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Mi sono buttata nei libri e nelle fotocopie per preparare per bene il prossimo esame e non ho più sentito né visto Frank. Sono otto giorni ormai e dopo quel messaggio non mi ha più scritto. Avevo pensato di scrivergli ieri ma ha giocato in Europa League e non sapevo se farlo o no e alla fine ho optato per il no. Ora però le mani mi fremono e vorrei tanto scrivergli. Forse ho esagerato a comportarmi così con lui, alla fine lui non sapeva dell'esame e non ha colpe. Prendo il cellulare e gli scrivo, convinta che mi tratterà con la stessa moneta con cui l'ho trattato io più di una settimana fa.

- Stasera ti va di venire da me?

Scrivo e invio velocemente, prima che possa cambiare idea. Il messaggio gli arriva subito ma non visualizza ancora, o almeno non ancora nei sei minuti che resto a fissare la nostra chat. Dopo quei minuti decido di posare il cellulare e ritornare a studiare. Lo riprenderò tra un'oretta e sono sicura che ci troverò il suo visualizzato senza alcuna risposta. A quel punto poi dovrò scegliere la strategia da usare: chiedergli scusa e spiegargli tutto o fare finta di niente ed andare avanti. Deciderò lì per lì, credo.
Ora penso a studiare l'ultimo capitolo della giornata e poi penserò a lui. Stavolta sto studiando inglese che per me è molto più semplice e dopo un'ora scarsa ho finito. Vado in bagno e mangio una Kinder Fetta a latte prima di prendere il cellulare e controllare le notifiche. Sgrano gli occhi quando leggo il suo nome campeggiare sul display.

- Ok, a che ora?

Mi ha risposto dopo dieci minuti che gli avevo scritto e quasi non ci credo.

- Anche tra un'ora per me
- Ok

Risponde immediatamente nel modo in cui mi ha sempre risposto, è il solito Frank e ne sono felice. Vado a darmi una sistemata, mi faccio la doccia e decido che oggi è il giorno giusto per osare visto che devo farmi perdonare. Metto un completo di pizzo nero di Victoria Secret's e aspetto che arrivi. Mi bussa al citofono e gli apro il cancello del condominio aspettandolo dietro la porta. Non voglio dargli neanche modo di entrare, voglio 'assalirlo' subito. Suona alla porta e gli apro. Non appena mette piede in casa mia e si chiude la porta alle spalle gli salto al collo iniziando a baciarlo. Lo prendo alla sprovvista, non se lo aspettava ma poi partecipa pienamente alla mia trappola.
«Che bel benvenuto» dice staccandosi per un attimo dalle mie labbra e sorridendomi. Mi stringe forte il sedere tra le mani per poi salire e stringermi i fianchi affondando con i polpastrelli nella mia carne.
«Dovevo farmi perdonare» rispondo e dopo avergli fatto uno degli sguardi più sensuali che sono capace di fare, mi inginocchio sotto ai suoi occhi sbottonandogli il jeans e prendendo con le mani il suo membro. Lo lecco su tutta la lunghezza e poi assaggio la punta. Lui è con le spalle contro la porta e appoggia anche la testa strizzando gli occhi. Inizio ad inghiottirlo e lo sento ansimare, ora mi guarda e io guardo lui. So che gli sta piacendo quello che gli sto facendo e a dirla tutta piace tanto anche a me. Più le mie labbra e la mia lingua si muovono sulla sua erezione, più lui sembra in estasi. È sempre più pronto ed infatti ad un certo punto mi fa alzare e mi prende di peso trascinandomi in camera e sedendosi sul mio letto con me sopra. Sono a cavalcioni su di lui e continuiamo a baciarci senza sosta.
«Non ti ho risposto perché...» dico tra un bacio e l'altro ma lui mi zittisce.
«Non mi devi dare spiegazioni» mi sposta i capelli dal viso e mi guarda negli occhi.
Lo so che non devo, dannazione, ma voglio farlo.
«Voglio farlo. Il giorno in cui mi hai scritto ho dato l'esame, il famoso storia della letteratura francese» dico tremando al solo pensiero di quella mattinata.
Mi fissa per qualche secondo e poi risponde.
«Tutto bene?»
«No, sono stata bocciata ed ero arrabbiata. Non dovevo prendermela con te, non c'entri niente» spiego e lui fa di sì con la testa. Capovolge la situazione e si mette su di me baciandomi dolcemente la fronte, poi il naso, gli zigomi, la bocca.
«Mi dispiace» dice solo «questa è la scusa che mi darai ogni volta che ti vedi con gli altri?» mi chiede serio e io alzo le sopracciglia.
«Non vedo altri, tu piuttosto, in questi giorni chissà quante te ne sarai scopate» gli rispondo con gli occhi ancorati ai suoi e le mani che mi tremano.
Non abbiamo mai parlato di esclusiva in questi mesi e non mi stupirei se si vedesse con altre ragazze ma non posso negare che mi darebbe fastidio.
«Solo un paio» dice e io spalanco la bocca. Poi però ride e capisco che sta scherzando. «Non vedo altre» ripete le mie stesse parole e mi calmo.
«Non ci credo» scuoto energicamente la testa appoggiando le mie mani aperte sul suo petto nudo.
«No?» mi bacia il collo e mi abbassa le bretelle del reggiseno scoprendomi lentamente sempre più parti di pelle.
«No» ripeto e lui non aggiunge altro ma passa ai fatti. Mi entra dentro senza altri fronzoli e finalmente mi regala il piacere che mi era tanto mancato in questi giorni.
Poi ce ne restiamo lì, sdraiati sul letto in silenzio a fissare il soffitto fino a che non è lui a dire qualcosa.
«Non vedo altre» dice di nuovo girando la faccia verso di me «me le scopo solo nella mia auto senza neanche guardarle in faccia» racconta e io mi alzo sui gomiti guardandolo esterrefatta.
«Ah quindi l'auto è il tuo marchio di fabbrica» gli do una spinta e lui ride ancora.
«Di solito non vado oltre l'auto» dice facendomi capire a suo modo che io sono un'eccezione. «E non sto con qualcuna nella mia auto da quando siamo stati da Kevin l'ultima volta» continua.
«L'hai fatto con me dopo essere andati via da casa di Kevin»
Annuisce e mi bacia la bocca.
«Non vedo altre» ripete ancora e stavolta so che sta dicendo la verità ma mi piace scherzare su questa cosa e continuo.
«Continuo a non crederci»
«Mhmh, va bene. A proposito, perché non organizziamo ad andare un paio di giorni fuori, io e te? Sorrento, Amalfi, Positano... scegli tu» mi elenca tutti i posti più belli della Campania e io scoppio a ridere.
«Non ci credo neanche se prenoti davanti ai miei occhi» rispondo e lui fa l'offeso.
«Non ti fidi proprio eh» mi tira a lui e io scuoto la testa.
«No»

Non posso fidarmi perché so che ci resterei male, poi se sta dicendo cose vere e le metterà in atto allora sarò felice ma per ora non ci crederò.

Gelido | Frank AnguissaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora