34. Una vita per una vita

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La villa che si trova proprio davanti a me è avvolta nell'oscurità se non per delle luci accese in alcune parti di essa. Rimango a fissarla in silenzio, aspettando che passino questi ultimi dieci minuti prima di scendere dall'auto e recarmi da Harris. Per tutto il tempo sono rimasto ad aspettare, con le gambe tremanti e le palpitazioni a mille. Ho scelto io questa via, ho promesso di mantenere l'accordo affinché le persone che amo siano salve. Ho paura, ma devo cercare di non mostrare questo sentimento davanti a lui, devo essere forte ed entrare a testa alta. Continuo a guardare l'orologio dell'auto aspettato che scatti la mezzanotte e una volta dentro e aver fatto ciò che ha chiesto, sarò finalmente libero. Ripenso a Jungkook, al suo sorriso, alla sua bellissima voce, ai suoi occhi da cerbiatto, al suo profumo e mi si stringe il cuore nel sapere che sono andato via in quel modo lasciandolo col dubbio. So che non ha creduto alle mie parole e che sospetti qualcosa, ma spero con tutto il cuore che non faccia nulla, che rimanga a casa e dimentichi questa storia. Penso a mia madre e spero con tutto me stesso che riesca ad ottenere ciò di cui ha bisogno; un nuovo cuore così che possa vivere una vita più lunga e serena.
Mi lascio scivolare sul sedile e cerco di regolarizzare il respiro, guardo il mio riflesso attraverso lo specchietto retrovisore e sospiro. Guardo ancora una volta l'ora e mi accorgo che è appena scattata la mezzanotte, prendo un grosso respiro, scendo dall'auto e inizio a incamminarmi nel grande giardino. Come mi è stato chiesto poco fa tramite un messaggio mi reco direttamente al magazzino dove all'interno vi sono armi di ogni tipo, da fucili d'assalto a piccole pistole, da archi, pugnali e spade a accette, maceti e granate. Da sempre le armi mal ridotte, quelle che venivano usate durante le nostre missioni o quelle ancora nuove e senza mai usate venivano portate qui, mentre quelle che servivano per gli allenamenti venivano sistemate nella grande palestra.
Mi fermo un attimo davanti il grande cancello e ad aspettarmi vi sono due guardie armate. Mi fanno un cenno del capo per invitarmi ad entrare e senza dire una parola faccio come mi dicono.
Come già mi aspettavo all'interno trovo Harris e alcuni uomini, credevo saremmo stati solo io e lui, ma mi sbagliavo.

«Sei arrivato» lo voce di Harris rimbomba all'interno del grande magazzino, fra le dita tiene un sigaro, mentre l'altra mano è appoggiata alla pistola dentro la fondina «Pensavo ti saresti tirato indietro e non ti saresti presentato»

«Sono un uomo di parola» dico serio, cercando di apparire il più tranquillo possibile. «Avevamo un accordo, no?»

«Beh, sapendo cosa ti aspettava ero convinto saresti scappato»

«Mi avresti trovato comunque e poi farò qualsiasi cosa per proteggerli»

«Una vita per una vita. Era questo il nostro accordo» lascia cadere il sigaro sul pavimento e lo schiaccia con la suola delle scarpe.

«So a cosa sto andando incontro» porto le mani all'interno del cappotto e mi guardo intorno, osservando i presenti «Credevo saremmo stati solo io e te»

«E levare il piacere ai miei uomini di divertirsi con te?» scoppia a ridere «Oh non credo proprio» con molta calma cammina per il magazzino fino a piazzarsi difronte a me «Legatelo» ordina a due dei suoi uomini che mi afferrano da entrambe le braccia e mi trascinano con loro. Non oppongo neanche resistenza perché so già come questa storia andrà a finire, e a me sta bene così, ho promesso che li avrei protetti ad ogni costo e il prezzo da pagare è la mia stessa vita.
I due uomini mi sfilano il cappotto lasciandola cadere a terra poi fanno lo stesso con la felpa. Mi afferrano da entrambi i polsi e li sollevano così da legarmi a delle catene.

«Credevo mi avresti ucciso e basta» sibilo provando a muovermi.

«E quale sarebbe il divertimento? Sai quanto mi piaccia giocare con la mia preda prima di ucciderla» si avvicina a me seguito dagli altri tre uomini rimasti, poi estrae un pugnale dalla giacca e lo appoggia al mio petto. Mi gira intorno non staccando il pugnale dal mio corpo, la lama fredda a contatto con la mia pelle mi fa rabbrividire fin quando questa non si conficca con forza nella mia schiena facendomi urlare per il dolore . Una scia di sangue scivola lungo il corpo finendo sull'orlo dei miei pantaloni. «È uno spreco spezzare la tua vita così. Potevi essermi ancora utile. Chissà cosa avrebbe fatto lui vedendoti in questo stato»

L'assassino della notte ~ TaekookDove le storie prendono vita. Scoprilo ora