42- The other half of me

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'Che cosa vuol dire che c'è stato un cambio di programma, Michael?' gli urlai al telefono e lo immagino già dall'altro lato allontanare il telefono. Michael così come Ashton si faceva sentire tutti i giorni, appena staccava uno chiamava l'altro, stava tutto il tempo possibile a parlare con Dave e la mamma e infine parlava con me, gli dico di quanto lo voglio bene, di quanto sono fiera di lui e dei ragazzi e di ciò che stanno facendo, gli dico quanto mi manca e poi ci diciamo le cose più assurde prima di staccare

'Jane, è quello che ho detto. C'è stato un cambio di programma' scandì bene le parole e sembrò crollarmi tutto addosso, mancava solamente un giorno e poi li avrei rivisti e invece?! C'era stato un cambio di programma che ritardava il loro rientro a casa 'si tratta solo di quattro giorni in più, non è poi così grave' disse infine

'Parla per te ciccio' gli dissi, la mia pausa pranzo stava per finire e sarei dovuta rientrare subito a causa dell'enorme lavoro da fare

'Michael io devo ritornare a lavoro, ci sentiamo stasera okay?'

'Non è colpa nostra Jane' disse 'e va bene allora a stasera, ciao sorellina'

'Lo so che non è colpa vostra' sbuffai 'ciao Michael ti voglio bene' dissi poi staccando, ero così entusiasta che tornassero a casa che mi ci è voluto così poco per distruggere i miei piani.

Ashton's pov.

'Non posso credere mi hai costretto a mentire a mia sorella nonchè la tua ragazza' mi disse Michael riponendo il cellulare in tasca

'Michael è una cosa che si chiama sorpresa' mi alzai dal divanetto in pelle nero 'non l'ha presa male...vero?' presi una bottiglina d'acqua dal tavolo posto sotto il muro

'Ha staccato subito dicendo che doveva ritornare a lavoro, ma si l'ha presa benissimo' disse ironico, roteai gli occhi e bevvi poi un sorso d'acqua, Joe venne a chiamarci per le prove era l'ultimo concerto, non vedevo l'ora di ritornare a casa e di riabbracciare Jane. Ero stanco di vederla attraverso lo schermo di un portatile, volevo abbracciarla, stringerla a me e baciarla, mi mancava, mi mancava più di tutto. Ogni giorno, la pensavo: pesavo ai suoi occhi, pensavo al suo sorriso, al modo di prendermi in giro per i miei mille modi di ridere, pensavo a quando mi abbracciava, di come la sua figura piccola contrastava la mia, pensavo a lei che era la protagonista dei testi che scrivevo, pensavo semplicemente a lei.

Dopo le prove ci recammo nel camerino per poi prepararci per il concerto, ero sul divanetto nero con addosso solo i jeans neri strappato sul ginocchio, Luke si sedette accanto a me sospirando pesantemente e io lo guardai per un istante prima di riportare lo sguardo sul cellullare. Avevo mandato un messaggio a Jane e l'ho chiamata tre volte ma non mi ha risposto

'Ehi amico manca poco' disse dandomi una pacca sulla spalla 'forse starà dormendo, Lauren mi ha detto che ha avuto una giornata pesante'

'Tre chiamate Luke, ha sempre risposto anche se in Australia era notte, ha risposto anche se già dormiva' mi alzai riponendo il telefono sul tavolo accanto agli altri, mi posizionai avanti allo specchio per indossare la bandana nera con le fantasie verdi

'Ragazzi dieci minuti e si comincia' venne ad avvisarci il membro dello staff

'Forse se riprovi adesso starai più tranquillo' propose Calum, presi il cellulare e indossai una canotta nera, uscii dal camerino e uscii dalla porta sul restro e composi il numero, dopo tre squilli finalmente rispose

'Ehi..' disse con voce sottile e leggermente assonnata

'Ehi, ero in pensiero perché non hai risposto?' dissi

'Si scusami...ho avuto una giornata un pò pesante ed ero sfinita. Mi sono addormentata' avrei voluto esserle accanto in questo momento, vederla strofinarsi gli occhi stanchi per il sonno proprio come fa una bambina

'È..è tutto okay Jane?' chiesi con un velo di preoccupazine nella mia voce

'Si..è tutto okay' stette un pò in silenzio poi parlò di nuovo 'mi manchi okay?'

'Anche tu mi manchi' dissi

'Ho bisogno di averti qui..con me. Ho bisogno di baciarti, abbracciarti, toccarti i capelli e vederti rilassare, ho bisogno che tu mi stringa a te, ho bisogno che tu mi dica che mi ami. Ho bisogno di te, dell'altra mia metà' disse con voce tremante

Non mi aveva mai detto queste cose, e in un certo senso la lontananza ha servito ad entrambi, specialmente io: sto moatrando un lato di me che mi era sconosciuto

'Anche a me manca l'altra metà, mi manca poter vedere e toccare l'unico pensiero fisso nella mia testa' misi una mano in tasca 'passeranno anche questi pochi giorni Jane' la rassicurai

'Okay..' tirò su con il naso 'ora..ora io mi metto a letto e aspetto che tu finisca il concerto' disse poi e sentii un fruscio segno che si era messa sotto le coperte

'Okay, augurami buona fortuna' le dissi e iniziai a rientrare nel camerino

'Buona fortuna amore' mi disse

'Ti amo Jane' le risposi, aspettai che mi rispondesse e dopo averla salutata posai il cellulare vicino a quello degli altri, presi le mie bacchette sistemai di nuovo la bandana e finalmente eravamo pronti per l'ultimo concerto. Ci incamminammo lungo il corridoio, i ragazzi presero le loro chitarre, sentivamo già le fan che ci acclamavano, dopo il nostro solito rito uno alla volta salimmo sul palco prendendo le nostre posizioni, partì il conto alla rovescia e iniziammo lo spettacolo. Le canzoni si susseguivano, ogni tanto tra una canzone e l'altra facevamo un pausa per parlare alle fan per ringraziarle e poi riprendevamo a suonare, eravamo carichi di tensione ed emozioni, mancava così poco e poi finalmente saremmo potuti ritornare a casa.

You are my favourite place|Ashton IrwinDove le storie prendono vita. Scoprilo ora