Flashback
«Credi di essere in vacanza qui?» urla il capo, sbattendo con forza i pugni sulla scrivania «Non stiamo giocando»
Guarda il ragazzo davanti a se con odio. Quest'ultimo, invece, capisco dal suo sguardo quanto sia terrorizzato. Urlargli contro in quel modo non ha alcun senso. È appena arrivato, non sa cosa gli aspetta o con cosa avrà a che fare e quel coglione non può pretendere che da un giorno all'altro lui sia in grado di uscire fuori e uccidere qualcuno. Pretende troppo dalla persone. Deve darsi una calmata.«Non crede di star esagerando?» mormoro, guardando il mio capo di sott'occhio. Sono appoggiato alla parete alla destra della scrivania, ascoltando ogni parola che esca da quella sua bocca. Non so perché mi trovo nel suo studio, mi ha mandato a chiamare, ma non mi ha ancora spiegato il motivo.
«Non dire una sola parola V. Qui decido io come gestire la cosa e tu non sei autorizzato a dire nulla» sputa, indicandomi con un dito. Alzo gli occhi al cielo e incrocio le braccia al petto. Mi ha rotto il cazzo.
«Almeno mi dica perché mi ha fatto chiamare. Così potrò andarmene da questo posto di merda» sottolineo l'ultima parola. Lui mi guarda malissimo, ma prima di riuscire a dire qualcosa bussano alla porta.
«Avanti» mormora. La porta si apre ed entra una guardia con addosso il suo solito completo blu notte, rimane fermo sulla soglia della porta e quando il capo gli dà il consenso si decide a parlare.
«Volevo informarla che il signor Jeon è qui»
«Bene, fallo entrare» si sistema la cravatta nera stringendola al collo, poi si appoggia alla poltrona. La guardia invita l'uomo ad entrare, dopo di che si inchina ed esce dall'ufficio richiudendo la porta.
«Signor Jeon, benvenuto» un sorriso forzato si fa spazio sulle labbra del mio capo e lo stesso fa l'uomo, che lentamente si avvicina alla scrivania. È alto, spalle larghe e di bell'aspetto, vestito anche lui in maniera impeccabile e sembra che quel vestito sia costato più del mio intero guardaroba. Lo osservo attentamente e ammetto che è davvero un bell'uomo.«Signor Harris» si inchina «È un piacere rivederla» mente spudoratamente. Dall'espressione del suo viso è ovvio che non sia felice di essere qui.
«Prego si accomodi» lo invita a sedersi su una delle poltrone e senza farselo ripete due volte il signor Jeon prende posto, accavallando poi la gamba.
«Spero di non aver interrotto nulla di importante» dice rivolgendo il suo sguardo prima al nuovo arrivato poi a me. Mi guarda attentamente e sento i suoi occhi pungenti su tutto il mio corpo. Non capisco cosa cazzo abbia da fissare. «Vedo che assumi anche dei giovani ragazzi» mormora riferendosi a me.
«Ho occhio per il talento» sorride il mio capo soddisfatto, andando fiero dei suoi uomini. Cosa che fa solo davanti ai clienti o ai suoi fornitori di fiducia.
A quelle parole mi sfugge una risata e istintivamente porto la mano davanti al viso. Lui mi fulmina con lo sguardo e io alzo gli occhi al cielo.
«V»«Si, signore?» mi allontano dalla parete, le mani all'interno delle tasche della mia enorme felpa grigia.
«Porta il nuovo arrivato con te e addestralo»
«Che?» sgrano gli occhi «Spero stia scherzando»
«No»
«Non faccio da babysitter ai novellini» sbuffo, guardando poi il ragazzo al mio fianco che da quando è arrivato non ha fatto altro che tenere lo testa bassa.
«Qui decido io e tu non hai il diritto di obbiettare» ringhia.
«Ma che cazzo» sbuffo.
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L'assassino della notte ~ Taekook
Mystery / Thriller|CONCLUSA| La notte scende a Seoul e un altro omicidio è compiuto. Kim Taehyung era un semplice ragazzo di 18 anni, fin quando qualcosa nella sua vita cambiò, portandolo a fare scelte difficili. Delle scelte di cui si pentirà. Ma è grazie a queste s...