[ni-jū ichi] kokoronashi

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I feel 
too much ぺあ翁益












KOKORONASHI[somehow]

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KOKORONASHI
[somehow]






C̸a̸r̸o̸ d̸i̸a̸r̸i̸o̸

C̸a̸r̸o̸ T̸a̸e̸h̸y̸u̸n̸g̸

Tae, sono le 4:21. Mi bruciano gli occhi, ma non posso chiuderli. Forse scrivere mi farà dormire, forse resterò sveglio fino all'ora blu, come sempre.

Passavo le notti a contare gli innumerevoli modi in cui sarei potuto morire e ora invece non penso che a te. Non penso che a quel bacio.

Tu mi hai reso felice, dopo non so quanto tempo, e adesso ho paura di essermi immaginato tutto. Ho paura di svegliarmi da un momento all'altro e scoprire che tu non ci sei, che non sei mai esistito e che io sia ancora quel ragazzo smunto ed emaciato, steso sul letto di un ospedale, con un braccio lacerato e l'altro attaccato a una flebo, ancora aggrappato alla vita per mezzo di un tubo di plastica.

Non me ne sono mai reso conto fino in fondo, ma quando ti ho conosciuto, mi sono aggrappato alla vita per la seconda volta. Ti ho preso la mano e non ho voluto lasciarla andare. Ora ho paura che possa essere tu a lasciarmi andare, perché una parte di me sa che succederà, sa che te ne andrai prima o poi. Come ha fatto papà.

Un'altra parte di me, però, si fida di te. Ed è quella che mi spaventa di più, perché non riesco a non darle ascolto, perché non riesco a vedere il lato negativo della cosa più bella che mi sia capitata in diciott'anni di vita. Proprio io, che ho sempre e solo visto il lato negativo di tutte le cose. Proprio io, che non ho mai creduto di meritare niente, neppure l'affetto dei miei genitori. Proprio io, che non mi sono mai sentito a casa in nessun luogo, tranne che nel tuo abbraccio.

Cercavo solo un amico con cui condividere la fetta più grande della mia torta di compleanno. Cercavo solo una persona con cui condividere la mia solitudine. Alla fine, però, mi hai trovato tu per primo. Non mi hai mai aspettato, sin dall'inizio. Eri così invadente, nei modi, nei gesti, nelle parole. Pensavo che fossi strano, uno strano ragazzo col sorriso da bambino e i capelli più blu che avessi mai visto... che idiota che sono stato. Mi ero già innamorato di te.

E adesso anche la carta lo sa.
Conosce tutti i miei segreti.
Forse un giorno li dirò anche a te.









«Jungoo».
Profumo di lavanda. Orribile. Nauseante.
No, no, no. Confortevole. Dolce.
Profumo di mamma.
«Jungoo, svegliati».
La voce di mia madre mi sussurrava all'orecchio. Il suo respiro caldo mi solleticava le tempie a ogni sillaba.

𝐑𝐀𝐏𝐒𝐎𝐃𝐈𝐀 𝐈𝐍 𝐁𝐋𝐔 ⁺ ᵗᵃᵉᵏᵒᵒᵏDove le storie prendono vita. Scoprilo ora