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Non ho la minima idea di cosa sto facendo, ma non riesco a fermarmi. Quando le mie labbra toccano le sue, Lexa inspira di scatto. La sua bocca ha proprio il sapore che immaginavo, sa di menta. Schiude le labbra e ricambia il bacio: la sua lingua calda scorre sulla mia e sento il metallo del piercing. Mi sento avvampare dentro, una sensazione che non avevo mai provato. Lei fa scivolare le mani lungo i miei fianchi. «Clarke», sospira, poi ricomincia a baciarmi. Il mio cervello va in tilt, mi abbandono alle sensazioni. Mi attira a sé prendendomi per i fianchi e si sdraia sul letto, senza smettere di baciarmi. Non sapendo cosa fare con le mani, gliele appoggio sul seno. Mi ritrovo sdraiata sopra di lei. La sua pelle è calda, i respiri affannosi. Lexa allontana le labbra dalle mie e io soffro la perdita di contatto, ma prima che possa lamentarmene le sento sul collo. Il suo respiro si muove con me. Mi afferra per i capelli per farmi sollevare il mento e continua a baciarmi sul collo, sulla gola. Sfiora la clavicola con i denti e inizia a succhiare delicatamente la pelle. Mi lascio sfuggire un gemito, e me ne vergognerei se non fossi così ubriaca, di alcol e di lei. Non avevo mai baciato nessuno così, neppure Finn. Finn! «Lexa, fermati...» dico, ma non riconosco la mia voce. È cavernosa, rauca. Ho la bocca secca. Lei non si ferma. «Alexandra!» scandisco, a voce più alta, e lei mi lascia i capelli. Quando la guardo negli occhi, noto che sono più duri, meno dolci, e le sue labbra di un rosa più scuro e gonfie dopo il nostro bacio, «Non possiamo», dico. Vorrei davvero continuare, ma sarebbe sbagliato. Si tira su a sedere, facendomi rotolare sull'altro lato del letto. Ma cos'è successo? «Mi dispiace, scusami», farfuglio: non mi viene in mente altro da dire. Ho paura che il cuore mi esploda. «Di cosa?» chiede lei. Va a prendere una maglietta nera da un cassetto e se la infila. Poso di nuovo gli occhi sui suoi slip, che ora sono più tirati e le fanno un culo assurdo. Arrossisco e distolgo lo sguardo. «Di averti baciato..» rispondo, anche se una parte di me non è affatto dispiaciuta. «Non so perché l'ho fatto.»
«È stato solo un bacio; la gente si bacia in continuazione,» Le sue parole mi feriscono. Non m'importa se non ha provato ciò che ho provato io – Ma cos'ho provato? – perché so che non mi piace davvero. Sono ubriaca, e lei è una bella ragazza; è stata una serata lunga e l'alcol mi ha dato alla testa. Cerco di non pensare a quanto vorrei baciarla di nuovo. È successo solo perché è stata gentile con me. «Possiamo non farne una questione di Stato, allora?» Mi sentirei umiliata se lei ne parlasse con qualcuno. Io non sono così: non mi ubriaco e non tradisco il mio ragazzo alle feste. «Credimi, neanch'io ci tengo a farlo sapere a tutti. E ora smetti di parlarne», sbotta. Ecco tornata l'arroganza. «Vedo che sei di nuovo quella di prima.»
«Non sono mai stata un'altra: non pensare che solo perché mi hai baciato, praticamente contro la mia volontà, ci sia qualche legame tra noi.» Contro la sua volontà? Sento ancora la sua mano che mi afferra i capelli, il modo in cui mi ha tirata sopra di sé, le sue labbra che mormoravano il mio nome prima di baciarmi ancora. Scatto in piedi.
«Avresti potuto fermarmi.»
«Difficile», ridacchia, e a me viene di nuovo da piangere. Questa ragazza mi rende troppo emotiva. Non può venirmi a raccontare che l'ho costretta a baciarmi: è troppo umiliante. Nascondo il viso tra le mani per un momento, poi mi avvio verso la porta.
«Puoi restare qui per stanotte, dato che non hai un altro posto dove andare», dice a bassa voce. Scuoto la testa: non voglio restare. Fa tutto parte del suo giochetto: si offre di lasciarmi dormire in camera con lei così penserò che sia una brava persona, e poi probabilmente mi disegnerà qualcosa di volgare sulla fronte mentre dormo. «No, grazie.» Esco dalla stanza e quando arrivo alle scale mi sembra di sentirla chiamarmi per nome, ma proseguo. Fuori, la brezza fresca sulla pelle è un gran sollievo. Mi siedo sul solito muretto e riaccendo il telefono. Sono le quattro del mattino: tra un'ora dovrei svegliarmi per fare la doccia e iniziare a studiare. Invece sono seduta su un muretto scalcinato, da sola e al buio. Qualche invitato si aggira ancora da quelle parti, e non sapendo cos'altro fare tiro fuori il telefono e rileggo i messaggi di Finn e di mia madre. Dovevo immaginarlo che avrebbe spifferato tutto. È proprio il suo stile... Ma non riesco ad avercela con lui. L'ho appena tradito, che diritto avrei di arrabbiarmi?

Fight For This LoveDove le storie prendono vita. Scoprilo ora