Madre biologica

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Capitolo VIII - Madre biologica

Lexy arrivò a casa sua non molto tempo dopo.

Appreso chi era sua madre, aveva bisogno di tempo per pensare ed elaborare tutte le informazioni che aveva ricevuto in un lasso di tempo molto breve.

Hestia aveva proposto a lei e Harmonia di unirsi a loro per contrastare il nemico misterioso che teneva prigionieri i loro genitori. Lexy non sapeva che dire e alla fine aveva detto che aveva bisogno di tempo per pensarci come che era una gran responsabilità. Harmonia aveva fatto lo stesso.

Rimase ferma una manciata di secondi davanti la porta di casa sua. Una semplice costruzione a due piani, due camere da letto, una cucina, un salotto e due bagni. Niente di speciale, vero, ma lei l'aveva sempre trovata accogliete e bellissima lo stesso.

Ma in quel momento: con la mano sulla maniglia e lo sguardo fisso sulla chiave che teneva nell'altra mano.

"Che dico a mam... Louise?" pensava mentre infilava la chiave nella serratura.

Quella si aprì fin troppo in fretta, rivelando la figura esile di Louise Benson. Una donna dai capelli corti e sempre un po' disordinati, gli occhi nocciola incorniciati da piccole rughe, le labbra sempre ricoperte da qualche lucidalabbra o burrocacao, i vestiti sempre comodi e colorati che non avevano niente a che fare con la moda del momento.

-Mamma!- sibilò sorpresa Lexy mentre la porta si chiudeva con un tonfo dietro di lei.

-Lex?- si affacciò la donna da dietro un cumulo di vestiti che aveva in una cesta e che le coprivano perfino il volto. -Finalmente sei tornata, la prossima volta che dormi da Harmonia, avvisami prima. Lo sai che mi preoccupo- la signora Benson parlava mentre si dirigeva verso le scale del piano di sopra. Aveva creduto al messaggio della figlia.

Lexy era mortificata di aver dovuto mentire alla madre, di solito preferiva essere sincera con i suoi genitori. Però, non poteva neanche dir loro di essere stata attaccata da dei Vrykolakas, o vampiri. -Scusa, ma alla fine abbiamo inziato a vedere un film e poi ci siamo addormentate prima che finisse- ripetè la stessa scusa che aveva usato quando le aveva mandato un messaggio non molto prima.

La donna annuì leggermente -Capisco. Dammi 10 minuti che stendo i panni e poi parliamo-

Lexy rimase ferma lì nel corridoio, ma alla fine decise di andare in cucina a bere qualcosa. Sicuramente la madre adottiva le doveva dire qualcosa.

***

Harmonia prese l'ascensore e cliccò il pulsante per il quindicesimo piano. Abitava sin da bambina al Plaza Hotel, uno dei più famosi in tutta Manhattan.

Di solito, stava da sola, o con le domestiche. I suoi genitori avevano sempre preferito vivere lì, quando stavano a casa. In più, questo li faceva sembrare ancora più ricchi di quanto non fossero e questo i coniugi Sullivan lo adoravano.

Harmonia non aveva mai avuto problemi  a vivere nel lusso, anzi, le piaceva. Poteva sempre avere tutto ciò che voleva quando voleva. Tranne i suoi genitori, loro erano così freddi...

Non le prestavano mai attenzione, tranne quando ci guadagnavano qualcosa. Loro erano fatti così...

"É una cosa così ironica, sono la figlia della Dea dell'amore, ma sono cresciuta senza affetto" pensava mentre il trillo dell'ascensore l'avvertiva che era arrivata a destinazione.

Quando aprì la sua suite strisciando su un apparecchio, fuori dalla porta, una carta magnetica, non si degnò neanche di salutare o di avvertire del suo ritorno. Sua madre era andata a trovare delle amiche in Califonia, mentre il padre stava girando un film in Virginia e la domestica, Esmeralda, sarebbe venuta le 11.

Quel giorno, per di più, aveva il turno pomeridiano al Felicity Caffé.

-Va be', almeno ho un po' di tempo per rielaborare gli ultimi avvenimenti- mormorò mentre andava in camera per mettersi qualcosa di più comodo, in più doveva portare in lavanderia il vestito che le era stato dato e riportarlo a Hestia. Non poteva di certo tenerlo...

E mentre si legava i capelli in una treccia alla francese si sedette davanti lo specchio. Sistemarsi i capelli la rilassava molto e le dava modo di pensare.

"Devo accettare o no la proposta di Hestia? Salvare i miei genitori, ma anche gli altri Dei sarebbe... stupendo. Magari potrei conoscerli di persona e parlargli"

Però, il problema non era se aiutare o no Hestia e gli altri, ma era come avrebbe mai potuto aiutarli. Non aveva né doti magiche né alcuna abilità. Cosa avrebbe mai potuto fare in un combbatimento?

Sapeva giocare a pallavolo e aveva imparato a nuotare da bambina, ma di certo questo non le sarebbe mai servito. Proprio come non le sarebbe mai servito essere una fanatica dello shopping e della moda in generale.

Lexy, al contrario di lei era molto agile e forte, una vera sportiva. Lei sicuramente aveva qualche talento che avrebbe fatto comodo per salvare gli Dei dell'Olimpo.

"Beata Lex, ha dei genitori adottivi fantastici e tante buone qualità. Lei si che sembra veramente la discendente di due Dei" si ritrovò a sospirare. Era sempre stata un pochino invidiosa della sua migliore amica. Infondo, proprio come dice quel vecchio detto: il giardino del vicino é sempre più verde. E il giardino del vicino, in quel caso, era la vita fantastica di Lexy.

***

Louise Benson entrò nella piccola cucina di casa sua, asciugandosi le mani umide vicino alla leggera gonna lunga che indossava. Lexy la guardò e cercò di sembrare il più tranquilla possibile mentre mescolava la limonata che si era preparata.

-Lex, tutto bene? Ti vedo strana- disse la donna mentre si riempiva un bicchiere di acqua.

-Certo, perché?- mentí.

-Sono tua madre, so quando c'é qualcosa che ti turba- rispose con naturalezza la castana e sorrise.

"No, non lo sei" si ritrovò a pensare Lexy, guardandola. Era da quando aveva scoperto che quella donna non era la sua vera madre, che quelle quattro semplici parole non le ruotavano nella mente. -No, va tutto bene...-

La donna la guardò attentamente con i suoi occhi nocciola -Dimmi ciò che mi vuoi domandare veramente-

Lexy, interdetta, si ritrovò a domandarsi a cosa avrebbe potuto associare il suo strano comportamento, poi optò per la strada più facile: la verità.

-Cosa sai su mia madre. La mia madre biologica- si ritrovò a chiedere e subito se ne pentì. Anni prima, non aveva voluto sapere niente su di lei e ora si ritrovava di nuovo su quel capitolo della sua vita che pensava di aver chiuso da tempo.

Sua mamma sembrava sorpresa, ma non aveva avuto nessuna strana reazione, per fortuna. -Sapevo che prima o poi avresti chiesto di lei-

Lex si accigliò. Sembrava che lei... Sapesse che prima o poi glielo avrebbe domandato. Era così prevedibile?

-Cosa intendi?-

-Intendo solo che é normale che tu voglia sapere di lei. É pur sempre la tua vera madre, lei ti ha fatto venire al mondo. Io ti ho solo cresciuta-

La mora avrebbe voluto dire qualcosa sul fatto che avesse fatto un buon lavoro a crescerla, o che era stata brava e paziente con lei. Però... Che madre sarebbe mai stata una Dea? Artemide sarebbe mai stata migliore di Louise Benson? O era meglio quella semplice umana?

-Già... Credo che lo sia- borbottò, non trovando niente di meglio da dire.

-Che sai su di lei?-

-Ehm... quasi niente- disse indecisa Lexy. Louise sembrava sapere molto... Ma sapeva che che sua madre era la Dea Artemide? E se si, come faceva a saperlo?

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Spazio Autrice

Awww grazie mille per le 600 visualizzazioni, forse questa storia non fa così schifo.

Comunque, piccola domandina: Chi preferite tra Harmonia, Lexy e Elyssa?

Chiara,

Olympus - The daughter of ArtemisDove le storie prendono vita. Scoprilo ora