CAPITOLO XI (parte I)

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Pov Mary

Ci stiamo mettendo a letto, oggi stranamente la cena mi è sembrata più buona. Forse perché sto pensando in continuazione allo sguardo di Ciro che brucia sulla mia pelle.

Quello che abbiamo fatto oggi pomeriggio, il nostro modo di scherzare e di essere complici mi rende la persona più felice di questa terra.

Certo volte dimentico perfino che sia figlio di un mafioso. Sto realizzando che vorrei condividere tutto con lui, tutto quello che mi appartiene, i miei segreti più profondi e fargli delle confidenze del tutto personali.

Per caso ti stai innamorando del boss?

Sbuffo mentalmente. Certo che no!

Mi sporgo verso la finestra. L'aria calda di questo pomeriggio si respira anche ora, non c'è un filo di vento. Adoro queste temperature e amo ancora di più osservare il mare.

Mi riporta alla mente bellissimi ricordi.

"Dai, al tre corriamo e ci tuffiamo, va bene?" mi dice Fede mentre mi stringe la mano.

"Sarà ghiacciata" dico ridendo.

" Se non ti butti ti schizzo, te lo dico" continua.

"No, lo sai che lo odio"

"Allora andiamo. 1..."

"2..." continuo.

"3!" diciamo insieme.

Puntualmente un volta buttate mi rincorre fino a saltarmi addosso. Continuiamo a scherzare e fare le sceme, ci ostiniamo a diciassette anni a giocare ancora alle sirene.

Ma la amo per questo, per la sua semplicità, per l'essere ancora bambine e per il farmi, sempre,sentire in pace con me stessa.

"Ammó, non vieni a dormire?" Nad mi riporta alla realtà mentre asciugo velocemente una lacrima.

"Credevo sarebbe venuto Lino, sai..." le spiego.

"Avrà tenute re problemi staij tranquilla"

Forse ha ragione, non devo farmi delle paranoie inutili.

"Guarda, si sta facendo già perdonare" mi indica con un gesto il bigliettino fuori dalla finestra.

Lo afferro sorridendo come una bambina.

"Nennè sta sera nu' nce putimme vare', tu peró uarde 'o mare e penze a me."
-Ciro tuo.

Decido di rispondergli, così anche lui potrà conservare qualcosa di mio.

Tento di ricordarmi come si scrivere il napoletano, sperando di non fare figure.

"Si perché tu per me si' 'o mar for, anche se siamo rinchiusi qui dentro" -Nennè tua.

Aspetto che tiri la cordoncina e mi metto a letto, non vedendo l'ora che arrivi domani.

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Stiamo scendendo in cortile per una comunicazione importante, così almeno ci ha detto Liz.

"Questa notte hai russato da morire" dice Gemma a Silvia.

"Ma c dice" commenta lei, falsamente offesa.

Io e Nad ridiamo. Ho imparato ad affezionarmi a loro, sono delle brave ragazze, passiamo la maggior parte del tempo a raccontarci e a scoprire cose del nostro passato.

La storia di Gemma mi ha veramente colpita, lei non si accorge in realtà di quanto sia forte.

Superare qualcosa del genere è davvero dura... molte volte la vedo chiudersi in se stessa e rattristarsi, per questo interveniamo io e Nad per risollevare l'umore generale.

𝐋𝐚 𝐯𝐨𝐜𝐞 𝐝𝐞𝐥𝐥'𝐚𝐦𝐨𝐫𝐞 //𝐂𝐈𝐑𝐎 𝐑𝐈𝐂𝐂𝐈Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora