Pov Ciro
Mi sveglio sul pavimento di questa squallida cella d'isolamento. Apro gli occhi e il sole arriva raggiante illuminando tutta la stanza.
Cosa ci faccio per terra?
Sposto lo sguardo verso sinistra e la vedo. Addormentata, con la testa appoggiata alle sbarre e le labbra socchiuse.
Il sole le illumina il viso rendendola,se è possibile ancora più bella.
Non mi sarei mai immaginato che avrei notato una come lei, esteticamente parlando non ho nulla da dire, ma da quello che ho potuto capire, è una brava ragazza totalmente estranea al mio mondo.
La osservo e automaticamente porto la mia mano sinistra tra i sui capelli, accarezzandoli.
Il neo sulla sua guancia mi fa impazzire e vorrei costantemente mordergli quelle labbra.
"Nennè..." la chiamo dolcemente.
Non so perché mi comporto così. Se non ci fosse stata lei, avrei rivoltato l'ufficio di quella bastarda della direttrice, avrei fatto di tutto per non farmi sbattere in isolamento.
Stranamente invece l'ho presa piuttosto bene, forse perché convito sarebbe venuta da me.
È questo quello che intendo dire quando dico che lei è una pantera, come me. Non pensa alla conseguenze e se lo fa non gliene importa niente se quello che ha fatto la rende felice.
È così bella e innocente mentre cerca di sistemarsi sul freddo pavimento, quanto vorrei stringerla tra le mia braccia...
E ti senti terribilmente in colpa...mi ricorda la mia coscienza.
"Nennè ti devi svegliare, si te verene cca te mettene in isolamento pure a te" dico a bassa voce.
"Meglio... così possiamo dormire sul quel bel lettuccio"risponde con la voce impasta dal sonno.
Apre i suoi grandi occhioni e li fissa su di me. La maglia si è spostata leggermente durante la notte ed ora lascia intravedere il suo reggiseno nero.
"Prima di andartene copriti" le dico serio.
"Abbiamo un Ciro Ricci geloso di prima mattina" mi prende in giro.
"Tu copriti e basta, ce simme capiti?".
Se penso ancora a quello che avrebbe potuto fargli Pino divento matto. Avrebbe potuto toccarla e sporcarla con le sue luride mani.
Forse è da quel momento che ho capito di provare qualcosa per lei. Da quando ho sentito la sua voce urlare il mio nome, qualcosa in me si è acceso.
Dovevo correre a salvarla, dovevo aiutarla. Se la prima persona a cui ha pensato sono stato io, se grazie a me lei ha recuperato la parola, io sono in dovere di proteggerla.
Sempre, anche da me stesso.
Soprattutto da te stesso.
"Si, va bene" dice alzandosi.
"Spero ti facciano uscire presto" ora ha le mani che stringono le sbarre e mi guarda dall'alto.
Mi alzo anch'io.
"Non lo so nennè...tu faje 'a brava vabbuó?"
Annuisce, mi avvicino per lasciarle un dolce bacio sulle labbra.
Quando sono con lei, sono così. Il temuto Ciro Ricci scompare e questa nuova parte di me prende il sopravvento. Mi fa credere che potrei essere un persona migliore per davvero.
"Te si' dimenticata e chille ca te aggio ritte ajere?"
La stuzzico di proposito.
Il piano sarebbe quello, in realtà.
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𝐋𝐚 𝐯𝐨𝐜𝐞 𝐝𝐞𝐥𝐥'𝐚𝐦𝐨𝐫𝐞 //𝐂𝐈𝐑𝐎 𝐑𝐈𝐂𝐂𝐈
أدب الهواةDue vite stravolte. Due come loro, completamente diversi, opposti. Questa è la storia di come l'amore cambia tutto. © tutti i diritti riservati