai libri. Ho qualche ora in più per me e con Tiziana vado a Bologna e passiamo anche un weekend in Abruzzo a sciare.
Sono passate diverse settimane da quella cena con Frank e non si è mai più fatto sentire, non che mi interessi più di tanto però questi sono i fatti. Ovviamente nemmeno io gli ho mai scritto e mai lo farò. Con lui mi sono già dimostrata troppo debole e non lo farò succedere più.«Kevin domenica organizza una cosa tranquilla a casa sua, perché non vieni con me?» mi propone Tiziana ma io subito sbuffo e scuoto la testa. Solo il pensiero di poter rivedere Frank mi agita e sento improvvisamente caldo. Non so perché quel ragazzo mi fa quest'effetto ma non voglio vederlo.
«No preferisco di no, lo sai» dico e lei insiste.
«Non c'è Frank se è questo che ti preoccupa» chiarisce subito e io assottiglio gli occhi studiandola bene.
«Che ne sai?»
«Ho chiesto a Kevin chi ci sarà e mi ha detto che della squadra non ci sarà nessuno, ci saranno solo suoi amici esterni. Dai vieni che non conosco nessuno e mi annoio» mi supplica scuotendomi un po' e io dopo aver fatto roteare gli occhi annuisco.
«Va bene» dico e lei mi abbraccia.
«Grazie. Poi con Frank nulla, giusto?»
«Nulla e nulla volevo» dico facendo un'espressione schifata ma Tiziana non ci casca.
«Mh, certo. E perché non lo vuoi vedere nemmeno per sbaglio?»
«Mi sta antipatico ed è maleducato. Non saluta nemmeno, né un ciao né un buonasera. Non lo sopporto» ripeto per la milionesima volta.
Non so perché parlare di lui mi innervosisce sempre e ora non sono più di buon umore.
«Va bene, come vuoi...»La settimana scorre veloce e sarà una delle ultime in cui potrò rilassarmi e non studiare ogni giorno, perché poi da settimana prossima devo mettermi di nuovo con la testa sui libri che iniziano ad avvicinarsi gli esami.
Arrivo a domenica che non vedo l'ora di uscire per godermi un po' di divertimento. Metto una gonna a vita alta che mi arriva appena sotto al sedere con sotto delle calze nere velate e degli stivali bassi. Capelli sciolti e camicia nera con un cappotto lungo. Tiziana passa a prendermi e alle nove siamo da Kevin.
«Che bello che sei venuta» mi dice appena mi vede, abbracciandomi «Tiziana senza te si sente persa» conclude baciando la mia amica che mi sorride.
«Grazie a te per l'invito» dico e lui annuisce.
«Fai come se fossi a casa tua, lì c'è il minibar per i drink e gli stuzzichini» mi indica un angolo del suo salone e io lo seguo con lo sguardo.
«Va bene, grazie. E complimenti per la casa, è bellissima. Non so se hai visto casa di Tiziana» dico prendendola in giro e facendola ridere.
«Sì ci sono stato, è ovvio che non sia tanto grande, voi state ancora studiando non avete tante possibilità. Anche per me prima era così»
«Sì infatti, casa mia è ancora più piccola di quella di Tiziana pensa un po'» gli racconto e lui ripete che è normale e che non è un problema.
«Scusate un attimo...» mentre sta parlando con noi gli squilla il cellulare e si allontana di qualche metro per rispondere. Dopo pochi secondi però torna da noi. «Era Zambo, sta salendo» dice e resto imbambolata a bocca aperta a fissarlo.
«Z-Zambo?» domando e lui annuisce.
«Sì, non doveva venire ma si è liberato e sta salendo. E' un problema?» chiede confuso guardando prima me e poi Tiziana.
«No, figurati, a stento lo conosco» dico cercando di sembrare indifferente.
«Pensavo che fosse successo qualcosa l'altra volta tra di voi, quando ti ha dato il passaggio a casa. Lui non mi ha detto nulla ma non è uno che parla molto quindi...»
«No, assolutamente nulla» ripeto scuotendo la testa e Kevin va ad aprirgli la porta. Passano pochi secondi e tornano da noi. Frank saluta Tiziana con due baci sulle guance riservando a me solo un leggero movimento del capo come faceva allo stadio. Va subito a prendersi un drink e si appoggia ad un mobile basso sorseggiandolo. Ogni tanto mi volto e lo scopro a fissarmi. I nostri occhi si incrociano più volte ma nessuno dei due fa o dice nulla.
Sono agitata. Saperlo qui nella mia stessa casa mi fa sentire vulnerabile e senza difese. Respiro profondamente cercando il modo di calmarmi e il fatto che lui sia totalmente impassibile mi fa innervosire ancora di più. A metà serata siamo di nuovo tutti e quattro insieme e mentre noi tre chiacchieriamo e ridiamo tranquillamente lui se ne sta in silenzio col suo drink ad ascoltare le nostre conversazioni intervenendo pochissimo.
«Vieni un attimo con me» Tiziana mi porta in cucina per chiedermi se va tutto bene e io le rispondo che finché il troglodita non mi infastidisce va tutto bene. Torniamo tra la gente e raggiungiamo Kevin che ora è con altri suoi amici. Mi guardo un attimo intorno e non vedo Frank, forse sarà fuori a telefono, boh.
«Kevin, il bagno?» gli domando e lui mi indica la strada. Mi allontano da loro ed imbocco il corridoio che porta al bagno e alle camere da letto. Sto per raggiungere la porta e abbassare la maniglia quando una voce da una camera adiacente mi fa sobbalzare.
«Come va?» Sgrano gli occhi e mi porto una mano sul cuore non appena lo vedo.
«Mi hai spaventata a morte» dico per poi fissarlo qualche attimo. «Che ci fai lì?»
È seduto su un letto matrimoniale e ha il cellulare appoggiato accanto a lui.
«Odio la folla» risponde per poi continuare «e poi dovevo fare una telefonata» indica il cellulare e io annuisco.
«Capito» non aggiungo altro e lui fa un gesto che mi fa subito andare in subbuglio tutti gli organi del mio corpo. Batte lentamente una mano sul letto accanto a lui, come ad invitarmi a sedermi. Resto attonita per qualche secondo, poi faccio dei passi lenti ed incerti verso di lui che allunga una mano verso di me. Allungo anche io il braccio e appoggio la mano sulla sua tesa. Non appena la nostra pelle si sfiora sento un capodanno di fuochi d'artificio esplodermi dentro. Ho i brividi e i suoi occhi così scuri ed impenetrabili che fissano i miei non mi sono certo d'aiuto.
Mi siedo accanto a lui come mi ha chiesto e restiamo a fissarci per non so quanto tempo ma forse non troppo, perché poi lui allunga una mano verso di me e mi sfiora il viso. Con due dita mi accarezza le guance e poi prende una mia ciocca di capelli e me la mette dietro all'orecchio.
Vorrei dire qualcosa o fermarlo ma non ci riesco, mi piace troppo il modo in cui mi sta toccando. E quando lo vedo avvicinarsi a me perdo completamente il senno. Mi appoggia le mani sulle spalle e lentamente mi fa aderire la schiena al materasso mentre le gambe mi penzolano ancora fuori dal letto. Ho il respiro pesante e non so cosa sta per succedere ma non voglio tirarmi indietro. Quasi salto dal letto quando lo vedo scavalcarmi e mettersi con le gambe lunghe ai lati del mio corpo, con io che sono in mezzo. È sopra di me ma non mi tocca se non i capelli che ora sono sparpagliati sul letto come se fossero la criniera di un leone. Mi guarda negli occhi senza staccarsi mai e ad un tratto si cala su di me, portandosi pericolosamente a pochi centimetri dal mio viso.
Il suo profumo è forte, quasi fastidioso. Lo odio ma allo stesso momento mi piace da impazzire.
«Non riesco a smettere di pensarti» sussurra al mio orecchio lentamente in un francese che a stento riesco a capire. Il suo respiro sulla pelle mi fa tremare, non voglio che si allontani mai più.
Deglutisco rumorosamente un flotto di saliva e continuo a guardarlo mentre mi è sopra e mi sfiora la mandibola col suo naso. Scivola sulla guancia ed è di nuovo occhi nei miei occhi. Si abbassa lentamente, ancora, ma stavolta dritto per diritto.
Le sue labbra si avvicinano sempre di più alle mie e non vedo l'ora di sentire il suo sapore. Quando si toccano chiudo gli occhi e lascio che tutto scorra. È come se non fossi lì, mi sento fuori dal mondo. Le mie mani sono strette intorno alle sue braccia e le sue sul mio viso. Il bacio sembra interminabile e ne sono felice. Più dura più mi fa stare bene.
Dopo un po' si stacca e inizia a baciarmi la mandibola, il lobo, poi le clavicole e il collo. Scende fino alla scollatura della camicia e mi sbottona un bottoncino.
Io ormai sono completamente andata, persa in un misto di eccitazione ed agitazione. Il mio petto si alza e si abbassa velocemente e lui mi mette una mano aperta al centro del seno guardandomi negli occhi, come a dirmi di calmarmi perché lui è lì per me. Ci provo ma quando rimette le sue labbra sulla mia pelle mi agito di nuovo. Vorrei di più, vorrei tutto ma non posso, non qui, non ora.
«Basta Frank» mormoro con poca convinzione quando le sue labbra stanno raggiungendo i miei seni turgidi. «Dobbiamo tornare di là» dico e a queste parole si ferma. Sale su con la testa e mi lascia un bacio a stampo, poi annuisce e si sposta.
Torna seduto al suo posto e io mi alzo ricomponendomi sotto il suo sguardo imperturbabile.
«Vieni?» gli domando ma lui scuote la testa.
«Dopo» dice e io annuisco andandomene di là ritornando alla festa.Sono scioccata, non riesco a credere a ciò che abbiamo appena fatto. Cosa diavolo è appena successo?
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Gelido | Frank Anguissa
FanfictionSi vedeva che il loro era un amore diverso, erano due stronzi, testardi ed orgogliosi. Non avevano regole, era sempre una lotta continua con quei due, due soldati sempre a farsi la guerra, incapaci di amarsi ma consapevoli dell'amore che ognuno ave...