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«Apriamo il tuo regalo?» mi sorride dolcemente Maria, così io annuisco e vado a schiacciare sulla mia faccia. Ciò che trovo all’interno è un CD di Harry Potter e la pietra filosofale e una busta chiusa.

«Da chi sono queste cose?»

«Il CD è da Tamara, la mia migliore amica, sono sicura. La busta non so, non c’è il nome.» sorrido.

«C’è anche una lettera e un video. Te la leggo e poi apri quella busta, però prima guardiamo il video, che è dalla tua amica.» mi guarda la conduttrice mentre si sporge avanti con la schiena e poggia i gomiti sulle sue ginocchia.

Nel video

Ciao Olly, come stai? Oddio non so come continuare. Ti ho mandato il mio regalo di Natale, che poi tanto regalo non è perché quel CD è tuo, ma volevo farti arrivare qualcosa di nostro. Magari quando sei un po’ giù e ti manco e non ci possiamo sentire lo guardi. Volevo solo dirti che sono tanto fiera di te, lo sai, ti voglio bene, anche questo lo sai. Mi raccomando, quando guardi Harry Potter mangia i popcorn al cioccolato e fai vedere a tutti l’imitazione di zia Petunia, perché tutta Italia deve sapere. Mi manchi tanto. Manchi tanto anche a Theo. Ti voglio bene, un bacio.

Fine video

Ho le lacrime agli occhi, le voglio un mondo di bene anche io. Mi manca lei, mi manca Theo, il nostro cagnolino, mi manca casa, mi mancano mamma e papà. Continuo inesorabilmente a sorridere e mi gratto il naso imbarazzata.

«Ci mettiamo gli occhiali di Luigi, forse è meglio. – mi giro verso i miei compagni e il proprietario di quei benedetti occhiali me li allunga. – Questa lettera è da parte dei tuoi genitori.

Cara piccola Via,

siamo sempre stati gli unici a chiamarti così perché l’abbiamo sempre trovato molto più poetico di Olly. Dalla prima volta in cui mamma Lucia è venuta nella tua cameretta per farti conoscere Tamara, abbiamo saputo che tu saresti diventata tanto importante, per tutti noi. Sono passate poche settimane da quando te ne sei andata, però sono state fondamentali per capire quanto effettivamente sei importante nelle nostre vite. Non abbiamo mai affrontato questo discorso, perché non ne abbiamo mai sentito il bisogno, perché non è il sangue a definire il concetto di famiglia, però la verità è che vorremmo che tu non fossi più Olivia Tamai, ma Olivia Tamai Estro.»

A quelle parole crollo definitamente e scoppio a piangere. Nessuno può capire la mia gioia. Sapevo che la mia famiglia tenesse a me, ma quella è una prova che è tutto concreto, è tutto vero, tutto voluto. Loro lo vogliono davvero, mi vogliono davvero, vogliono me nella loro vita, nella loro famiglia. E adesso io e Tam saremo sorelle, Theo sarà anche il mio cane, non dovrò incontrare più gli assistenti sociali eccetera eccetera. Sento una marea di braccia circondarmi e mi rendo conto che tutti i miei compagni mi sono saltati addosso urlando, primi fra tutti Albe e Rea che mi stanno stritolando tantissimo.

Sono a casa, in questo preciso momento, mi sento a casa.

***

La puntata è finita, nessuno ci ha lasciato, sono arrivata seconda nella classifica di Fedez, i miei amici hanno vinto le sfide e io non potrei essere più felice per loro. Cosmary non ha conquistato la maglia, ma la Maestra per ora non ha intenzione di cacciarla. Iniziano le vacanze di Natale, inizia la pacchia. Mi mancano solo i miei due compagni di stanza e tutto sarebbe perfetto.

Siamo ancora in sala relax e sto venendo spupazzata da tutti. Sono la piccolina del gruppo alla fine, è giusto così. L’unica persona che non ha ancora dimostrato un minimo segno di affetto è Serena. Strano, direte voi. Non è così strano, dico io. Così, appena tutti si concentrano su altro e non più su di me, mi avvicino a lei.

«Ehi Sere, ti va se dopo parliamo un attimo?» le chiedo attirando la sua attenzione. In risposta ricevo uno svogliato segno affermativo da parte sua, ma ce lo faremo bastare.

«Amoree andiamo?» mi affianca Cristiano mettendomi un braccio sulle spalle.

«Puzzi Cristia’ – gli rispondo ridendo e sfuggendo alla sua presa. Poi però lo affianco nuovamente – Dai andiamo. – stiamo camminando l’uno a fianco all’altro – Sono fiera di te, hai ballato davvero bene.» mi sorride in cambio e mi abbraccia. Continuiamo a parlottare tra di noi, distaccandoci dal gruppo.

«Alberto!» urlo allungando la o finale.

«Dimmi» mi urla in risposta da dietro i fornelli.

«Sai dov’è Serena?» mi avvicino a lui.

«Penso sul retro oppure in camera sua.» annuisco e lo ringrazio, per poi avviarmi verso il giardinetto, dove effettivamente trovo la ballerina.

«Sere, parliamo?» lei mi guarda con fare scocciato, però poi con la mano indica il divanetto di fronte al suo.

«Siediti. Di cosa vuoi parlare?»

«Volevo sapere se ti ho fatto qualcosa. Insomma, ho legato praticamente con tutti in casetta, eppure a volte sento di starti antipatica. Vorrei solo capire perché ecco.» ispira il fumo dalla sua sigaretta elettronica e poi lo butta fuori, prendendosi tempo per pensare.

«Non mi hai fatto nulla, solo che ultimamente Albe passa tanto tempo con te. Il tempo che prima spendeva con me. Mi dà fastidio.» spalanco gli occhi, non pensavo che fosse quello il problema, anzi il pensiero non mi aveva sfiorata minimamente.

«Io… Scusa, non me lo aspettavo. Sere, Alberto ti ama tantissimo, mi spiace che tu abbia pensato non so che cosa, ma non fa altro che parlare di te. Insomma, non lo sopporto quasi più. “E Serena di qua, e Serena di là, e Serena è bellissima, e bla bla bla.” Davvero.»

«Però tu sei così bella e piaci a tutti, ho davvero paura che ti preferisca a me, capisci?»

«Non sono perfetta Sere, - scuoto la testa -anche io ho i miei difetti e le mie insicurezze, come tutti. Per me Alberto è come un fratello, e per lui io sono una sorella. Sono felice di averlo conosciuto e in questa settimana mi è rimasto accanto e mi ha aiutato molto a socializzare con gli altri, per questo passava tanto tempo con me. Ma tu sei la sua ragazza, sei la persona più importante della sua vita, dovresti saperlo.»

«Scusa – tira su con il naso la ballerina – è che a volte mi faccio prendere dalle insicurezze e ho paura di non essere abbastanza. Tu invece sembri sempre così sicura di te…» mi sposto vicino a lei e la circondo con le mie braccia, facendo poggiare la sua testa sul mio petto e carezzandole i capelli.

«Non ho una gamba Sere. Sai quante insicurezze mi porta questa cosa? Eppure ho imparato che la vita bisogna solo godersela. La bellezza di ciascuno è dettata anche dai difetti. Ora vai dal tuo ragazzo che ti stava aspettando, su.»

«Grazie» si asciuga le lacrime e rientra in casa, lasciandomi sola, fuori a pensare. Il mio pensiero va a Christian, che è ancora chiuso in camera. Mi manca. Anche Mattia.

[nei pensieri miei ci sei sempre tu]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora