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«Ehi, carotina» mi sento chiamare.
Apro lentamente gli occhi, vedendo Christian che mi guarda sorridente.
«Buongiorno» mugugno.
«Buongiorno carotina. - sussurra dolcemente mentre mi accarezza i capelli - Ti vedi alzare, forza» mi scompiglia i capelli e poi esce dalla stanza.
Sbuffo e poi mi alzo, prendo i vestiti che ho posato sul comodino e mi spingo sulla sedia a rotelle. Poso la gamba di ferro sulle mie cosce assieme ai vestiti e poi vado in bagno.

Sbadigliando ancora mi faccio un latte caldo e afferro i biscotti sul davanzale, per fare colazione.
Sento una mano sulla spalla mentre Christian si siede di fianco a me rubando un biscotto dal sacchetto che avevo davanti. Gli scompiglio i capelli mentre mi alzo, riporto la tazza nel lavello e vado in camera a prendere lo zaino con le mie cose per la lezione, sono ancora le 7.40, però decido di infilarmi la giacca e di cominciare a dirigermi verso gli studi.
«Aspettami, vengo con te! - sento gridare Carola mentre corre verso di me - Mi prendo il borsone e arrivo.» Nel mentre mi si avvicina Albe.
«Nervosa?» mi chiede.
«Un sacco» mormoro mangiandomi le unghie. Lui mi scompiglia i capelli.
«Vedrai che andrà tutto bene»
«Perché Carola non si sbriga?» sbuffo mentre il ragazzo se ne va ridacchiando. Il suo posto lo prende, indovinate un po', proprio Christian.
«Carotina. Guardami»
«Da quando ti sei preso questa confidenza di chiamarmi carotina?» lo schernisco senza però guardarlo.
«Se ti dà fastidio la smetto»
«Non importa, stavo scherzando» scuoto la testa. Non mi è mai piaciuto che la gente mi chiamasse carota, carotina o altre cose del genere, ma mi sento quasi in dovere di non fargli pesare questa cosa, ha fatto tanto per me e alla fine non mi dispiace.
«Guardami. - alzo lo sguardo verso di lui e incastro i miei occhi scuri con i suoi - Andrà tutto bene, te lo prometto.»
Lo stringo con forza e evidentemente non se lo aspettava perché per un momento non ricambia, ma poco dopo poggia il mento sulla mia testa e circonda il mio collo con le sue braccia.
«Andrà tutto bene» ripete di nuovo.
«Eccomi, andiamo?» sento sopraggiungere Carola. Io e il ballerino ci stacchiamo dall'abbraccio, ci salutiamo e io e la ragazza ci dirigiamo a lezione.

***

«Buongiorno» saluto vivacemente entrando nella sala che mi era stata indicata per incontrare Rudy.
«Buongiorno Olly. Ti posso chiamare Olly vero?» risponde al mio saluto il professore. Annuisco timidamente.
«Mi hanno detto che eri molto nervosa per questo incontro, ti va di dirmi il perché?» continua lui.
«Ehm diciamo che sono abbastanza paranoica e la mia "ansia" - mimai le virgolette con le mani - questa volta era di non fare una buona impressione o di non soddisfare le sue aspettative insomma»
«Ti dirò tre cose. Numero uno devi darmi del tu perché sennò ti sospendo la maglia. Numero due io non mi faccio aspettative se non dal lato artistico in una persona, il tuo modo di lavorare lo scopriremo nel corso del tempo. Numero tre, solo il fatto che tu ti sia preoccupata di fare una bella figura con me mi fa capire un sacco di cose su di te, cose positive te lo assicuro.»
Continuiamo a parlare per un po' del mio percorso artistico, per poi assegnarmi i brani di questa settimana. Dovrò presentare Poetica di Cesare Cremonini e Easy on Me di Adele, una semplicissima per capire le mia capacità espressive e l'altra per testare la mia tecnica e la capacità della mia voce di raggiungere note alte, più una canzone a mia scelta per la gara cover.
Esco da lezione con un sorriso enorme sul volto, vorrei poter correre e saltellare in pace, ma ovviamente con la mia gamba mi stancherei subito.

Dopo poche ore di lezione usate per preparare Poetica, mi dirigo in sala relax per recuperare le mie cose, luogo dove incontro Albe.
«Stai andando a casa?» mi chiede
«Sì, andiamo insieme?»
«Andata»
Così ci incamminiamo verso casa.
«Ma tu davvero hai 16 anni?» stiamo conversando mentre ci allontaniamo dagli studi.
Scoppio a ridere vedendo la sua faccia estremamente sorpresa.
«Sì, ne faccio 17 a gennaio» rispondo.
«Quindi sei la più piccola»
«Evidentemente» sorrido divertita.
Lui mi scompiglia i capelli (cos'hanno tutti contro i miei capelli?) e mi circonda le spalle con un braccio.
«Piccolinaaaaa» mi prende in giro.
«Guarda che ho una gamba di ferro, se te la cerchi ti faccio diventare sterile Alberto» rispondo imbronciata, mentre lui scoppia in una fragorosa risata.
Sempre ridendo facciamo il nostro ingresso in casetta. Non faccio in tempo a posare il borsone che la voce di Maria ci comunica che tutti tranne che me, Cristiano, Crytical e Cosmary.
«Maria se è possibile potrei venire anche io?» okey sono una impicciona, ma sono troppo curiosa per starmene qui con le mani in mano.
«Solo per capire quello che succede.» continuo.
«Va bene Olly, se vuoi vai pure, io informo i prof del fatto che tu vuoi essere lì anche se la tua presenza non è richiesta.»
«Grazie Mary» esclamo vivacemente.

Ognuno si siede al suo banco, davanti ho Christian e da una parte Mattia, mentre dall'altra il banco vuoto di Cosmary.
Appena noi ci siamo seduti entrano i professori di canto e i maestri di ballo e dunque prende la parola Maria.
«Ci tengo a specificare che Olivia ha chiesto di essere qui ed assistere anche se la produzione le aveva dato la possibilità di rimanere in casetta come Cristiano, Crytical e Cosmary perché sono tutti appena entrati»
«La produzione vorrebbe farvi vedere in che condizioni è la casa in cui vivono i ragazzi.» Passano le immagini delle stanze completamente in disordine e sporche e i professori da subito si infervorano tanto che Rudy dà a LDA un provvedimento disciplinare che lo obbliga a fare tutte le pulizie tutti i giorni.
Alzo timidamente la mano
«Dimmi Olivia» chiede la voce di Maria
«Sarebbe possibile sapere se i video della camera verde sono di prima o dopo la puntata?»
«Prima, perché?»
«Oh, okey grazie. Semplicemente perché in questo momento camera nostra (mia e di Mattia, Dario e Christian) è immacolata tranne per le mie cose, durante il primo giorno ho lasciato vestiti ovunque e nonostante io abbia messo apposto tutto il contenuto delle valigie ci sono ancora medicamenti per la gamba e altre cose che non saprei dove mettere sparse in giro e non vorrei che magari la colpa venisse scaricata su di loro. Anche per questo mi sono assicurata di essere qui, perché non ci fossero incomprensioni.»
La conversazione va avanti finché Dario non decide di pararsi bellamente il culo dicendo che il casino non è suo, comportando così che Raimondo, professore di Christian e Mattia, decida di fargli un lungo discorso.
«...Se a loro per favore glielo togli, grazie.» conclude riferendosi a Internet che ci permette di entrare sui social.
Durante tutto il suo discorso vedo Mattia visibilmente nervoso e Christian che, nonostante si stia atteggiando da duro, che è quasi sul punto di piangere.
Poco dopo Alex fa la stessa cosa di Dario e Albe si ritrova costretto ad ammettere di essere lui a provocare il casino nella stanza sua, di LDA e di Alex. Di certo se Albe avesse ammesso le sue colpe prima avrebbe fatto più bella figura, ma questa cosa di pararsi il culo senza pensare minimamente agli altri mi fa imbestialire.

spazio autrice
ALLORA. capitolo abbastanza tosto da scrivere, ho messo dentro tante cose e spero di averlo fatto al meglio. Fatemelo sapere.

Adesso devo mettere in moto la fantasia e trovare un soprannome per Christian.
Anyway I can't- Christian è troppo un figo e vederlo piangere per la lettera di suo padre mi ha sciolto letteralmente, è troppo cute.

[nei pensieri miei ci sei sempre tu]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora