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«Non andiamo mai oltre quello, ormai sono settimane che non facciamo che scopare nella sua auto senza fare o dire nient'altro, penso che voglia solo questo e onestamente mi sta bene così» spiego a Tiziana nascondendomi in un'alzata di spalle. Ormai sono rassegnata e non mi faccio più nemmeno il problema, è così e basta. All'inizio ci buttavo le giornate a pensare a cosa poter fare per portare la nostra storia ad un altro livello, a fargli capire che mi sarebbe piaciuto avere anche altro da lui ma dalla sua parte non vedo assolutamente questa voglia quindi ad un certo punto ho smesso anche solo di sperarlo. Finché mi piacerà e mi farà stare bene vederlo, lo farò, quando sarò stanca smetterò di rispondere ai suoi inviti. Semplice.
«E quindi stasera che fai, resti?» mi domanda e io sbuffo.
«Vorrei andarmene ma lui sa che sono qui visto che il tuo ragazzo gliel'ha detto, ora se vado via pensa che non voglio vederlo e non voglio che lo pensi»
«Quindi dimostra che ti è indifferente e resta» continua il mio discorso e io annuisco anche se non sono molto convinta.
«Per forza» allargo le braccia e sbuffo ancora, quel ragazzo è la mia rovina.
Studiamo qualche ora e poi ci prepariamo per l'arrivo dei ragazzi che come al solito portano da mangiare.
«Anche tu devi dare degli esami a breve?» mi domanda Kevin e io annuisco.
«Sì, tra un paio di settimane ho storia della letteratura francese» dico per poi scuotere la testa «un dramma» concludo e Kevin fa un mezzo sorriso.
«Hai due amici che parlano francese come me e Zambo e non ci chiedi aiuto?» fa il finto offeso e io rido.
«Magari poteste aiutarmi, purtroppo devo solo studiare, non c'è altra soluzione» dico ancora e lui annuisce dandomi ragione.
Per tutta la serata Frank non mi guarda nemmeno, è sempre col cellulare in mano oppure a parlare con Kevin. Con lui è molto più sciolto mentre con me e Tiziana non ha letteralmente rapporto.
Non capisco davvero cosa venga a fare ogni volta con noi se poi non ci dice nemmeno una parola a testa, mah. Ogni giorno, ogni settimana che passa, io lo capisco sempre meno. È un rebus continuo, cambia idea tre volte al minuto, non è stabile, ti dice A ma pensa B, oggi ti dice che sei bellissima e ti accarezza facendoti sentire sulla luna e domani è capace di non rivolgerti nemmeno lo sguardo.
Io ormai ho capito che è fatto così ma davvero vorrei stare nella sua testa per sapere cosa cazzo pensa là dentro. Indecifrabile.
«Giochi o no?» Tiziana mi smuove e mi riporta sulla terra. Mi guardo intorno e tutti stanno aspettando una mia risposta quando io non so nemmeno di che parlano.
«Scusa cosa?» chiedo in imbarazzo scuotendo la testa.
«Giochi a carte Uno?» mi domanda la mia amica e io prima di rispondere guardo l'orologio per poi fare di no con la testa.
«No tesoro, penso che vado. Domani mi devo svegliare presto per studiare e non voglio fare tardi» sono le undici e probabilmente non chiuderò occhio fino alle due stanotte ma preferisco andarmene da qui e non condividere più la mia aria con Frank onestamente. Tiziana lo capisce e si alza da tavola per abbracciarmi.
«Va bene teso, mandami un messaggio quando sei a casa» si raccomanda e io annuisco.
«Piove tanto, ti accompagno io» Frank dal nulla si alza e prende le chiavi della sua auto mettendosele in tasca e recupera il suo cappotto. Tutti e tre lo guardiamo ad occhi sgranati, poi Kevin e Tiziana guardano me.
So cosa vuole e stasera non ne ho voglia quindi non gli darò retta.
«Sei gentile ma non mi serve, grazie» dico cercando di sembrare più calma possibile e poi torno agli altri due «buonanotte e grazie» termino e mi avvio verso la porta. Frank non dice più nulla e si rimette seduto al suo posto.
Guido verso casa mia sotto una pioggia incessante e dopo una decina di minuti arrivo, parcheggio e salgo a casa. Mi spoglio e metto il pigiama per poi mettermi a letto. Non passa nemmeno un'ora che mi arriva il primo messaggio di Frank.

- Sono giù, scendi

Non me lo chiede nemmeno, è come se io fossi ai suoi ordini, mi innervosisce da morire. Visualizzo e non rispondo, lui dopo cinque minuti scrive ancora.

- No?

Ancora visualizzo e non rispondo. Se se ne va mi fa un piacere, stasera non ho proprio voglia di stare dietro alle sue stronzate. Dopo quel messaggio non mi scrive più e penso che se ne sia davvero andato fino a che non suona il campanello di casa mia. Salto giù dal letto e guardo fuori dal balcone che dà sulla strada vedendo la sua auto parcheggiata senza lui dentro. Vado alla porta e guardo dallo spioncino: è lui.
«Chi è?» chiedo fingendo di non sapere chi si trovi dall'altro lato della porta.
«Io» risponde, come se da me fosse di casa. È un narcisista egocentrico prepotente e presuntuoso, non lo sopporto. «Apri o no?» Chiede ancora e punta i suoi occhi neri come il carbone nello spioncino. Devo aprire per forza.
Apro la porta e ci ritroviamo faccia a faccia.
«Se non ti ho risposto c'è un motivo Frank, non credi?» incrocio le braccia sotto al seno per fargli capire che mi sta infastidendo ma non lo tocco minimamente.
«Posso entrare?» mi chiede ignorando completamente la mia domanda, che nervi, Dio mio.
«Se insisti» spalanco la porta e lui entra guardandosi intorno. «Non c'è molto da guardare, casa mia è piccola e per nulla sofisticata» spiego e finalmente ho la sua attenzione. Mi guarda negli occhi e fa due passi verso di me.
«Mi piace»
«Grazie» che cosa devo dirgli? Che imbarazzo. «Vuoi qualcosa da bere, da mangiare?»
«No, sto bene grazie. Voglio sapere perché non mi hai detto degli esami che devi fare all'università» dice e giuro su quello che ho di più caro che sto per ridergli in faccia. Questo ha letteralmente perso la testa.
«Parli seriamente?»
«Sì» annuisce e si siede sul divano prendendomi per mano e tirandomi con lui. Mi fissa e aspetta una mia risposta.
«Io e te non parliamo Frank, di nulla, cosa avrei dovuto dirti?» alzo le spalle e lui inclina leggermente la testa scrutandomi. Allunga la solita mano e mi accarezza il viso in quel modo che ormai è il suo marchio di fabbrica.
«Io non sono uno che parla molto ma tu puoi parlarmi di tutto quello che vuoi» dice e ancora una volta devo trattenere una risata.
«Mi sembra fuori luogo e poi non credo che ti interessi cosa studio» rispondo e lui fa di no con la testa.
«Mi interessa» dice e poi continua «raccontami» continua lasciandomi perplessa.
«Non mi sembra il caso, davvero. Non sei tenuto a...» non riesco a terminare la frase perché lui si sdraia sul divano e tira giù anche me mettendosi alle mia spalle e abbracciandomi da dietro.
«Racconta» ripete mentre passa le sue dita tra i miei capelli.
Ma cosa gli prende? Cosa sta succedendo? Non me lo spiego ma averlo qui che mi coccola e che insiste per conoscermi meglio mi sembra un sogno e decido di approfittarne. Gli racconto dei miei studi e del mio imminente esame e mi sorprende quando mi dice di amare Baudelaire. Non me lo aspettavo ma ama leggere e sa molte più cose di quanto mi aspettassi. Parliamo per ore, gli racconto anche qualcosa della mia vita mentre lui parla sempre molto poco. Sono le tre e mezza l'ultima volta che guardo l'orologio e mi risveglio direttamente il mattino dopo perché sento che lui si sta spostando.
«Ehi, buongiorno» gli dico quando me lo ritrovo di fronte già in piedi e pronto per andarsene. Guardo il mio cellulare che segna le sette e dodici minuti e non capisco, perché sta andando via?
«Buongiorno» si inginocchia mettendosi alla mia altezza e mi bacia la bocca «devo andare che ho gli allenamenti» dice per poi rialzarsi.
«Va bene» annuisco sgranchiendomi le ossa e lui va verso la porta per andarsene.
«Cecilia, ti chiedo solo una cosa» fa dietrofront e inchioda i suoi occhi nei mei. Io mi tiro su sui gomiti e lo fisso in attesa di sentire ciò che ha da dirmi. «Non ti innamorare di me» dice, freddo come sempre. Io non so che dire e faccio di sì con la testa cercando di sembrare distaccata mentre dentro di me mi sembra di aver appena messo il piede su una mina in Afghanistan.
Mi saluta di nuovo e stavolta va davvero via, lasciandomi ancora una volta con la sensazione di essermi persa qualcosa.

Gelido | Frank AnguissaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora