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«Non è poi così antipatica», commenta Finn quando la porta si richiude.
Faccio una risatina nervosa. «Eh?» lui mi guarda perplesso, continuo: «Finn, mi stupisco di sentirti parlare cosi». Poso la testa sul suo petto. L'elettricità che pochi istanti fa riempiva la stanza si è dissolta.
«Non sto dicendo che vorrei uscirci a cena, ma è stata cordiale.»
«Lexa è tutto tranne che cordiale», ribatto. Finn ridacchia e mi abbraccia. Se solo sapesse cos'è successo tra noi, come ci siamo baciate, come ho mugolato il suo nome mentre... Dio, Clarke, smettila. Bacio Finn sul mento e lui sorride. Voglio che mi faccia sentire come mi fa sentire Lexa. Mi tiro a sedere sul letto e mi giro verso di lui, gli prendo il viso tra le mani e premo le labbra sulle sue. Lui mi bacia: un bacio morbido, lento, delicato... Non mi basta. Devo sentire il fuoco, la passione. Gli getto le braccia al collo e gli monto a cavalcioni.
«Clarke, che ti prende?» fa lui, cercando di spingermi giù con delicatezza.
«Eh? Niente, voglio... voglio solo baciarti», rispondo, abbassando lo sguardo. Non mi imbarazzo facilmente con Finn, ma questo non è un argomento di cui parliamo spesso.
«Okay...» dice. Lo bacio di nuovo e inizio a dimenare le anche, sperando di appiccare quelle fiamme che ho così bisogno di sentirmi dentro. Lui mi appoggia le mani sui fianchi, ma per fermarmi. Lo so, abbiamo deciso di aspettare il matrimonio: ma ci stiamo solo baciando! Gli prendo le mani, le tiro via e continuo a dondolarmi addosso a lui. Cerco di baciarlo con più decisione, ma le sue labra restano morbide, rilassate. Sento che si sta eccitando, ma si rifiuta di reagire.
So bene che lo sto facendo per le ragioni sbagliate, ma non me ne importa niente: ho solo bisogno di sapere che Finn può farmi sentire come mi fa sentire Lexa. Non voglio davvero Lexa, voglio solo
provare di nuovo quella sensazione... Giusto?
Smetto di baciare Finn e scendo da sopra di lui.
«È stato bello, Clarke.» Sorride, gli sorrido. Bello, dice. Ha un tale autocontrollo. Eppure lo amo. Faccio ripartire il film e dopo pochi minuti sento che sto per addormentarmi: Devo andare, dice Lexa . I
suoi occhi verdi mi fissano. Andare dove? Non voglio che se ne vada.
Sto in un albergo qui vicino, torno domattina, continua, e dopo un
momento il suo viso si trasforma in quello di Finn.
Mi sveglio di soprassalto e mi stropiccio gli occhi. Finn. È Finn.
Non è Lexa.
«Vedo che hai molto sonno, e non posso passare la notte qui»,
spiega, accarezzandomi la guancia.
Vorrei che restasse, ma ho paura di parlare nel sonno e farmi sfuggire chissà cosa. A quanto pare Finn ritiene sconveniente restare a dormire nella mia stanza. Lui e Lexa sono due poli opposti.
Diversi in tutto.
«Va bene, grazie ancora di essere venuto», borbotto, e lui mi posa un altro bacio leggero sulla guancia prima di togliersi da sotto di me.
«Ti amo», dice. Io poso la testa sul cuscino e sprofondo in un sonno senza sogni.
La mattina seguente mi sveglia una telefonata di Finn. Mi dice che sta arrivando, quindi mi alzo e corro a fare la doccia. Chissà come passeremo la giornata. Non c'è molto da fare da queste parti, a meno di andare in città; forse dovrei scrivere un messaggio a Raven per
chiederle cos' altro succede qui in giro a parte le feste delle confraternite. Penso che tra i miei amici sia l'unica che mi saprebbe rispondere.
Indosso una gonna grigia a pieghe e una maglietta azzurra, e ignoro le critiche di Lexa che mi rimbombano nella testa.
Quando torno in camera, con i capelli ancora avvolti in un asciugamano, trovo Finn ad aspettarmi fuori dalla porta. «Sei molto carina oggi», mi dice con un sorriso, e mi posa un braccio sulle spalle mentre apro la porta.
«Faccio subito, devo solo asciugare i capelli e truccarmi un po'»,
gli faccio, e vado a prendere la trousse di Octavia: per fortuna non se l'è
portata via. Dovrò compare qualche cosmetico, ora che ho scoperto che mi piace truccarmi.
Finn si siede sul mio letto e aspetta paziente mentre mi asciugo i capelli e arriccio le punte. Gli do un bacio sulla guancia prima di truccarmi. «Cosa vogliamo fare oggi?» gli chiedo mentre passo il mascara.
«Il college ti fa bene, Clarke. Non sei mai stata così bella», commenta lui. «Non lo so, possiamo fare una passeggiata al parco e poi andare a cena fuori?»
Guardo l'orologio. Come fa a essere già l'una? Scrivo a Octavia che sarò via per quasi tutto il giorno e lei risponde che non torna fino a domani. Praticamente ogni weekend si trasferisce nella confraternita
di Lexa.
Finn mi tiene aperta la portiera della sua Toyota. I genitori gli hanno comprato la macchina più sicura che ci sia, e l'ultimo modello.
Dentro è in perfetto ordine, senza mucchi di libri né vestiti sporchi.
Troviamo parcheggio quasi subito, in un piccolo spiazzo deserto con l'erba ingiallita e qualche albero.
«Ehi, quando inizi a cercarti una macchina?» mi fa.
«Questa settimana, penso. E cercherò anche lavoro.» Non gli parlo dello stage alla casa editrice Vance che Lexa mi ha fatto penzolare sotto il naso. Non so se l'offerta sia ancora valida, e in ogni caso non
saprei come spiegarlo a Finn.
«Benissimo. Fammi sapere se hai bisogno di aiuto per entrambe le cose.»
Facciamo un giro del parco, poi ci sediamo a un tavolo da picnic.
Parla quasi sempre lui, e io mi limito ad annuire. Non sempre riesco a prestargli attenzione, ma lui sembra non accorgersene. Passeggiamo un altro po' e arriviamo a un ruscello. Mi viene da ridere. Finn mi guarda perplesso.
«Ti va di fare il bagno?» gli chiedo. Non so perché voglio farmi del male cosi.
«Qui? Neanche morto» ride lui.
Sono un po' delusa. Ma mi riporgerò : devo smetterla di paragonare Finn a Lexa. «Scherzavo», mento, e lo trascino via.

Alle sette, quando usciamo dal parco, decidiamo di ordinare una pizza da mangiare in camera mentre vediamo un grande classico del cinema: Meg Ryan che si innamora di Tom Hanks ascoltandolo alla
radio. Muoio di fame, e quando arriva la pizza ne faccio fuori quasi metà da sola. A mia discolpa, non avevo mangiato niente per tutto il giorno.
A metà del film il mio telefono squilla, e Finn va a prenderlo per portarmelo. «Chi è Raven?» mi chide incuriosito, non in tono sospettoso. Non è mai stato un tipo geloso: non ne ha mai avuto motivo.
Finora, come mi ricorda la coscienza.
«Una compagna di corso», dico, e rispondo alla chiamata. Perché Raven mi telefona così tardi? Di solito ci sentiamo solo per confrontare gli appunti.
«Clarke?»
«Ciao, va tutto bene?»
«Be', no, a dire il vero. So che sei con Finn, ma...» Esita.
«Che succede, Raven?» Mi viene il batticuore. «Stai bene?»
«Si, non sono io. È Lexa.»
Mi assale il panico. «Lexa?» balbetto.
«Si, se ti do un indirizzo puoi venire, per favore?» Sento sbattere qualcosa in sottofondo. Salto giù dal letto e infilo le scarpe. Finn mi imita, come per solidarietà.
«Raven, Lexa sta cercando di farti del male?» Non riesco a immaginare cos' altro potrebbe essere successo.
«No, no.»
«Scrivimi l'indirizzo»,le dico, e sento un altro schianto.
Mi giro verso Finn. «Devi prestarmi la macchina.»
Mi guarda storto. «Cosa succede?»
«Non lo so... è Lexa. Dammi le chiavi», ordino.
Le tira fuori di tasca, ma insiste: « Vengo con te».
Gliele strappo di mano e scuoto la testa. «No, tu... No, devo andarci da sola.»
Ci resta male, l'ho ferito. E so che è sbagliato lasciarlo lì, ma al momento riesco a pensare solo a Lexa.

Fight For This LoveDove le storie prendono vita. Scoprilo ora