⋆ ˚。⋆୨୧˚ eight ˚୨୧⋆。˚ ⋆

987 80 112
                                    

Arriva la domenica, è tempo di parlare con i miei…

Vado a casa loro e mi accolgono come se fossi un ospite, e non un figlio.
MM(madre Mikey): Sai che non ti vogliamo troppo intorno, spero per te che sia qualcosa di importante.

Ed ecco che riinizia a fare l'arrogante…
Mikey: Sì ecco, a scuola ci hanno dato dei fogli da firmare per…
MM: Non potevi firmarli te?
Perché cazzo mi interrompi?!

Prendo un bel respiro.
Mikey: Andiamo in gita all'estero e servono per forza le vostre firme.
PM(padre Mikey): Fammi leggere questi fogli.

Gli passo il tutto ed inizia a leggere.
PM: Quindi vorresti anche soldi in più eh.
Mikey: Se fosse possibile…
MM: D'accordo puoi andarci; firma quei fogli caro. Domani andrò a compilare il bollettino.

Non capisco cosa le abbia fatto cambiare idea ma... Andrò in gita!

Mi firmano tutti i fogli e me ne vado, ma quando sono sulla porta di casa e sto per chiuderla sento i miei genitori parlare.
PM: Perché hai accettato subito? È strano da parte tua…
MM: Almeno non lo avremo tra i piedi per un po'.
PM: Ah capisco. Adesso ti riconosco.

Scappo, correndo verso casa mia. Perché mi odiano così tanto?! Con loro mi sono sempre comportato nel migliore dei modi…

Arrivo a casa ed inizio a mettere sottosopra qualsiasi cosa. Urlo e piango senza ritegno.

Non riesco proprio a capire tutto questo odio nei miei confronti…

Mi sono anche fatto male, tirando pugni al muro. A stento riesco a muovere le mani, c'è sangue ovunque; sembra la scena di un crimine.

Sono nel panico e non capisco più niente, prendo il telefono e chiamo la prima persona che mi viene in mente.

Ken. Lui riesce sempre a calmarmi.

Lo chiamo, non risponde subito... Credo di averlo disturbato... Sono proprio una frana.
Ken: Hey, tutto bene?
Mikey: No, puoi raggiungermi?
Cerco di non balbettare, con scarsi risultati.

Singhiozzo e mi accascio a terra.
Ken: Inviami la posizione di dove sei, arrivo.
Mikey: La porta è aperta.

Riattacco e gli invio la posizione di casa mia.

Rimango ad aspettarlo, perdendo sangue e piangendo. Per fortuna i fogli si sono salvati, visto che li avevo lasciati sul tavolo in cucina.

Ho gli occhi pesanti e mi gira la testa, ma proprio quando sto per addormentarmi sento la porta aprirsi e richiudersi.

Mi corre incontro e mi chiama, per vedere se sono cosciente. Gli rispondo con qualche mugugno ed allargo le braccia. Ho bisogno di affetto.

Mi abbraccia e riprendo a piangere.
Ken: Che è successo?
Rimane calmo nonostante la situazione.

Inizio a spiegargli il rapporto che ho con la mia famiglia, gli lancio addosso tutti i miei problemi ma non si scompone, rimane lì a cercare di tranquillizzarmi.
Mikey: S-scusa…

Mi stacca leggermente da lui e mi sorride.
Ken: Stai tranquillo.
Asciuga le mie lacrime con la manica della sua felpa.
Ken: Ora ti disinfetto le mani e te le fascio; poi rimettiamo tutto a posto, quando ti sarai calmato.

Mi fa alzare e mi porta in bagno, mi siedo sul water chiuso ed inizia a cercare il disinfettante.
Mikey: N-nello sportello sotto al lavandino…
Ken: D'accordo, grazie.

Trova tutto il necessario e mi fascia.
Ken: Come ti senti ora?
Mikey: Meglio… Grazie mille. Mi dispiace averla disturbata…
Ken: Non avevo niente di importante da fare, non preoccuparti.

Rimaniamo in silenzio, lui mi guarda sorridendo, io invece non riesco a reggere il suo sguardo, così mi guardo le mani, tutte fasciate e rovinate…
Ken: Non pensarci troppo, capita di farsi prendere dalla rabbia.
Mikey: Ma a me capita sempre! Non sono normale… È giusto che si siano allontanati…

Sento nuovamente gli occhi pungere.
Ken: Se sono dei pessimi genitori te non hai colpe.
Mi accarezza la testa e si alza.
Ken: Bene, ora metto un po' a posto.

Torna in salotto ed inizia a rimettere un po', io lo seguo rimanendo in silenzio e cercando di essere utile in qualche modo.

Dopo aver rimesso, relativamente bene, il salotto passiamo all'ingresso.
Mikey: Mi dispiace averla coinvolta così tanto nella mia vita…
Ken: Non pensare che siamo insegnante e studente, siamo quasi coetanei, è normale che con me ti trovi bene. Poi aiutare i miei studenti mi piace. Togliti dalla testa di essere un peso, non lo sei.

Finiamo di sistemare.
Ken: Sicuro di poter rimanere da solo?
Mikey: Sì sì, mi sono calmato. Grazie ancora.
Ken: Figurati.

Mi sorride, mi saluta e torna a casa sua.

Prendo gli stupidi fogli per la gita e gli lancio nello zaino.

Mi metto nel letto e mi addormento, pensando alla dolcezza di Ken.

Professor [DrakenxMikey]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora