Manuel
E' anche la mia festa, quindi dovrei ubriacarmi e far casino. E invece non faccio che assicurarmi di dove sia Simone. Lo seguo con lo sguardo, mi assicuro che non beva troppo e che si diverta, possibilmente con me. Però poi mi accorgo che da mezz'ora Filippo non lo molla un attimo. Sono in un angolo del giardino con due bicchieri in mano e Simone ride sguaiatamente, di continuo. È ubriaco marcio, non riesce neanche a tenersi in piedi. Una ragazza inizia a ballarmi addosso, un ragazzo di cui ignoro il nome mi chiede dove sia il bagno, la musica mi trapana i timpani e l'unica cosa che riesco a fare è tenere lo sguardo fisso su Simone. Finché mi scrollo la ragazza di dosso, do indicazioni al ragazzo per il bagno e scanso la folla per andare in uno degli angoli del giardino.
Prendo Simone di peso, con fatica me lo trascino addosso e ci buttiamo in acqua. Sott'acqua lo perdo, riemergo e mi accorgo che a ruota si sono tuffati anche gli altri iniziando una gara di schizzi. La piscina è piena di ragazzi, schizzi di acqua arrivano da ogni parte come delle cuscinate. Non vedo più Simone e decido in fretta di uscire. I miei vestiti grondano d'acqua e più volte rischio di scivolare. Ma come mi è venuto in mente? Avresti fatto di tutto per allontanarlo da Filippo. Una parte di me ultimamente fa strani ragionamenti. Mi auto convinco che ciò che ho fatto sia dettato dalla voglia di divertirmi e dal fatto che io sia brillo. Non tengo conto però del fatto che in corpo ho soltanto una birra, tra l'altro a metà perché un coglione che non conosco me l'ha tolta di mano un'ora fa circa. Cerco Simone tra la folla, lo vedo prendere un altro bicchiere e avvicinarsi dondolando ad una sedia. Si siede e butta la testa all'indietro. È più ubriaco di quanto pensassi, ignora ciò che è appena successo e i vestiti che stanno bagnando la sedia su cui è seduto. Ed ecco di nuovo Filippo che gli si avvicina, si mette alla sua altezza e inizia a parlargli. Quindi riparto andando verso di loro.
"Dai non puoi restare così, ti ammali. Ti accompagno io in casa, ti cambi" fa per aiutarlo ad alzarsi ma Simone non collabora e ricade sulla sedia, e ride.
L'unico lucido stasera sono io, e questa cosa fa molto ridere. Ho incrociato prima Ginevra e non sembrava essere messa meglio di Simone... e pensare che non beve neanche il caffè.
Raggiungo Simone e cerco di liberarlo da Filippo, oppure cerco di liberarmi io di lui... dipende dai punti di vista.
"Filippo vai a divertirti, tranquillo. Lo porto io in casa a cambiarsi. Vedi? Anch'io sono fradicio, devo cambiarmi. Lo aiuto io" gli tocco il petto spingendolo più indietro.
"Si lo vedo, l'idea di ridurvi così è stata la tua" mi dice palesemente con un'aria velenosa.
"Filippo ti invito con calma ad andare da un'altra parte" gli do le spalle e mi dedico completamente a Simone, cercando di alzarlo di peso. Non mi aiuta, barcolla. Già ha poco equilibrio di suo... da ubriaco è peggio.
Filippo si allontana e io mi siedo, cerco di convincere Simone a collaborare. Dobbiamo assolutamente cambiarci. L'idea di fare un tuffo in piscina non è stata delle migliori, ma era l'unico modo per dividerli... a parte fare a botte, ma per quello dovrei essere un minimo ubriaco. Intanto a pochi metri Ginevra balla attaccata a Matteo, con atteggiamenti discutibili. Dopo un po' si allontanano, vanno verso la porta di casa.
"Simò! Tua sorella sta andando dentro co' Matteo" lo scuoto dalla sua trance.
"Eh? Chi è Matteo?" biascica.
"Simò, per favore, stai un attimo lucido. Devi recuperare Ginevra, è ubriaca e quel coglione de Matteo fa stronzate. Li devi fermà, ti accompagno io" lo faccio alzare ma di questo passo ci metteremo un'eternità.
"Ti devi muovere" lo scuoto con forza.
"Vai tu, io ti raggiungo tra poco" mi dice fermandosi a bere.
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Il tempo di uno spazio
RomanceIl tempo di uno spazio è quel breve lasso di tempo che ci concediamo per essere noi stessi, senza remore, senza mostrarci diversi da ciò che realmente siamo. E' il dare spazio alla vera versione di noi stessi per piccoli momenti. E' il tempo che ci...