Momenti di debolezza

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Capitolo XIV

Momenti di debolezza

Hestia si avvicinò a Lexy e Harmonia. Indossava un lungo abito giallo che contrastava con la sua abbronzatura e metteva in risalto la sua figura. Anche con un abito così semplice e senza trucco era incantevole. Non era poi tanto difficile accettare che fosse una Dea, lo sembrava tantissimo. Posò una mano sulla spalla della bionda. -Sei pallida. Ti serve qualcosa? Vuoi riposarti un po'?- le domandò.

Harmonia annuì; riposarsi l'avrebbe aiutata a dimenticare ciò che era successo e l'avrebbe fatta tornare quella di sempre.

Hestia le regalò uno dei suoi caldi sorrisi. -Bene- poi si girò verso Elyssa che stava lanciando in aria e riprendendo al volo una pallina rossa. -Elyssa, mia cara, potresti accompagnare Harmonia in una delle stanze assegnate alla prole di Afrodite?-

-Mh? Ok. Tanto non ho nulla di meglio da fare- rispose la riccia lanciando per un'ultima volta la pallina e riprendendola al volo.

Lexy e Hestia rimasero da sole. -Il signor Benson come sta?-

-Quando lo hanno portato a riposare stava meglio. Grazie a Soter. Deve essere un gran medico- Lexy era felice di ciò che aveva fatto il biondo per suo padre; senza di lui probabilmente l'uomo non sarebbe sopravvissuto.

-Medico? Non credo che sia il termine giusto per descriverlo. Guarire le persone é uno dei suoi poteri, ma non credo si possa definire un mestiere- le disse Hestia.

Lexy si morse il labbro. I poteri erano una cosa abbastanza nuova per lei e stentava ancora a crederci che esistessero. "Chissà quale potrebbero essere i miei poteri..." -Dea Hestia, ci sta un modo per scoprire quali sono i miei poteri?-

-Non subito. Ma con il tempo capirai- disse la rossa.

Lexy era delusa. Magari con dei poteri sarebbe riuscita a proteggere i suoi genitori che erano in pericolo per colpa sua. In più, sarebbe stata più utile nella causa di Hestia. Come poteva salvare l'Olimpo se non sapeva combattere nè aveva dei poteri?

Hestia si mise ad osservare una piccola scia di sague che portava fino alla porta. "Se non fermo quell'essere che ha distrutto l'Olimpo che conosco, ci saranno molte più scie di sangue e anche delle vittime." -Sai Lexy, io non vorrei combattere. Non ho mai partecipato a nessuna guerra, direttamente; sono stata sempre imparziale e gentile con ambo le parti e ora mi trovo in una situazione che non riesco a comprendere fino in fondo. Voglio salvare la mia famiglia, ma mi rendo conto che mi mancano i mezzi.-

Lexy la guardò, sorpresa di come la trattasse da pari. Si stava a prendo con lei, anche se non si conoscevano quasi. -Si vuole arrendere?- domandò. Non era sicura che fosse la cosa giusta da chiederle, ma era ciò che voleva dire.

La Dea la guardò e con rammarico parlò. -Non ho fatto nulla per evitare che la mia Casa venisse distrutta, ma ho intenzione di di farla tornare come era in principio.- Era tornata la Hestia forte che aveva visto la prima volta Lexy. "É normale avere momenti di debolezza", si ricordò.

-Scusa se mi sono lasciata andare, ma... anche noi Dei abbiamo bisogno di sfogarci, qualche volta- disse con un pizzico di vergogna appena visibile. -Comunque, se vuoi sviluppare uno dei tuoi poteri potresti provare il tiro con l'arco. Tua madre é la migliore insieme ad Apollo e anche Soter é molto bravo. Forse potresti aver ereditato questo da lei.-

-Davvero? Non ho mai provato... ma credo che lo farò. Almeno se imparo potrò proteggermi.-

-Sarebbe un inizio- concordò la Dea del focolare.

-Credi che Soter potrebbe aiutarmi?- domandò Lexy.

-Vedrò di chiederlo. Però, per oggi riposa: é stata una lunga giornata. Domani, vero le sette, i ragazzi si allenano sul retro, potresti osservare gli allenamenti, se vuoi. Potresti perfino provare a fare qualche esercizio- la informò.

-Okay, grazie.-

La Dea Hestia si congedò. Non molto dopo entrò Louise con il volto stanco e gli abiti sporchi di sangue. -Lexy, stavo per andarmi a lavare e cambiare, ma prima volevo dirti che tuo padre sta meglio. Grazie agli Dei non rischia di morire.-

Lexy sorrise. -Menomale- sospirò sollevata.

-Mi spieghi un po' chi sono quei ragazzi e come li hai conosciuti?- Louise era curiosa. Aveva capito che si poteva fidare di loro come che stavano con Hestia, ma non li conosceva bene e voleva sapere di più.

Lexy a malincuore le spiegò tutto. Dal primo attacco, alla scoperta di essere figlia di Artemide. Anche se quest'ultima notizia la sapeva sin dall'inizio. -Avresti dovuto chiedermi aiuto- Louise si sedette, stremata.

-Non volevo farti preoccupare...-

-Non lo avresti fatto. In più, avrei dovuto stare più attenta. Volevo che tuo padre andasse dallo zio in modo che non venisse messo in pericolo, ma era logico che non l'avrebbe fatto! E ora sta male- si passò una mano sulla testa; le faceva un gran male.

-Come sapevi che avrebbero attaccato?- Era quella l'impressione che le aveva dato sua mamma, sembrava quasi che sapesse dell'attacco.

-Più che saperlo, ne ero sicura. Ho parlato con Hestia solo qualche ora fa e mi ha detto tutto, Lexy- il suo sguardo era serio e impenetrabile.

-Oh...- la figlia non sapeva che dire o fare. -Mamma... Ho deciso di farmi insegnare il tiro con l'arco. Voglio essere utile... salvare e conoscere i miei genitori- Lexy abbassò la testa e strinse la mani in pugni fino a far diventare le nocche bianche.

-É una tua scelta e non posso costringerti a non farlo. Ma, per favore, stai attenta.- Louise si stava trattenendo dal piangere. Il solo pensiero che la figlia sarebbe potuta morire in quella guerra... non la faceva respirare.

Lexy alzò la testa e guardò la madre, sorpresa. -Grazie- non disse altro, non ce ne era bisogno.

***

Elyssa passò un bicchiere pieno d'acqua a Soter. Quest'ultimo era steso sul suo letto, stremato. -Anche se sai che usare troppo il tuo dono di guarire le persone può portarti alla morte, continui ad esagerare.-

"L'Elyssa che non sorride é così strana... Sembra quasi più matura. Mi dispiace di farla preoccupare sempre... Per me é come una sorellina."

-Non potevo rischiare che il padre adottivo di mia cugina morisse...- Soter riusciva appena a tenere il bicchiere in mano. Aveva proprio esagerato... Avrebbe dovuto fermarsi appena prima.

-Non sarebbe morto se ti fossi fermato qualche secondo prima. Solo che tu volevi che stesse molto meglio- Elyssa strinse forte la pallina rossa nella sua mano sinistra. Odiava il fatto che lui mettesse in gioco così facilmente la sua vita... Era un Dio, vero, ma poteva morire per colpa del suo sigillo che non era ancora infranto e che non gli permetteva l'immortalità che gli spettava.

Soter le strinse l'altra mano e le sorrise. -Sto bene, ho la pellaccia dura ricordatelo- ridacchiò con un visibile sforzo.

Elyssa sospirò e si alzò. -Riposa.-

Ma mentre usciva dalla stanza, alcune parole del biondo la bloccarono. -Non sei solo preoccupata per me, sei anche arrabbiata perché ho salvato la vita ad un umano. Ricorda: non tutti loro sono cattivi.-

Elyssa uscì in fretta e furia e chiuse con un tonfo assordante la porta. "Io... io ci sto provando a non odiarli tutti!"

Olympus - The daughter of ArtemisDove le storie prendono vita. Scoprilo ora