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"Sei ancora viva giusto? Hai il respiro affannoso"

"Cazzo Miles mi hai fatto prendere un colpo."

"Ara ma stai piangendo"

Potei constatare che Miles non aveva perso il suo ineguagliabile talento nel apparire nel momento e nel luogo sbagliato "Si Miles sto piangendo" inutile dire che stavo pensando ad Alex, e Miles l'aveva capito "beh smettila" non l'avrei mai detto.

"Penso che tu debba andare avanti, tornare dove eri veramente felice e rifarti una vita."

Pensai, dove ero stata veramente felice? Londra non la presi nemmeno in considerazione. Sheffield? Nemmeno, lì ero stata felice con Alex e nella mia felicità lui non ci doveva essere.

"Oppure ti costruisci una nuova felicità. Devi solo trovarla" pensai rapidamente ai luoghi che potevano rendermi felice. Potevo trasferirmi in qualunque luogo, in qualunque città, come New York, Parigi, Los Angeles e tante altre. Ma poi mi passò come in un susseguirsi di fotografie stampata nella mia mente, quella piccola vacanza nel 1996 a Roma, città natale di mia madre.

"Miles devo andare a casa" mi alzai di scatto e andai verso la porta.

"Sei sicura di star bene?"

"Miles ho dormito tutta la notte, ora devo andare a casa, devo urgentemente organizzare una cosa"

Mi avviai verso casa, dovevo pensare.

Reputai inutile continuare a vivere a Londra, potevo gestire lo studio anche da un'altra città. Se volevo dimenticare per sempre la mia vita in Inghilterra.
Mi sarei trasferita a Roma, in Italia. Una città meravigliosa, ricca di storia e cultura. Mia madre mi aveva attentamente insegnato la lingua e lì ancora risiedevano i miei nonni.

Appena arrivata a casa mi fiondai verso camera mia, mi armai degli stessi scatoloni che avevo usato per il primo trasloco e iniziai a metterci dentro i miei vestiti.

In meno di un'ora riuscii a riempire quattro scatole, avevo ancora tempo quindi continuai con la folle impresa. Presi uno scatolone particolarmente grande e controllai al suo interno, rimasi sorpresa nel vedere un piccolo pezzo di carta.

"Quando puoi torna, ti aspetterò io questa volta, camera 505 del solito hotel.
Ti amo, Al"

Lo ripiegai e lo misi dentro la tasca del mio cappotto, dovevo smettere di pensare a lui, dovevo smettere di pensare e basta, perché se pensavo avrei reputato tutto questo un enorme pazzia senza senso.
Riuscì ad inscatolare tutti i miei vestiti in un solo pomeriggio, ora rimaneva solo il passo più arduo, dirlo a Marceline e Thomas.

"Se questo ti rende felice fallo, ma sappi che se prima non cambi quello che sei, non puoi cambiare la tua intera esistenza"

Marceline aveva ragione, avevo sicuramente preso una decisione importante in pochissimo tempo, e non sapevo nemmeno cosa sarebbe successo appena arrivata a Roma.
La cosa che più mi faceva star male, era lasciare tutto questo, i miei amici,  mia nipote May che ama mettersi i miei tacchi, Thomas, le sue idee folli, i suoi calzini sempre spaiati, i pomeriggi ad ascoltare i Pink Floyd e i pancake caldi al mattino. La dolcezza di Marceline, la sua inguaribile positività, il profumo di ciambelle e di lavanda, i libri e le trecce fatte prima di andare al parco. I miei amici che avevo ritrovato, Miles con il suo essere sempre allegro e Lana che ancora nemmeno conoscevo davvero. Il mio studio, la mia macchina.

E poi c'era lui.

Alex Turner, o semplicemente Al.

Il vero e unico motivo per il quale non sono mai stata veramente felice, l'odiavo talmente tanto.
Dovevo andare via di nuovo. Dovevo scappare di nuovo.

young and beatiful || Alex Turner||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora