Vrykolakas

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Capitolo IV - Vrykolakas

- Credi negli Dei Romani e Greci? - le chiese come se nulla fosse.

Harmonia lo guardò come se fosse pazzo e a dirla tutta lo pensava pure, un pochino.

-Fai uso di qualche droga?- gli chiese.

Soter la guardò meravigliato e offeso da quella insinuazione -No, mai. Ma certo che no!- disse.

La porta di quella stanza venne aperta proprio in quel momento ed entrarono Lexy e Alexander. Lei si manteneva forte a lui, ma provava comunque a camminare il più autonomamente possibile.

Lui non sembrava fare alcun sforzo, come se lei fosse leggera, cosa assolutamente assurda. A una persona normale sarebbero sicuramente pesati sassanta chili che gli facevano pressione.

Entrambi si bloccarono alla vista che gli si presentava davanti.

Soter stava poco più avanti a loro e gli sorrideva mentre si passava una mano tra i capelli biondi. Ricordava tanto un bambino che era stato appena beccato con la mano nella scatola dei biscotti.

Non molto più avanti a lui stava Harmonia. La luce dell'alba metteva in risalto la sua figura alta e bellissima anche con i vestiti stroppiciati e un po' sporchi.

-Che sta succedendo?- chiese Alexander lanciando uno sguardo a Harmonia che teneva in mano l'arco di Soter.

-Harmony, perché tieni in mano un arco?- chiese accigliata Lexy alla sua migliore amica.

Harmonia non era mai stata un tipo da armi, anzi era sempre stata quel tipo di ragazza che amava la moda e ogni cosa che potesse essere definita femminile.

Non era un maschiaccio come Lexy.

Harmonia posò l'arco e la freccia che aveva preso dalla custodia. Lanciò uno sguardo alla sua migliore amica e poi ai due ragazzi -Questo ragazzo é entrato all'improvviso nella stanza con un borsone pieno di armi!-.

Alexander fulminò con un'occhiata Soter che aveva una faccia dispiaciuta -Io non volevo spaventarla!-.

-Comunque, che cosa é questa storia degli Dei Greci e Romani?- chiese Harmonia.

Alexander guardò ancora più male il povero biondino che aveva una faccia dispiaciuta -Di che sta parlando Soter?- gli chiese sperando che non si trattasse dello stesso argomento che pensava lui.

Il biondo fece un sorriso tirato -Lei mi ha chiesto del lavoro che fa mio padre e io stavo per dirle tutto...- cominciò a biascicare.

-Ragazze, che ne di te se restate per un po' qua mentre io proferisco un attimo con Soter? Quando vi sarete riprese del tutto vi riaccompagneremo a casa- disse in modo forzato Alexander.

-Infatti! Fra poco la colazione dovrebbe essere pronta! Credo proprio che prima di tornare a casa dovreste mettere qualcosa sotto i denti- sorrise amichevolmente Soter.

Sembrava un ragazzo molto allegro e cordiale, al contrario di Alexander che non aveva fatto altro che tenere il muso sin da quando Lexy lo aveva conosciuto.

In più, per tutto il tempo che avevano percorso il lungo corridoio, che portava alla stanza dove stava Harmonia, non le aveva rivolto la parola.

Alexander la fece sedere sul letto che si trovava in quella stanza e se ne andò subito, senza dire niente.

Soter le salutò e uscì anche lui velocemente dalla stanza.

-Lexy! Come stai?- le chiese Harmonia sedendosi vicino a lei e abbracciandola.

Olympus - The daughter of ArtemisDove le storie prendono vita. Scoprilo ora