era il venti Marzo e l'inverno stava lasciando posto alla primavera. E finalmente, dopo tanto tempo, mi stavi sorridendo. Ma non portavi i tuoi guanti ed io avrei solo voluto piangere.
«tieni.» me li stavi dando.
«aspetta- non hai più freddo? che significa?»
«non è quello. Devo abituarmi a stare anche senza.»
«senza guanti?»
mi guardasti negli occhi «senza te.»
sussultai, sentendo gli occhi lucidi e le lacrime pizzicarmene gli angoli. Misi una mano davanti alla
bocca mentre, senza volerlo, dalle mie labbra uscì una risatina isterica.«che intendi? Mike, mi sono scusato centomila volte e sono pronto a farlo altre mille se ce n'è bisogno. Ma ti prego, non andartene, non lasciarmi solo. Mi hai promesso che non avresti mai smesso d'essere gentile con me, rispetta la tua promessa cazzo.» stringevo il pugno destro, tirando su col naso.
«Tom, non serve che ti scusi, perché io ti ho già perdonato. Ma so anche che devo perdonare me stesso e devi farlo anche tu. E finché staremo insieme non riusciremo mai a farlo.»
stetti in silenzio mentre le lacrime iniziarono a scendere da sole, tu però eri fermo, per la prima volta vedendomi fragile decidesti di non abbracciarmi. Forse è stato meglio così, forse sarei crollato ancor di più se mi avessi abbracciato. Mi piace pensare sia così.
«mi stai abbandonando?»
«no, ma sto scegliendo me,» sospirò «per sopravvivere, devo mettermi al primo posto per una volta. Capiscimi, almeno provaci.»
io afferrai i guanti, «ti voglio bene. Non smetterò mai.»
«anche io. Non lo so cosa provo per te, se è platonico o meno, ma so che sei importante e che è un sentimento positivo. Però non basta a risolvere tutto, non questa volta. Mi hai ferito troppo.»
«lo so.»
ti allontanasti e con te portasti il mio cuore. Dissi addio a tutte quei momenti idioti, alla biblioteca, alle nostre canzoni, alle collane uguali, ai tuoi guanti che non mollasti mai quell'inverno. Pensandoci, non ti tennero mai davvero al caldo, ma tu continuavi a portarli. E a volte mi ritrovo a credere che hai sempre messo i guanti per non toccare la mia mano, ed ora che ci penso fa male anche respirare. Perché mentre io mi mettevo a nudo, tu coprivi sempre più strati di pelle. Ed era un centimetro in più ogni qualvolta stavamo insieme; un centimetro in più ad ogni mio scoperto. Michael, io non ti ho mai davvero conosciuto ed ora che ti ho perso, so che per farlo dovrò prima conoscere me stesso. E mi fa paura, perché non lo so se saprò essere gentile, se avrò ricadute, se riuscirò a non odiarmi in eterno. Ma se penso che lo faccio per te, che è per riaverti qui con me, allora ci provo davvero e mi va bene qualsiasi cosa io debba andare incontro. Chissà se ci pensi a volte a me, da qualsiasi parte tu sia.
intanto qui è tornato l'inverno, seppur nel mio cuore non se ne sia mai davvero andato. Ed è un freddo gelido, che mi rende il naso rosso e fa starnutire in eccesso. Quest'anno sarò io a portare i guanti.

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I tuoi guanti
Teen Fictionhai sempre messo i guanti per non toccare la mia mano, ed ora che ci penso fa male anche respirare. Perché mentre io mi mettevo a nudo, tu coprivi sempre più strati di pelle. Ed era un centimetro in più ogni qualvolta stavamo insieme; un centimetro...