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Lezione con Rudy alle 8.
Era stata una giornata abbastanza piena, avevo conosciuto meglio tutti i miei nuovi compagni, avevo giocato a carte con Aisha, Luca e Albe, fatto le treccine a Mattia, imparato a fare le piroette con Alex, Serena e Carola, preso in giro Dario e Sissi, aiutato Crytical in cugina, cantato con Luigi, Nicol e Rea e dato consigli "d'amore" a Cosmary assieme a Cristiano. Con loro due avevo stretto particolarmente amicizia, eravamo entrati assieme nella scuola, Cosmary con una sfida e Cristiano con una sostituzione, perciò mentre il gruppo era già consolidato noi ci eravamo dati una mano a vicenda ecco.
Qualcuno manca all'appello, ed è Christian. Quella mattina avevamo fatto colazione assieme, senza toccare l'argomento della sera prima, e poi lui era sparito. Problemi suoi eh.
Torniamo a noi però. Lezione con Rudy alle 8. La mia prima lezione con Rudy Zerbi, colui che mi aveva presa in squadra e mi aveva proposto la sfida contro Carlo.
Maria Maddalena che ansia

Mi rifugio in camera con la necessità una buona volta di sfogare le mie emozioni. In camera fortunatamente non c'è nessuno, così mi lancio sul letto, sprofondo la testa nel cuscino e comincio a piangere. Un pianto che sa di ansia per la lezione di domani, felicità per essere entrata, nostalgia per le canzoni che avevo cantato e ascoltato durante la sfida, stanchezza per queste due giornate intense, paura per il futuro e dolore per passato. Piango silenziosamente e soffocando i singhiozzi nel cuscino. Sono talmente presa dal mio pianto da non essermi accorta che si era aperta la porta e che qualcuno si era avvicinato a me, o almeno non me ne accorgo finché quella persona non comincia ad accarezzarmi i capelli dolcemente.
«Ehi che ti succede piccola Olly?» subito riconosco la voce rilassante di Christian, ma non riesco a rispondergli a causa del pianto.
«Vuoi un abbraccio?» chiede timidamente. E sì, voglio un abbraccio, ne ho davvero bisogno, così annuisco con ancora la testa sul cuscino e, appena lui si siede su letto, mi butto tra le su braccia circondando la sua vita e affondando la testa sul suo petto, mentre lui mi circonda il collo con le braccia e con le mani mi carezza i capelli ripetendo piano di calmarmi.
«Ehi va tutto bene, calmati ora» è come un mantra che ripete mentre io piano mi tranquillizzo.
Appena smetto di piangere mi allontano dal sul suo corpo.
«Scusa, io avevo bisogno di sfogarmi, non volevo fare questa scenata davanti a te»
«Ehi va tutto bene, sai che se vuoi io ci sono eh, ma adesso basta piangere, se vuoi raccontarmi quello che è successo io sono qui, o anche solo per un abbraccio.»
Finalmente alzo lo sguardo su di lui e lo guardo negli occhi
«Ti spiace se mi vado a sciacquare un attimo la faccia e a cambiarmi? Poi giuro che ti racconto tutto, se ti va di aspettare qualche minuto»
«Fai pure, io ne approfitto per chiamare la mia famiglia, vuoi che ti porti il telefono?» annuisco ringraziandolo, poi prendo le mie cose e mi dirigo in bagno.
Appena esco lo trovo seduto sul mio letto al telefono con qualcuno che sembra essere sua sorella, così gli faccio un cenno per fargli capire che esco nel giardino sul retro per chiamare la mia di famiglia.
Faccio squillare il telefono un paio di volte prima che Tamara, la mia migliore amica mi risponda. Tam è la figlia di una delle infermiere del mio reparto e abbiamo fatto amicizia quando lei veniva in ospedale a trovare sua madre dopo scuola.
«Ehi bellezza, come va?» saluto allegramente.
«Ma vaffanculo Olly, ieri non mi hai chiamato, ho saputo che sei dentro perché Lucia ha chiamato mia madre»
«Mi spiace» asserisco ridendo «Ma ho voluto sentire la mia famiglia, lo sai che non ho molto tempo per tenere il telefono»
«Che palle che sei madonna» ride «Ragazzi belli ce ne sono?» sapevo che sarebbe venuto fuori l'argomento, lei è proprio fissata.
«Ce ne sono un paio niente male devo dire» scoppiamo a ridere mentre lei mi chiede di farle dei nomi, anche se lo sa già lei chi sono i ragazzi belli secondo me, anche perché prima di entrare qui io  e lei guardavamo, assieme a sua nonna Clara, Amici sul divano di casa sua, mangiando i biscotti al cioccolato fatti dalla più anziana.
Andiamo avanti a parlare per pochi minuti, finché non le comunico che il mio tempo è quasi scaduto, mando un messaggio alla mia famiglia e poi ritorno dentro, trovando Christian steso sul mio letto mentre scrolla la home page di insta.
«Vuoi che porti nella scatola anche il tuo telefono?» attiro la sua attenzione.
«Ehm si si, cioè si grazie, però poi torni qui vero?» balbetta mentre mi porge il telefono
«Sì certo, ti avevo detto che ti avrei raccontato tutto no?» ridacchio mentre mi dirigo verso la cucina per posare i cellulari.
«Olly per favore potresti-»
«Scusa Matti, ma devo fare una cosa, è una cosa urgente?» interrompo Mattia che mi aveva raggiunto con la sua testa piena di treccine.
«Non importa tranquilla, te lo vengo a chiedere dopo»
«Sei sicuro?»
«Si certo, vai» mi rassicura con il suo marcato accento barese.
«Grazie, vengo io da te appena ho finito»

«Ehi, ti stavo aspettando» dice Christian mentre si posiziona meglio sul letto, mi andai a sedere dalla parte opposta del letto, ma lui mi fa segno di mettermi più vicino, così mi avvicino e mi metto a gambe incrociate di fronte a lui, che si mette nella stessa posizione.
«Perché piangevi?»
«Tante cose, tante emozioni»
«Per esempio» mi chiede inclinando la testa leggermente.
«Per esempio che sono felice di essere entrata»
«Ma non stavi piangendo solo per quello.»
«No, sono anche molto stanca, questi due giorni sono stati giorni di cambiamento, e a me i cambiamenti non piacciono. E poi cantare a parte te ieri... è stato difficile, ed è stato ancora più difficile raccontare alla mia famiglia che l'ho dedicata ad Elia. Poi domani ho la prima lezione con Rudy e sono in ansia, insomma non voglio deluderlo o altro, mi ha dato una possibilità e non la voglio sprecare.» parlo velocemente, talmente tanto velocemente che non penso che abbia capito effettivamente qualcosa.
«Allora - comincia - andiamo per punti, una cosa alla volta. Sono sicuro che venendo qui tu sapessi già che ci sarebbero stai dei cambiamenti, e ti ci abituerai piano piano, con il tempo, però se ti farai sopraffare da qualsiasi cambiamento non durerai tanto qui.». So che ha ragione, però tutti i cambiamenti che ho fatto non hanno mai portato a nulla di buono, per questo mi scivola una lacrima sul viso, che prontamente asciugo. Il ballerino però sembra essersene accorto, mi afferra la mano e con l'altra mi alza la testa per far si che lo guardi negli occhi.
«Non piangere okey? All'inizio sarà dura, però hai talento, vedrai che andrà tutto bene. - mi stringe di più la mano - Per quanto riguarda A parte te la hai cantata meravigliosamente, chiunque sia o fosse Elia, gli hai reso davvero giustizia. Rudy ti ha preso nella sua squadra per questo e vedrai che domani andrà bene, non lo deluderai per nulla, okey?»
Annuisco debolmente, con la testa bassa.
«Grazie Christian, ne avevo davvero bisogno.»
«Vieni qui. - mi tira per un braccio e mi fa scontrare con il suo petto, abbracciandomi - Non devi ringraziarmi, anzi. La prossima volta che ti viene da piangere o che vuoi sfogarti o anche quando hai bisogno solo di un abbraccio, chiamami, okey?» Annuisco sul suo petto.
«Grazie» Mi dà un colpetto in testa con la mano.
«Cosa avevo detto? Non ringraziarmi.»
Allora semplicemente lo abbraccio più forte.
Quella sera mi addormentai come la sera prima, con il ballerino che mi carezza dolcemente i capelli mentre lui mi racconta di una vacanza fatta anni prima sulla neve.

spazio autrice
ciao cuccioli di panda, come state?
spero bene. cosa ne pensate? il nostro pollo moro è un tenerone.
un kiss
Boba

[nei pensieri miei ci sei sempre tu]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora