(Per favore leggete lo spazio autrice in fondo al capitolo)
Sono ad Amici. Oddio.
Mi passo una mano sugli occhi per non piangere, quindi, per tenere mani e mente occupati recupero dalla mia valigia dei pantaloni corti della adidas e una felpa over size nera e vado in bagno a cambiarmi.
Appena esco mi dirigo verso il giardinetto davanti, preparandomi psicologicamente alla marea di domande e alle occhiate strane di cui sarò sommersa tra pochi secondi appena tutti vedranno la mia bellissima gamba di ferro.
E infatti, appena mi affaccio fuori e chiedo se c'è spazio per sedermi su uno dei divanetti, tutti si zittiscono.
«Che è, siete diventati tutti dei pesci?»
Mi siedo accanto a Luca stendendo la gamba.
«Ti posso chiedere?» chiede piano il ragazzo spezzando il silenzio.
«Chiedi pure, non mi dà fastidio, solo non chiedetemi di Elia» rispondo. Elia è il mio unico tabù.
«Come è successo?»
«Cellule impazzite» rispondo semplicemente. Tutti hanno recepito il messaggio.
«Cazzo. E io che mi lamento del mio diabete» sussurra piano Luigi mentre butta fuori il fumo dalla sua bocca.
«Per questo la sedia a rotelle?» domanda Mattia.
«Sì, a volte questa - dico dando delle piccole pacche alla mia gamba - diventa pesante»
Torna il silenzio, ma non ho voglia di continuare a parlare, anzi, ho solo voglia di andare a letto, quindi saluto tutti e mi dirigo verso la stanza verde.
Prendo il telefono e istintivamente chiamo Lucia. Lucia è come una madre per me, da quando l'ho conosciuta c'è sempre stata.
«Ehi amore, come è andata? Sei entrata?» la sento rispondere al telefono
«Ehi... ehm sono in bus, sto tornando a casa» sapevo che si sarebbe presa un colpo, però volevo farle una sorpresa.
«Amore mi dispiace, sai che quel ragazzo era molto forte, puoi riprovare l'anno prossimo e-»
«Mamma sono dentro! Ho vinto!» la blocco ridendo e chiedendo l'accesso per passare alla videochiamata, che lei accetta subito.
«Ma che scherzo di merda Olly! Angelo, vieni qui, Olivia ha vinto la sfida, è nella scuola!» Angelo, il mio secondo papà, con la sua massa di capelli grigi si affaccia sullo schermo del telefono.
«Tesoro sono così felice per te, ora fai la brava, impegnati e lavora sodo, mi raccomando.»
«Si, certo, lo sai già, non mi lascerò scappare questa opportunità» gli confermo ridendo. Prendo un grosso respiro e sussurro:
«Ho cantato a parte te. E gliela ho dedicata.» le loro espressioni cambiano. Anche per loro Elia è ancora una ferita aperta, e lo so bene.
«Sarebbe così tanto fiero di te amore mio, lo sai?» prende parola mia mamma. Annuisco piano, e dopo un minuto di silenzio li saluto e metto giù il telefono.•••
Sono sotto le coperte pronta per dormire, con la gamba in bella vista davanti al comodino, quando sento qualcuno entrare in stanza.
«Ehi» è la voce di Christian.
Mi giro verso di lui e lo scruto, da testa a piedi, appoggiato sullo stipite della porta.
«Dimmi» rispondo. Lui abbassa lo sguardo, evidentemente è una persona abbastanza riservata.
«Ti va... Mi chiedevo se ti andava di parlare un po'» balbetta diventando tutto rosso in viso.
«Certo, va bene» rispondo tranquilla tirandomi a sedere. Avrei voluto dormire, ma forse parlare un po' mi farà bene.
Si va a sedere sul suo letto che è di fianco al mio e sussurra, per non svegliare Mattia che già dorme, «Hai già chiamato la tua famiglia?»
«Ho chiamato la mia migliore amica e la mia quasi famiglia»
«Perché quasi?»
«Non è la mia famiglia di sangue ma io la considero tale diciamo, loro ci sono sempre stati per me, e io per loro.»
Annuisce piano, sempre a testa bassa.
«Guarda che se non mi guardi non ti parlo più eh» dico ridacchiando, così lui alza gli occhi. E in quel momento lo posso vedere, posso vedere lui, non so come, ma vedo il suo cuore attraverso i suoi occhi incredibilmente chiari per essere marroni, ma troppo scuri per essere verdi.
Così sono io ad abbassare la testa, mentre gli chiedo della sua famiglia. Gli si illuminano gli occhi mentre comincia a parlare della sua famiglia: di sua sorella, di sua madre, di suo padre. Si nota quanto vuole bene a tutti loro e percepisco il suo cuore sorridere.
A una certa, mentre lui continua a parlare, torno a sdraiarmi.
«Oh scusa, ti stavo annoiando?» si blocca lui rosso come un peperone.
«No davvero, è molto interessante quello che mi racconti, ma sono anche molto stanca, quindi mi sdraio un po', tu continua.» sorrido.
«Ma non so più che cosa dire» si imbroncia.
«Parlami di qualcosa a caso, ma continua a parlare, hai una voce molto rilassante»
«Davvero? Grazie» questo ragazzo balbetta davvero tanto.
Dopo una buona mezz'ora di discorsi a caso mi giro verso di lui e gli comunico che non riesco a dormire.
Allora lui si alza e delicatamente mi fa alzare sulle braccia per fargli spazio, lui si mette seduto tirando su il cuscino e mi fa poggiare la mia testa sulle sue gambe rivolta verso la porta. Dove è finito il ragazzo imbarazzato e che arrossisce per qualsiasi cosa? Non lo so e non mi interessa proprio.
Lui riprende a parlare carezzandomi i lunghi capelli ramati. Piano piano, sotto l'effetto della sua voce e delle sue carezze mi addormento.***
Spazio autrice
come avete capito in questa storia la protagonista ha avuto un tumore. Voglio specificare che nessuno a me vicino ha mai sofferto di questa malattia e tantomeno io, quindi tutte le mie conoscenze in merito sono tratte da Braccialetti Rossi. Questo per dire che non voglio assolutamente offendere nessuno in nessun modo, se dovessi dire qualcosa di scortese fatemelo sapere tranquillamente senza insultarmi magari.
GrazieUn kiss
Boba
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[nei pensieri miei ci sei sempre tu]
Fanfiction«ci sono molte ragazze più belle di me là fuori, lo sai?» «può essere, però per me sei la più bella» «ci sono ragazze senza tutte queste difficoltà. sai quanti problemi avrai stando con me?» «ma io voglio te, te e le tue difficoltà» {𝘌 𝘴𝘦 𝘵𝘪 𝘱...