Prima ronda

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Capitolo XVII

Prima ronda

Quando ormai il sole era calato, dopo cena, Alexander disse a Harmonia, Lexy e Elyssa che appena si sarebbero cambiate, quest'ultima le avrebbe accompagnate in armeria.

Il motivo di tutto ciò?

Lexy e Harmonia avrebbero fatto la ronda insieme ai ragazzi, per la prima volta.

La Benson salutò il padre e la madre. Nessuno dei due era felice della situazione, ma non era affatto facile impedire a Lexy di fare qualcosa. "Anche Artemide era un tipo con la testa dura" le disse Louise dandole la carica che le serviva per affrontare il giro di pattuglia che la aspettava da lì a poco.

-Ci avete messo troppo!- subito le attaccò Alex, nervoso e scocciato. Quel giorno non doveva solo badare a Elyssa che agiva fin troppo d'impulso, ma pure a due ragazzine che non sapevano usare neanche i loro poteri.

-Suvvia Alex, stai calmo- Soter gli diede una pacca sulla spalla e sorrise solare alle due amiche. -Venite, vi daremo delle armi!- la sua allegria faceva sembrare la situazione molto più piacevole di quando in realtà era.

Entrambe annuirono, mentre Elyssa rimase sull'uscio della porta. -Tu non prendi alcuna arma?- le domandò Harmonia lanciandole un'occhiata incuriosita.

-Io non ne faccio uso. Preferisco i miei poteri- fu la risposta di Elyssa. Era tornata a sorridere. Di nuovo sembrava che vedesse la vita rosa e fiori, peccato che quella non era realmente la sua visione. Si potrebbe dire che lei era anche più cosciente di loro di quanto male, tristezza e odio ci fossero al mondo. Buffo, la persona che sorrideva sempre, era una delle più infelici.

Almeno un barlume di speranza lo aveva? Se non fosse stato per le poche persone che la sostenevano, no.

Si era promessa di non piangere più, ma aveva già infranto quella promessa. La rinnovò. "Sarò felice, tanto peggio di quello che é già successo dubito che possa accadermi", pensò. Quello era il suo modo positivo di vedere le cose.

Lexy le diede un'occhiata. Dopo quello che era successo quella mattina, aveva deciso di tener d'occhio la biondina. Non si fidava molto, sembrava quasi bipolare e psicologicamente instabile. Soter le mostrò una spada, ma lei gli fece vedere che aveva con se quella di sua madre. -Userò questa- spiegò.

Lui annuì soltanto. Non si irritò, al contrario, sembrava felice che avesse scelto di tenere quell'arma. -Mio padre mi ha detto di dartela, era della zia- le rivelò.

Lexy si sorprese. -Mio... zio?- le faceva strano pensare di aver un vero e proprio zio, di sangue. John Benson aveva un fratello, ma quel tipo non le era mai piaciuto tanto. Era troppo egocentrico e avaro. Così tanto che non le aveva mai comprato nulla. A quanto sapeva, era sua moglie, una donna davvero graziosa, a regalarle qualcosa per ogni festa, dicendo che quei regali venivano da entrambi.

-Sì, mio padre, Apollo- Soter fece un segno affermativo con la testa.

Aveva sempre quell'aria felice e spensierata. Elyssa lo era in un modo innaturale e spesso metteva i brividi. Ricordava quasi una vecchia bambola di porcellana con stampato in volto un sorriso troppo ampio e innaturale.

Soter invece sembrava sinceramente allegro e dava l'idea di un rubacuori o una star. Forse era per via del padre? Non a caso era il Dio delle Arti e del Sole...

-Ringrazialo da parte mia- Lexy cercò di sorridere, ma era sicura che quella che fece fu una sorta di smorfia. Non era il tipo da gesti dolci e ringraziamenti...

In fondo, però, la sua vita stava cambiando radicalmente e probabilmente anche la sua personalità avrebbe subito delle modifiche.

-Certo!- Soter le batté il cinque e andò da Harmonia.

Olympus - The daughter of ArtemisDove le storie prendono vita. Scoprilo ora