Manuel
Le labbra di Simone toccano le mie e quel tocco umido mi fa rabbrividire, arriva ovunque tranne che al cervello. Ci mette un po', mi rendo conto davvero di quello che sta succedendo solo dopo.. quindi inizialmente ricambio il bacio.
Dopo pochi secondi mi ridesto dalla trance e mi rendo conto che il "Simone mi sta baciando" é diventato "ci stiamo baciando" e mi allontano come scottato da quel fuoco che è Simone.
Le parole escono veloci, come un fiume in piena.
"Che cazzo fai Simó? Che sei impazzito?"
"Scusa Manuel" abbassa lo sguardo e si stringe le mani "non so che mi è preso".
Resto in silenzio per un po', vago inquieto per la stanza.
"Che sei gay Simó? É per questo che all'improvviso hai lasciato Laura? Eh?"
"Io non.. non lo so, mi dispiace. Fai finta che non è successo niente".
"Va bè, meglio se vado" prendo lo zaino e faccio quello che mi riesce meglio: scappo.Ginevra
Ho scansato la ripetizione di matematica con Simone e Manuel e mi sono rifugiata nella mia danza. Rivedere Anita é stato la definitiva presa di coscienza che sono davvero finalmente tornata a casa e che ho intenzione di restarci. Ogni giorno spero che la frattura tra mio padre e Simone non si squarci sempre di più, spero che al ritorno di mia madre mio padre decidi di restare con noi a Roma... spero che stavolta io non debba più decidere.
Le due ore di lezione passano velocemente. Mi era mancata ogni cosa e me ne rendo conto soltanto adesso. Per anni mi sono sempre ripetuta che tutto ciò che avevo lasciato qui non era indispensabile (tranne mio fratello che vedevo continuamente). E invece ogni cosa che lasciavo di mio qua a Roma era importante e mi chiedo come io abbia fatto a starne lontano per così tanto tempo.
Lascio la sala e vado nello spogliatoio. Mi cambio, metto la giacca, prendo il borsone e attraverso il corridoio, vado verso l'uscita.
"Non ti ho mai visto qua così tante volte come nell'ultimo periodo. Comunque si sta cambiando, vedi che mó arriva" sento Anita dal corridoio.
Ritorno indietro, vado verso la sala. Qui c'è una vetrata che dal corridoio permette di vedere la lezione che si tiene all'interno. Ci trovo appoggiato Manuel.
"Ciao Giné" mi saluta appena mi vede alzando anche la mano.
"Manuel, da quanto sei qui? Dal vetro non ti ho visto prima" mi avvicino.
"Da un po'. Come stai?" iniziamo a camminare verso l'uscita.
"Bene, ho scaricato un po' di tensione. Non m'andava di studiare. Tu e Simone avete concluso qualcosa?" gli chiedo.
"Mh, più o meno" ha lo sguardo basso.
"Tutto bene sì? C'hai 'na faccia. Dov'è Simone? È tutto ok?" gli chiedo non nascondendo un po' di ansia.
"Si si, Simone sta bene non te preoccupa. Ci vieni a fà un giro? Poi ti riaccompagno io".
Annuisco e salgo in moto.Parcheggia fuori scuola. È tardo pomeriggio, saranno le sette, qui non c'è nessuno. Ci avviamo verso il bar qui vicino, quello che frequentiamo ogni giorno prima e dopo la scuola. È il loro ritrovo e ora è anche il mio.
"Vié, sediamoci" mi dice avvicinandosi ai tavolini fuori del bar.
"Ti vedo un po' strano.. sicuro che è tutto ok?" gli richiedo. Un po' lo conosco per essere sicura che non sta un granché bene. Sembra... confuso e agitato.
Lascia ovviamente cadere la domanda e inizia a parlare di altro.
Inizio a bere il mio thè alla pesca mentre lui si ingozza di salatini.
Da qui si vede il Colosseo. Ormai è quasi primavera e non fa neanche più così freddo a quest'ora.
Manuel parla ininterrottamente da circa 10 minuti, non porta a termine un discorso che subito ne inizia un altro.
Manuel è un ragazzo che incuriosisce chiunque. All'apparenza arrogante e presuntuoso, uno di quei bulli stronzi e belli, rimandati perché ribelli, che hanno sempre la battuta pronta per tormentarti.
Invece conoscendolo è un ragazzo tenero in fondo, è in gamba, vuole mostrarsi più grande di quello che è e questo lo porta ad entrare in situazioni che spesso non riesce a gestire. Ma ama la poesia e la filosofia e questo è ciò che lo fa rimanere con i piedi per terra, che lo spinge a migliorarsi, a credere in qualcosa.. a mostrarsi per ciò che è per poco tempo, giusto per le persone a cui ci tiene davvero.
Gli voglio bene e lo conosco ormai da mesi per non sapere che sta straparlando per non dover mettere stop alla bocca e play al cervello.
"Non dovevi restare da noi a dormire?" gli chiedo.
"No no torno a casa. Non voglio lasciare mamma da sola".
Prima cazzata della serata. È sempre a casa con Simone e dorme spessissimo da noi, tant'è che il letto accanto a quello di Simone non viene più tolto.
"Mh, capisco" mi limito a rispondergli non troppo convinta.
"Va bè andiamo, accompagnami a casa che devo fare ancora la doccia". Faccio per alzarmi ma lui non si smuove dalla sedia.
"Io l'ho capito che tu non sei innamorata di me, lo vedo... mi vuoi bene come un amico. E l'ho accettato, anche se non ho mai capito perché non mi hai dato neanche una possibilità. Hai detto che ti piaccio, che sono un bel ragazzo. Perché non ci hai provato? Ora siamo amici, mi sono messo l'anima in pace, ma volevo capirlo. E oggi, all'improvviso, tuo fratello mi ha dato la risposta".
Dice tutto d'un fiato guardandomi negli occhi. Mi risiedo, devo capire.
Che cavolo gli ha detto mó Simone?
"Simone? Che ti ha detto?"
"Tu non ci hai provato a stare con me perché io piaccio a tuo fratello?"
Black out. Non devo davvero rispondere a questa domanda.
"Tu non puoi semplicemente accettare che io ti voglia bene come amico e basta? Senza fare queste stupide supposizioni basate sul nulla?" mi agito perché Manuel è ostinato e nel farlo non capisce che può ferire. Quando si tratta dei suoi sentimenti non guarda in faccia a nessuno e attacca. Sto pensando a Simone, se hanno litigato per questo e l'ha fatto star male potrei non rispondere di me.
"Sulla base del nulla? Tu mi rifiuti e Simone mi bacia. Deve esserci una correlazione".
Simone l'ha baciato. Secondo black out nel mio cervello.
"No ti sbagli, non c'è" mi affrettò a rispondere. "Io e Simone abbiamo diversi sentimenti nei tuoi confronti. Io posso risponderti dei miei, dei suoi ne parli con lui.. se ne hai il coraggio".
Ignora l'ultima parte del mio discorso, ovviamente.
"Davvero allora non lo fai per Simone?" mi richiede.
"Davvero mi fai questa domanda?" insisto. È assurdo, è un discorso campato in aria.
"Va bene, scusami. Non voglio mettermi tra te e Simone, non voglio che litighiate per colpa mia" dice e poi, davanti alla mia faccia sotto shock, inizia a ridere.
"Non l'hai detto davvero.. tu hai un ego che fa paura! Io e Simone non litigheremo mai per un ragazzo" inizio a ridere anch'io, il discorso sta prendendo un'altra piega e ne sono infinitamente contenta.
"Va bè va bè, mi arrendo. Questione chiusa.. ti voglio un bene dell'anima".
Ci abbracciamo, poi ci mettiamo i caschi e saliamo in moto.
"Beh? Come bacia mio fratello? T'è piaciuto?" gli chiedo seria.
"Non me l'hai chiesto davvero" mi risponde e mette in moto.
"Andiamo va, inizi a fà discorsi strani".Simone
Non l'ho fatto davvero e lui non l'ha fatto davvero.
Mi sono avvicinato e nel giro di un secondo ero sulle sue labbra. Appena ho capito l'assurdità della mia mossa ho fatto per ritrarmi ma Manuel ha approfondito il bacio. Stavo per andare a fuoco.
Poi ha acceso il cervello e si è allontanato e, dopo essersi reso conto, è andato via. Prima però ha detto ad alta voce ciò che io ancora non riesco a dire: sono gay e, aggiungo io, sono follemente innamorato di lui. Ma è letteralmente scappato da me.Sono da ore su questo letto e mi do del coglione continuamente. Se lo perdo per questo bacio mi butto di sotto.
Prendo il cellulare e controllo l'ora. Inizio a preoccuparmi perché Ginevra avrebbe dovuto chiamarmi un'ora fa, dovevo passarla a prendere a danza.
Sto per telefonarle ma sento il rumore della moto di Manuel in giardino.
Mi affaccio al balcone della mia camera e vedo Ginevra ringraziarlo e scendere dalla moto.
Manuel istintivamente guarda su verso la finestra della mia camera e mi vede.
"Ciao Simó!" alza la mano e mi saluta. Mi limito a fargli cenno con la testa.
Rientro e aspetto Ginevra. Devo raccontarle tutto.
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Il tempo di uno spazio
RomantikIl tempo di uno spazio è quel breve lasso di tempo che ci concediamo per essere noi stessi, senza remore, senza mostrarci diversi da ciò che realmente siamo. E' il dare spazio alla vera versione di noi stessi per piccoli momenti. E' il tempo che ci...