L'acqua corrente scorreva persistente all'interno del lavandino, la luce filtrava intensa dalla finestra e l'odore di sigaretta impregnava l'aria circostante.
Da una ventina di minuti ormai sedeva rigida alla parete.
Rintanarsi nei bagni non l'era sembrata la scelta più furba da fare ma francamente poco le importava.
Rimise insieme quel poco di vitalità che le era rimasta e decise di alzarsi.
Non poteva restare lì dentro per sempre.
Lentamente si mosse per raggiungere il rubinetto e fermarne il gettò.
Alzò lo sguardo e incrociò la sua figura stanca allo specchio.
Ogni volta, ogni singola volta che le cose sembravano quasi andare per il verso giusto, finiva per ritrovarsi al punto di partenza.
Non importava quanto intensamente ci sperasse, quanto intensamente lo volesse, uno dei due rovinava sempre tutto.
《 It's always one step forward and three steps back 》
Portò entrambe le mani sulla fredda ceramica del lavello e distolse lo sguardo dalla sua immagine.
Magari aveva ingigantito la cosa, magari l'aveva vista dalla prospettiva sbagliata, ma il modo in cui aveva pronunciato la parola 《lei》poteva davvero essere stato frainteso?
"Megan?
Megan, sei qui?"
Il flebile richiamo la costrinse a scendere dalle nuvole.
Doveva mettere da parte i numerosi pensieri e concentrarsi.
"Sì, sì, sono qui" rispose premurandosi di darsi una sistemata.
Aveva l'aria sfatta e un aspetto a dir poco orribile.
《 Peggio di così non poteva andare 》 pensò maledicendo se stessa per non essere rimasta a casa quella mattina.
《 Tesoro, che ne dici se andiamo al centro commerciale? È da tanto che non passiamo del tempo insieme e...》le aveva chiesto sua madre durante la colazione ma lei stupidamente aveva proposto di rimandare.
《 Stupida, stupida, stupida! 》 si ripetè.
"Hey...
Ehm...il preside ti sta..."
Il suo cambio di espressione dovette essere talmente plateale che l'altra ragazza intervenne senza neanche darle modo di parlare.
"Non è per te" precisò.
"È per quello che è successo in palestra.
Credo che Parker debba avergli detto che sei stata quasi colpita da..."
Si prese un momento per elaborare le informazioni.
Se era attesa in presidenza voleva dire che la situazione era sfuggita di mano durante la sua assenza e che questa escalation era stata a dir poco...
Qualcuno si era fatto male?
Peter era ferito?
Stava bene?
Tutta la rabbia che avvertiva passò automaticamente in secondo piano.
Aveva il terrore che potesse essergli successo qualcosa.
Per questo mentre camminava verso la dirigenza cercava di rilassarsi, di ripetersi che era tutto a posto e lui se l'era cavata come sempre.
Aprì la porta dell'ufficio e si fece avanti a seguito di un saluto collettivo.
Peter e suo zio Ben erano da un lato, Flash e suo padre dall'altro.
"Buongiorno a lei, signorina Ross.
Prego, si accomodi" la invitò ad entrare il preside Davis e lei seguì le sue istruzioni.
《Prendi il mio》 e 《Siediti qui》 furono rispettivamente le esortazioni unisone dei ragazzi che le offrirono entrambi il proprio posto.
Lei, insicura sul da farsi, si prese un istante per guardare prima l'uno e poi l'altro e sorrise leggermente.
In fin dei conti erano stati cortesi e per questo il minimo che potesse fare era ringraziarli seppure implicitamente.
Riprese a camminare e raggiunta la seduta più vicina ne occupò il posto.
Peter era adesso in piedi al fianco dello zio e poco distante dal signor Thompson.
"Allora...
Le dispiace se le faccio qualche domanda, signorina?"
"No, certo che no" rispose rilassando le spalle.
Da una prima occhiata nessuno dei due le era sembrato ferito quindi poteva tirare un sospiro di sollievo.
"Volevo innanzitutto chiederle se sta bene.
Mi è stati riferito che durante..."
"No, signore.
Sto bene" lo interruppe.
"Bene, mi fa piacere.
È in grado di raccontarmi cosa è successo poco dopo lo scampato incidente?
Lei era presente?" continuò il preside studiandola attentamente.
Se avesse mentito, lui lo avrebbe saputo.
Se avesse omesso parte della verità anche, era una sua caratteristica.
"Non sono in grado di raccontarle con precisione tutto l'accaduto perché ad un certo punto mi sono allontanata.
Ad essere onesti non so nemmeno cosa sia successo di tanto grave da..."
"Il signor Parker si è visto protagonista di uno sgradevole incidente.
Fortunatamente non ci sono state conseguenze spiacevoli ma sarebbero potute esserci" spiegò lei rimase allibita .
"Quali conseguenze?" chiese poi e la risposta che ottenne le fece rimpiangere di aver aperto bocca.***
Il signor Parker, il signor Thompson e il preside Davis erano ancora impegnati in una conversazione quando chiesero loro di lasciare la stanza.
Megan era libera di andare perciò la sua presenza risultava essere alquanto superflua in quel momento ma temeva che se li avesse lasciati soli sarebbero finiti per peggiorare la situazione.
《 Maschi, maschi, e ancora maschi 》 pensò ribadendosi che non avrebbe mai capito la loro necessità incessante di dover sovrastare l'altro.
"Okay...allora..."
Flash le poggiò delicatamente la mano sul braccio.
"Sicura di non essere stata colpita? Mi dispiace, avrei dovuto fare qualcosa e..." iniziò e Peter, alzando gli occhi al cielo, commentò con un sarcastico 《wow》.
"Non è con te che sta parlando" lo ammonì Megan.
Era ancora furiosa, anzi più che furiosa, e il fatto che si fosse intromesso nuovamente con quel tono tagliente la fece trasalire ulteriormente.
Si guardarono qualche istante.
Entrambi sapevano che sarebbero finiti a confrontarsi in un secondo momento, preferibilmente senza occhi e orecchie indiscrete nelle vicinanze.
"Volevo chiederti scusa" riprese Flash.
"Avevi ragione.
Io e i ragazzi ci siamo lasciati prendere la mano e abbiamo rischiato parecchio.
Non succederà più" concluse e lei sorrise accettando le sue scuse.
Immediatamente dopo la porta della dirigenza si aprì e il signor Thompson li raggiunse per portare Flash a casa.
"Ci vediamo" salutò lui rivolgendosi a Megan e lei ricambiò con un cenno.
"Parker" disse ma lui lo ignorò.
STAI LEGGENDO
Lost In The Moment | Peter Parker
Fanfiction•cliché• 《 Espressione priva di originalità, spesso ripetuta, e perciò fastidiosa; frase fatta, stereotipata, abusata; concetto o giudizio ormai cristallizzato; comportamento, atteggiamento banale, scontato: esprimersi attraverso clichés tradiziona...