CAPITOLO I

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Gallipoli, 14 Giugno
Mariateresa
3 ore prima dell'arresto

Mi guardo allo specchio strofinando con le mani il vestito bianco che indosso, non ancora convinta di volerlo mettere. Sono le 22:40 e per le per le 23 dobbiamo essere in discoteca, che palle.

"Se continui a guardarti lo spaccherai". Sento la voce della mia migliore amica, Federica, dall'altra stanza.

"Ma con tutti i posti in cui andare a ballare doveva venire proprio dove andiamo noi". Sbuffo.

"Smettila, l'unica persona che si dovrebbe porre problemi tra i due, è lui poi non posso farci niente se è il migliore amico del mio fidanzato". Mi dice oramai esausta di sentirmi lamentare.

Io e Fede abbiamo deciso di fare una mini- vacanza a Gallipoli per una settimana, ma guarda caso nello stesso villaggio dove alloggiamo ci sono anche il mio ex e Luigi, un mio amico e fidanzato di Fede.

Quando l'ho scoperto sono andata su tutte le furie, io e Fede non ci siamo parlate per mezza giornata. Sono fermamente convinta che centrino lo zampino suo e di quella specie di amico che mi ritrovo.
Loro vorrebbero che tornassimo insieme, ma per me ormai è un storia chiusa.

Sono stata male per parecchi mesi, e se fossi stata la Mariateresa di tre mesi fa sarei corsa tra le sue braccia senza farmelo ripetere, ma con il tempo ho compreso che un tradimento è pur sempre un tradimento.

Non ci parliamo da ormai cinque mesi, se non a stento un "ciao" poiché usciamo con lo stesso gruppo di amici, ma averlo nello stesso posto, in un luogo dove l'alcool scorre come l'acqua non mi rende serena.

"Il taxi ci aspetta. Sbrigati!." Mi osservo allo specchio per l'ultima volta, spostando un ciuffo di capelli dietro l'orecchio.

Prendo un respiro profondo.

"Sarà una lunga serata" dico a me stessa.

~~~~~~~~~~~~~~~

"Ciao amore". Sento la voce di Gigi, mi volto e vedo che sta salutando Fede con un bacio.

"Ciao a tutti" dico mentre sfilo dalla borsa una sigaretta portandomela alle labbra.

Sento la sua presenza dietro di me mentre siamo in fila, tutta questa vicinanza mi agita e innervosisce.
Per fortuna il buttafuori ci invita ad avanzare. Comunichiamo i nostri cognomi e lui ci indica dove si trova il nostro tavolo, dove poi ci saranno serviti gli alcolici.

La musica è altissima e questo, insieme alla nicotina, contribuisce a calmare i miei nervi.
La serata andrà bene se mi terrò lontana da lui e berrò tanto, sarà un gioco da ragazzi.

Improvvisamente sento una mano posarsi su un mio fianco. Ritiro mentalmente tutto ciò che ho pensato fino ad un minuto fa.

"Fumi ancora quando sei nervosa" dice con la voce un po' tremante.

"Il lupo perde il pelo ma non il vizio" dico spostando la sua mano.

"Senti Mary, volevo..." lo interrompo ancor prima che possa iniziare.

" Guarda Peppe, giuro che sei l'ultima persona che avrei voluto vedere questa sera fino a poche ore fa, ma ormai sono passati parecchi mesi quindi tranquillo nessun rancore, godiamoci questa serata e basta."
Cerco di fargli un sorriso, ma mi esce una smorfia.

Dentro di me brucia un fuoco di rancore, ma che dico, un incendio però non voglio rovinarmi la serata in nessun modo possibile.

"Ok.." dice un po' dispiaciuto. Cosa si aspettava? Che un po' di alcool e un frase dopo cinque mesi avrebbe risolto tutto? Povero illuso.

𝐋𝐚 𝐯𝐨𝐜𝐞 𝐝𝐞𝐥𝐥'𝐚𝐦𝐨𝐫𝐞 //𝐂𝐈𝐑𝐎 𝐑𝐈𝐂𝐂𝐈Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora