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"Dear Lord, when I get to Heaven
Please let me bring my man"

"Non so se te lo ricordi, ma io te lo dico
comunque. Ti amo Al" dissi baciandogli la guancia ancora calda "me lo ricordo."
Aveva la voce roca "ti amo anch'io Bella"
Mi sentivo come quella mattina del 6 Gennaio 2003. C'eravamo solo noi due.
"Voglio stare con Al, lo dico per davvero, finché morte non ci separi"
"Allora quante volte siamo morti?" Aveva già messo le mani sui miei fianchi e puntava le sue iridi scure sulle mie color verde bottiglia "Se dovessi morire direi a Dio o a chiunque ci sia lì sopra se posso portare anche te" lui baciò mi il collo "ti porterò verso l'immortalità"
"Non voglio essere immortale" continuò la sua lenta ma efficace tortura "voglio solo essere tuo" 

La giornata tutto sommato procedette bene, mi suonò qualcosa con la chitarra elettrica che tenevo in casa. Me l'aveva regalata lui per il mio diciassettesimo compleanno. Fu mio padre ad insegnarmi a suonare la chitarra, in quei pochi momenti in cui si comportava come tale. Andavo sempre a suonare in un negozio in fondo alla via dove abitavo, il proprietario Charlie era il padre di Aimee la mia migliore amica, e mi faceva usare sempre le più belle, talvolta suonava anche lui, soprattutto canzoni dei Led Zeppelin, mi parlava sempre di quanto fosse bravo Jimmy Page e quanto gli piacesse l'Hard rock.
Alex, però era più bravo, sapeva muovete le mani sullo strumento come se facesse parte del suo corpo, gli veniva quasi spontaneo. Quel giorno suonò tutto quello che gli chiesi; dai Nirvana ai Pink Floyd passando per i Beatles e i Rolling Stone.
"Non riuscirò mai ad arrivare al tuo livello" sorrise "ognuno ha i suoi talenti"
Poggiò la chitarra per terra, e si alzò dal divano "sono le sette e mezzo di sera"
"E con questo?"
"Stasera ho uno spettacolo, ti va di venire?" non avevo mai ascoltato la loro musica, mi sentì spiazzata "non è il caso, sai io non sono tipa che fa queste cose"
"Invece si, andiamo Bella vuoi veramente rimanere a casa?"
"Non so che mettermi" inventai la prima scusa che mi passò per la testa.
"Preparati, tra massimo un ora dobbiamo essere fuori" non mi fece continuare che scappò via dalla porta, fu solo dopo che sentì la sua macchina sfrecciare fuori dal cancello capì che faceva sul serio.
"Tu sei pazzo, cazzo"
Ero in ritardo, ovviamente, ma non mi diedi per vinta. Misi la prima cosa che mi venne in mente, una gonna nera stretta ed un top del medesimo colore. Indossai i soliti anfibi e sistemai i capelli scuri.
Fuori facevano almeno cinque gradi, ragione per cui misi un cappotto nero abbastanza pesante "spero per te che tu sia puntale Turner" pensai.
Passarono pochi minuti e vidi la sua macchina grigia parcheggiare proprio accanto alla mia. Aveva una camicia bianca, sopra un giubbotto di pelle nera. I jeans erano neri e ai piedi portava degli stivaletti di cuoio.
"Pensavo che mi lasciassi qui"
"L'idea c'era mia cara" gli sorrisi beffarda, lui come risposta mi posò un bacio sulle labbra a stampo.
"Posso essere sincera con te?"
"Sempre"
"Non ho mai ascoltano nemmeno una canzone della vostra band" lui mi guardò divertito "ciò di dimostra quanto siamo strani i tuoi gusti musicali"
"I miei gusti musicali vanno benissimo, grazie"
"Credo che se non ci fossi stata tu, probabilmente la maggior parte dei testi neanche ci sarebbe"
"Che vuoi dire?"
"La mia carriera è tutta dedicata a te, ogni canzone, ogni album, ogni concerto è stato fatto affinché tu tornassi"
"Sono tornata"
"E non ti lascerò andare via di nuovo" mi baciò la mano sinistra, le sue labbra erano così calde rispetto alle mie mani fredde "posso essere onesto con te?"
"Sempre"
"Sei la ragazza più sexy che abbia mai visto in tutta la mia vita" arrossì.
Poggiò delicatamente una mano sulla mia coscia coperta solo dalle calze nere, un brivido salì lungo la mia schiena, lui la accarezzò, analizzando ogni centimetro di pelle chiara.
Arrivammo in un club abbastanza grande al centro di Londra, pullulava di persone in delirio.
Jamie, Matt e Nick erano già li, guardai Alex, sembrava felice. Non avevo mai visto tante persone in vita mia, nemmeno al concerto degli Oasis nel 2009.
"Mettiti lì" Alex indicò un posto vicino il palco.
Ero in prima fila, il palco era a pochi metri da me. Il pubblico era in delirio, ragazzi che cantavano a squarciagola i testi delle canzoni, gente ubriaca, c'erano addirittura delle ragazze che piangevano.
Io mi limitai ad ascoltare e ad osservare Alex che muoveva le mani sulla chitarra.
Mi guardava, di tanto in tanto, sguardi fulminei ma ricchi di significato.

young and beatiful || Alex Turner||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora