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Eravamo già a metà Febbraio ed io stavo facendo le valigie; durante il weekend sarei stato con la mia famiglia, in montagna, lontano dalla civiltà. E mentre mi ripetevo che quello stava diventando il punto più basso della mia vita, mi squillò il telefono: eri tu.

"oi, dimmi"

"hai- hai cinque minuti per parlare?" avevi la voce stanca, rotta, probabilmente avevi pianto fino a qualche minuto prima.

"sì, ma che è successo? stai bene?"

"io- sto bene," sospirasti "è che ho bisogno di qualcuno che mi stringa, patetico no?" ed ecco la solita risata triste, quella che in quel periodo continuavi a fare senza volerlo. Il solo immaginarla mi trasmette ancora tutta la malinconia che avevi dentro. Mi dispiace di non aver fatto nulla se non ascoltarla e deprimermi. Avrei dovuto cercare di scacciarla, ma riuscivo solo ad assorbirla e abbassare il capo.

"Mikey, devo venire a casa tua?"

"no, no! Non sono lì, sono uscito."

"dimmi dove che ti raggiungo." afferrai le chiavi di casa dalla scrivania, mettendole in tasca con un movimento fulmineo.

"Tommy, rimani a casa, non ti ho chiamato perché venissi."

"però mi hai chiamato per farmi partire con l'ansia a quanto pare. Fai meno il coglione ed escimi la zona."

"Tom, ti ricordi quando ti ho chiesto di vivere per me?"

"sì, ma che cazzo c'entra ora?"

"lo faresti ancora? Anche se sono una cattiva persona?"

mi soffermai un attimo sulla tua domanda; tu credevi d'essere una cattiva persona. Tu, che cercavi di dare aiuto incondizionato appena potevi. Tu, che per gli altri avevi rischiato di affogare così tante volte. Tu, che continuavi a starmi accanto seppur fossi la persona peggiore e lesiva che avresti mai potuto scegliere.

"ma tu sei davvero un coglione." avevo riso "ovvio Mike. Sei una brava persona. Sì, anche un cazzone a volte, ma rimani una bella persona ed io ti voglio bene."

sospirasti, "io non ce la faccio a crederlo. Se fossi una brava persona mi succederebbero cose belle."

"No, Mike, brava persona o meno, ti succederebbero comunque situazioni di merda, per tutti è così. Ma metti caso anche fossi la persona peggiore su questa terra, a chi fregherebbe qualcosa? Nel senso, alla fine ognuno fa quel cazzo che gli pare e non se ne fotte degli altri. Quindi fallo anche tu."

"non voglio più stare male, Tom. Non voglio più dovermi sentire così."

"ma che è successo?"

"niente. È quello il problema."

in quel momento non riuscii a capirti: se non era successo nulla, perché farsi paranoie? Perché crearsi problemi? Ma non eri tu a farteli. Non eri tu a crearteli da solo, perché ti era stata tolta la possibilità di scelta; non stavi bene e non era colpa tua. Non stavi bene e non potevi controllarlo.

I tuoi guantiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora