Ritorni

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Ginevra

Eccoci qui! Finalmente si ritorna a Roma. Non che io ci fossi stata lontana chissà quanto tempo, però tornarci a vivere stabilmente sembrava un'utopia fino a un mese fa.

Circa dieci anni fa i miei si sono separati, mio padre è andato a vivere in un'altra zona di Roma, io e mio fratello siamo rimasti con la mamma. Vedevamo papà nel weekend, così è stato per un paio d'anni, poi l'abbiamo visto sempre meno fino a quando si è trasferito a Napoli. È stato un brutto colpo la separazione, per tutti, e come spesso accade.. una cosa rotta piuttosto che aggiustarla è stata messa nello scantinato. I troppi bei ricordi legati ad essa, nonostante tutto, impedivano di buttarla.

Per questo, a un certo punto, ho raggiunto papà a Napoli, lasciando la mia vita qui a Roma. Mio fratello ci raggiungeva ogni weekend fino a quando ha smesso. Così l'ho fatto io: ogni venerdì andavo a Roma e ci restavo fino alla domenica. Poi tornavo a Napoli.

La nostra è stata un'esistenza rotta, spezzata a metà, in due parti. Ho totalmente cambiato la mia vita per impedire che quello squarcio si facesse sempre più profondo. L'ho fatto per mio fratello, lui è tutto per me. È l'altra parte del mio cuore. Lui detesta nostro padre, dice che ci ha abbandonati. Non posso dargli torto, la sua chiave di lettura è sicuramente quella più semplice. Però io mi fido di nostro padre, sono sempre stata convinta che dietro la separazione ci fosse altro che noi bambini non capivamo: soffrivano tutti, troppo, per poter essere solo un tradimento. Questo è ciò che non si vede, che non ci è permesso sapere; ciò che invece è evidente è che avevamo bisogno di lui, e lui non c'era. Simone ha ragione.

Oggi torniamo a Roma perché mamma lavorerà per un anno a Glasgow. I rapporti tra i nostri genitori sono per fortuna pacifici, così mia madre ha chiesto a mio padre di occuparsi di Simone. È anche riuscito ad avere la cattedra di filosofia nello stesso liceo di Simone (che da oggi sarà anche il mio). A dire il vero, sarà proprio il nostro professore e devo dire che mio fratello non l'ha presa per niente bene.

Siamo a Roma: conosco questa autostrada a memoria ormai.

"Chiami tu Simone, per piacere? Non fa altro che ignorarmi, non mi risponde al cellulare".

Simone mi risponde dopo due squilli: "amore mio! Dove sei? Finalmente stai tornando".

Il mio cuore si riempie di gioia nel sentire la sua voce.

"Simo siamo quasi a scuola, tu sei ancora a casa?". Gli chiedo.

"Se non ti portassi dietro anche il prof... sarei davvero felice di tornare a vivere sotto lo stesso tetto con te! Comunque sì, ho appena parcheggiato il motorino. Ti aspetto in classe."

Che anno che mi aspetta...

Entriamo a scuola, papà mi presenta la preside, sua vecchia amica dell'università. Le porgo un saluto di circostanza ed entro nella 3B. Sono tutti in piedi, c'è chiasso, parlano tutti contemporaneamente tra di loro. Scorgo l'unico di cui mi interessa veramente, corro verso di lui e gli salto addosso. Quanto mi era mancato!

Ritorno alla realtà dopo poco, stretta nel suo abbraccio. Tutti si sono ammutoliti dopo che sono saltata in braccio a mio fratello.

"Simò" esordisce un ragazzo "e che non ce l'hai mica detto che hai lasciato Laura. Piacere Matteo" mi porge la mano "posso dirti che lei è mooolto meglio?".

Uno dietro l'altro si presentano tutti e mi chiedo se hanno realmente capito chi sono.

"Coglione, modera i termini. Lei è mia sorella".

"Gemella tra l'altro" puntualizzo io sorridendo, guardando lo stupore negli occhi di tutti. "Ginevra, piacere". Gli ricambio il saluto.

"I gemelli non dovrebbero somigliarsi almeno un po'? Non hai un capello di tua sorella, Simò!". Tutti ridono alla battuta prevedibile di Matteo, giusto per dar fastidio a Simone. Iniziano tutti a commentare la notizia fino a quando una voce più matura rispetto a quella ancora un po' flebile degli altri interrompe: "coglione, non vedi che hanno gli stessi colori, gli stessi occhi e lo stesso profilo?".

"Oh Manuel, te li sei squadrati bene i fratelli Balestra. Io preferisco Ginevra però, Simò non me ne volere". Risponde Matteo.

"Manuel, piacere" mi porge la mano e gliela stringo ricambiando il sorriso e la presentazione.

Passiamo dieci minuti a ridere e a scherzare, poi entra papà.

Ora sì che inizia l'anno più intenso della nostra vita. O meglio, inizia la nostra nuova vita.


in attesa della seconda stagione, ho pensato di riscrivere la prima aggiungendo un personaggio femminile, inevitabilmente legato a Simone, burattinaia di due trame che regolano la storia, pensando così di dare la giusta attenzione sia alla personalità di Simone che al suo rapporto con Manuel.

spero vi piaccia 😊

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