Casa

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Ginevra.

Finalmente casa.

Papà è già qui, ha preparato il pranzo. Convinco Simone a sedersi a tavola per mangiare qualcosa e stranamente ci riesco senza dover tanto insistere. E' il pranzo più silenzioso della mia vita. Penso che dovrò abituarmici il prima possibile.

Dopo aver mangiato velocemente, saliamo sopra. Dovrei riporre le mie cose in camera ma preferisco stendermi sul letto con mio fratello, abbracciarlo e sentirmi finalmente, davvero, a casa. Mi era mancato tanto, non lo lascerò più.

"Com'è Napoli?" - Simone interrompe il silenzio.

"Bellissima Simo, ti giuro. Napoli non può essere raccontata". Gli rispondo senza muovermi dalla mia posizione.

"Non pensi che ti mancherà?"

"Certo che mi mancherà. Ma ci torneremo insieme, per qualche giorno. Faremo finalmente i turisti e non i figli che rincorrono il padre, per una volta". Per fortuna ride.

"In effetti quando venivo quei due giorni a Napoli non avevo tempo neanche per visitarla. Ricordo solo le gite al mare". Sembra perdersi tra i ricordi.

"Allora qualche bel ricordo con papà ce l'hai". Lo guardo sperando non interrompa i miei unici pensieri positivi della giornata.

"Ho bei ricordi con te a Napoli". Risponde fermo. Restiamo in silenzio per un pò, poi mi faccio coraggio e lascio fluire sottovoce il flusso di parole che costantemente mi attanaglia i pensieri.

"Un giorno capirò il motivo per il quale la nostra famiglia è andata a rotoli. All'improvviso."

"Ancora Ginevra? Sono state le donne, i continui tradimenti. Te ne sei dimenticata o cerchi ancora un motivo che possa discolparlo? Non ti affliggere, non cercare di cambiare le cose. Non spetta a te. Hai 16 anni, è passato tanto tempo e niente si è aggiustato. Sei bella come il sole, hai tante passioni, finalmente sei di nuovo a casa, ritrovi i tuoi amici, inizi in una nuova scuola. Vivi la vita serenamente, come non hai potuto e voluto fare in questi anni. L'importante è che noi siamo uniti."

Resto in silenzio per qualche minuto, la mano sul suo cuore. Vorrei dirgli che non m'importa che i nostri genitori si siano separati, non è quello il punto, capita a tante famiglie. Voglio capire il perché. Perché soffrivano tutti, perché vedevamo costantemente nostra madre piangere e nostro padre non tornare per giorni, perché non era mai presente al nostro compleanno. Mi mancano dei pezzi, ci manca un pezzo fondamentale della nostra vita e devo sapere qual è. Non voglio rimettere insieme mia madre e mio padre, voglio il motivo per il quale ci sentiamo tutti persi, tutti a metà. Voglio sapere perché a noi non è stato dato il motivo di tanta sofferenza. Ma preferisco rimandare.

"Ora che sono qui, facciamo quella cosa che ci eravamo promessi?" Gli chiedo convinta.

Non ci pensa neanche un secondo.

"Certo. Chiamo Manuel".

Il tempo di uno spazioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora