Prevedibilmente Peter non si era fatto più sentire e questo aveva portato Megan a decidere di prendere in mano le redini della situazione.
Due mattine dopo lo strano incontro presso la Oscorp, era passata dai Parker con un pretesto e, durante il tragitto a piedi, aveva incontrato Ben.
《Hey Megan!》 l'aveva salutata lui come sempre molto entusiasta di rivederla.
《Signor Parker》aveva ricambiato il saluto altrettanto felice.
Nonostante gli anni di conoscenza provava ancora un leggero imbarazzo nei confronti dei coniugi Parker ma avendo trascorso gran parte della sua vita in loro compagnia sapeva di essere la benvenuta e che avrebbe sempre potuto contare su di loro.
《Quante altre volte dovrò dirti di chiamarmi Ben?》 aveva insistito lui con tono ironicamente pretenzioso.
《Hai ragione》 era stata la sua risposta.
《Scusami, Ben》 aveva aggiunto offrendosi poi di aiutarlo con gli scatoloni che stava trasportando verso casa.
In quel lasso di tempo avevano parlato del più e del meno.
Megan gli aveva raccontato altri dettagli sul viaggio in Europa e lui le aveva parlato del suo lavoro, di May e anche di Peter.
《Si comporta in modo strano.
Voglio dire, capisco la questione adolescenza ma ultimamente passa davvero molto tempo chiuso in camera e a meno che...》
《Non ha una ragazza》lo aveva interrotto senza volerlo, le parole le erano venute fuori spontanee.
Ben l'aveva guardata con un'espressione indecifrabile per qualche istante e lei aveva temuto il peggio.
Era stata sul punto di riprendere il discorso ma la -non tanto- velata allusione di lui l'aveva preceduta.
《Uh! Che sollievo!》 aveva esultato con un sarcastico sospiro di sollievo.
《 Magari, dopo undici anni, i sogni di sua zia si avvereranno...chi lo sa!
Terrò le dita incrociate 》
E dopo quell'affermazione per poco non era collassata sul marciapiedi soffocata dalla sua stessa aria.
Si ripeteva di aver frainteso eppure si augurava intensamente di non averlo fatto.
Arrivarono al porticato e la prima cosa che videro fu Peter impegnato in quella che sembrava essere una lettura piuttosto precaria.La gamba che penzolava libera a mezz'aria, la testa china sugli appunti, l'espressione attenta di chi non era intenzionato a perdere il minimo dettaglio...
"Peter!" richiamò la sua attenzione Ben e lui parve finalmente accorgersi degli altri due.
"Ciao zio Ben!" rispose prima di avere un attimo di esitazione.
Spostato lo sguardo su Megan aveva notato che da quell'altezza la camicetta lasciava intravedere molto più di quanto avrebbe dovuto.
"Hey, ciao Meg" aggiunse poi dopo essersi schiarito la voce.
"Che ci fai lassù?" riprese suo zio.
"Faccio i compiti" si limitò a dire imponendosi di restare con gli occhi puntati sui libri.
Doveva guardare i libri, non in basso.
Doveva guardare i libri, non lo scollo di Megan...
"Peter, ricordi quel progetto di cui ti ho parlato?
Mi chiedevo se avessi..."
"Certo. Vieni pure" la invitò a raggiungerlo mentre suo zio si apprestava ad entrare."In camera tua?" chiese intimorita con un fil di voce.
"Sì..." rispose Peter, prolungando il suono sull'ultima lettera come a voler enfatizzare la superfluità della sua domanda.
"Ma no!" sobbalzò e il suo gesto costrinse Peter a dedicarle il suo totale interesse.
《Posso farcela.
Posso farcela a non sembrare un pervertito.
Posso farcela...》 si ripeteva.
"Intendo dire...intendo dire che posso anche passarti la..."
Arricciò il naso e la guardò sospettoso.
Gli stava nascondendo qualcosa.
"Quindi...
Come vorresti procedere, Ross?" decise di reggerle il gioco.
Voleva vedere fino a che punto sarebbe stata disposta ad arrivare.
"Vorresti lanciarmi la USB dal giardino e aspettare lì impalata finchè io..."
"Okay! Okay!" se ne tirò fuori lei.
Evitare di restare sola con Peter le era sembrata una buona idea visto il commento, abbastanza ambiguo, dello zio Ben ma temeva che battibeccare con lui pur di evitarlo sarebbe sembrato di gran lunga peggiore.
E sebbene lo avesse fatto con l'intenzione di non suscitare sospetti, Peter iniziava ad averne qualcuno.
"Bene" disse tirandosi su per rientrare.
"Giusto per essere sicuri...
La mia porta è la seconda a destra" continuò senza mai distogliere lo sguardo.
Aveva questa sensazione, questa forte sensazione riguardo il suo comportamento, e avrebbe fatto di tutto pur di verificarla.***
Megan si fece avanti raggiungendo la scrivania.
Peter la fece accomodare e rimase a distanza, poggiato con la schiena alla parete.
"È tutto pronto.
Ho convertito tutti i documenti nello stesso formato e inserito ognuno di loro in una cartella zippata come mi hai..."
Alzò lo sguardo e lo abbassò di nuovo, poi lo alzò ancora e lo abbassò di nuovo.
Le possibilità potevano essere soltanto due.
O sua zia aveva sbadatamente pasticciato con la temperatura dell'impianto di riscaldamento portandolo -involontariamente- al massimo oppure era lui, il suo corpo, ad essere al punto prendere fuoco.
Aveva fatto delle ricerche a riguardo e aveva scoperto che una peculiarità dei ragni è proprio quella di avvertire in maniera amplificata qualsiasi cosa e, nonostante non avesse avuto modo di sperimentarlo, in quel momento sentiva di non avere dubbi.
Era adrenalinico.
L'ormone della classe delle catecolamine prodotto nella porzione midollare delle ghiandole surrenali aveva causato in lui un aumento della pressione, della capacità di lavoro dei muscoli, del metabolismo generale, del contenuto di glicosio nel sangue...
e, scientificamente parlando, non solo quello.
In un passato non troppo lontano, quando le circostanze erano state innegabilmente simili, si era sentito profondamente mortificato, onestamente imbarazzato e completamente ingiustificato.
Ma adesso sembrava essere diverso.
Adesso sembrava essere abbastanza sfrontato da riuscire a permettersi quel lusso senza il repentino cambio di colore.
"Sbaglio, o sei agitata?" chiese mettendosi a braccia conserte e piegando leggermente la testa.
Megan serrò la mascella e deglutì a forza.
La frase che stava concludendo interrotta a metà...
Era una sua impressione o l'aria nella stanza stava iniziando a scarseggiare?
Si strinse nelle spalle,
doveva restare calma.
"Agitata? Perché dovrei..."
"Dimmelo tu.
Perché sei così tesa?"
"Merda!"
Tirò su la schiena di scatto e arretrò dal computer evitando per pochissimo di inciampare all'indietro urtando la sedia.
Riacquistò l'equilibrio e, quando alzò lo sguardo,
Peter era al suo fianco e la sua mano sinistra dietro la sua schiena.
Giurò di aver visto un guizzo, una scintilla divampata in quegli splendidi occhi color nocciola del suo - ex non tanto ex, forse solo a tratti ex- migliore amico.
Per mantenere integro quel briciolo di contegno che le era rimasto prese un respiro profondo e, sebbene il suo fosse stato un riflesso del tutto innocente, lo stesso non si potè dire riguardo al responso del corpo di Peter.
Dischiuse le labbra e senza interrompere il contatto visivo le inumidì.
Lo avrebbe fatto, al diavolo l'auto-controllo.
L'avrebbe fatto, eccome se l'avre...
Squillò il cellulare di Megan e lei colse l'occasione per divincolarsi.
A giudicare dal suo aspetto avrebbe potuto benissimo essere reduce da una maratona di triathlon durata dieci ore o dal più persuasivo sogno erotico della sua vita, durato altrettanto a lungo.
"Devo andare.
È mia madre" spiegò afferrando al volo la borsa dalla scrivania e incamminandosi decisa verso la porta.
《Cazzo, ho esagerato》 si ammonì Peter.
Il coraggio di prima era svanito in un istante.
Percepiva il cuore di Megan battere all'impazzata e se prima era stato convinto di saperne la causa, adesso era seriamente terrorizzato dall'idea di aver terribilmente frainteso.
"Meg! Meg, scusami.
Non..."
"È tutto okay.
Devo andare, scusami tu.
Tieni la...a domani, P" tagliò corto chiudendosi la porta alle spalle.
"Maledizione!" sussurrò gettandosi a peso morto sul materasso.
Cosa gli era passato per la testa?
Si era fottuto il cervello?
STAI LEGGENDO
Lost In The Moment | Peter Parker
Fanfiction•cliché• 《 Espressione priva di originalità, spesso ripetuta, e perciò fastidiosa; frase fatta, stereotipata, abusata; concetto o giudizio ormai cristallizzato; comportamento, atteggiamento banale, scontato: esprimersi attraverso clichés tradiziona...