2. Un nuovo incarico

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Taehyung's pov

Ormai non ricordo più da quanto tempo sono in questo posto lurido e disgustoso, circondato da uomini poco raccomandabili che portano sempre con se qualcosa con cui far del male alla gente.
Sono seduto su una delle poltrone in pelle nera della grande sala, aspettando di essere ricevuto da colui che mi ha mandato a chiamare. Solo ieri notte ho svolto uno dei miei soliti incarichi, non riuscendo come al solito a chiudere occhio per tutta la notte. Non ho neanche il tempo di respirare e riprendermi da ciò, che già vengo chiamato per un altro lavoro.
Mi guardo intorno osservando con attenzione ogni particolare di quell'enorme villa di cui ormai conosco ogni più piccolo angolo nascosto, talmente sono tante le volte in cui vengo qui. Ormai fra incarichi e allenamenti passo più tempo qui che a casa.
La villa ha uno stile antico, decorato con oggetti di grande valore, il salone e tutto dipinto in oro, tanto per mostrare alla gente che lavora per lui, quanto sia ricco, importante e potente.

Accavallo la gamba, sbuffando in continuazione per la lunga attesa. Perché chiamarmi così presto se poi deve farmi aspettate tutto questo tempo? Davvero non riesco a sopportarlo.
Finalmente la grande porta si apre e da essa esce un uomo vestito completamente di nero dall'aria inquietante e con in mano alcuni fascicoli. Ha già avuto il suo prossimo incarico, ed è quello che spetta a me una volta varcata quella porta. L'uomo mi passa davanti guardandomi come fossi feccia. Cazzo ha da guardare così, quanto tutti sanno chi è il migliore in questo posto di merda. Ovvero io, non per vantarmene si intende, anche perché non ho proprio nulla di cui vantarmi, anzi me ne vergogno.

«Signor V» un uomo alto e possente con una vestito blu notte, camicia bianca e gravatta dello stesso colore del completo, mi chiama e io mi alzo di scatto «Il capo può riceverla»

Senza curarmi di sistemare la mia enorme felpa sgualcita, mi avvio verso l'enorme stanza accompagnato dall'uomo, come sempre, vestito in maniera impeccabile. Diciamo che la maggior parte della gente che lavora qui indossa questo completo come una sorta di divisa.
Appena varco la porta, l'uomo che mi ha chiamato la richiude, per poi avvicinarsi alla grande scrivania in mogano e rimanere immobile accanto ad essa come uno di quei bodyguard che lavorando agli ingressi delle discoteche.

«V, ragazzo mio» una voce, la sua orribile e fredda voce mi richiama e io mi decido ad avanzare verso l'uomo seduto dietro la scrivania.

«Non sono suo, quindi non lo ripeta mai più» sputo infastidito dal quell'aggettivo. Mi siedo, senza il suo permesso, alla poltrona anch'essa in pelle ma di un verde petrolio.

«Lavori per me, quindi mi appartieni» precisa con quella sua voce che potrebbe far venire i brividi a chiunque, ma non a me.

«Io non appartengo a nessuno» rispondo con arroganza, guardando male l'uomo davanti a me seduto comodamente su una poltrona che sono sicuro neanche un re possegga. Riccone del cazzo. Ha origini irlandesi, è alto e possente, con una folta barba tenuta ben curata, occhi enormi, neri e profondi che non esprimono nulla se non odio. Odio verso il mondo intero.

«Porterai mai rispetto al tuo capo? Colui che ti riempie di soldi e che ti fa fare la bella vita?» risponde lui, alzando le braccia al cielo per poi sistemarsi meglio sulla poltrona.

«Sono soldi sporchi, guadagnati in modo disgustoso.» sputo.

«Soldi che però prendi senza esitare» porta i gomiti sulla scrivania, e mi osserva con superiorità.

«Solo perché devo» alzo gli occhi al cielo, poi ritorno a guardare l'uomo senza distogliere un attimo lo sguardo da quegli occhi gelidi.
«Cosa vuole da me? Mi dica quello che deve e finiamola qui»

«Hai fretta di ricevere un nuovo incarico vedo» ridacchia.

«Oh si, non vedo l'ora» roteo gli occhi pensando a quanto sia ridicolo questo tizio. Davvero crede io sia così impaziente di ricevere certi lavori da fare?

L'assassino della notte ~ TaekookDove le storie prendono vita. Scoprilo ora