Il tempo che passo con James è così veloce e leggero, sembra di camminare sulle nuvole quando mi tiene per mano o mi abbraccia e mi dice che tutto andrà bene.
Non so se davvero andrà tutto bene ma so che per il momento non sono sola, dicono che solo gli amici veri sono con te nei momenti difficili, ma questa situazione è strana, perché tutto potevamo definirci noi tranne che amici.
In questi giorni non riesco a vedere in lui il ragazzo che vedono tutti. Davvero non me lo posso immaginare. Quel ragazzo superficiale, freddo, egoista, e chi più ne ha più ne metta. Adesso è solo dolce, gentile, carino, o forse adesso è solo James.
E se fosse questa parte di lui l'illusione? Se lui stesse fingendo con me adesso anziché con gli altri sempre?
Davvero posso pensare che una persona crei una maschera che aiuti gli altri quando di solito è il contrario? Ma sto bene?
Evidentemente no.
"Selena amore secondo me dovresti andare a casa non ti fa bene stare troppo tempo all'ospedale non è un ambiente adatto a te" mi dice la mamma sedendosi vicino a me.
"Che significa? Come se fosse adatto per qualcuno questo posto"
"Nel senso che l'odore dei medicinali potrebbe deprimerti e poi pensa a Jaxon secondo gli piace stare qui"
"Mamma io ci penso a Jaxon ma non voglio andarmene"
"Ascoltami Sel andate dalla nonna così vi potete rilassare un po ti chiamerò se mi diranno qualcosa"
"Ma mamma"
"No andate quel povero bambino non deve stare chiuso qua dentro perché tu sei testarda"
"Non posso crederci che lo hai detto davvero" prendo una pausa "vuoi dire che per colpa mia lui è qui dentro?"
"Selena va a casa tu tuo fratello e tutto il resto adesso" si stata innervosendo ma anche io... in poche parole mi ha detto che lui viene dopo di me e che mi deve sopportare non lo accetto.
Senza dire una parola mi alzo e vado verso Jaxon che sta giocando con James
"Jaxon mettiti il cappotto dobbiamo andare a casa"
"Perché?" Mi chiede lui incuriosito
"Perché lo vuole mamma, muoviti"
"Sel tutto bene?" Chiede James avvicinandosi a me
"Alla grande" dico ironica
"Perché sei nervosa?" Il suo tono è calmo
"Non lo sono"
"Si che lo sei" si ostina
"No!" Esclamo "perché credi di conoscermi? Tu non sai niente"
"Ma non è colpa mia se te lo leggo in faccia"
"Vabbene e allora?"
"Dimmelo"
"No"
"Dimmi che ti prende, cosa è successo? Prima eri tranquilla"
"Ora capisci? Io sono così, un secondo sono calma il secondo dopo nervosa, te ne vuoi andare? Bhé la porta è aperta a me non importa"
"Calmati non hai detto nemmeno una cosa esatta"
"Non ho voglia dei tuoi giochi di parole"
"Non mi muovo di qui finché non mi dici che hai"
"Per me tu puoi andartene pure domani mattina non è un mio problema quella che se va sono io"