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nei media: lights are on but nobody's home❗️ANGST WARNING: questo capitolo di Rapsodia in Blu contiene scene forti che potrebbero urtare la sensibilità di persone che soffrono di depressione, attacchi di panico, ptsd o altri disturbi psicologici. Mi scuso in anticipo.
Falling down and
over again す宛ゆアヒ
MAMORI TAIDi quella sera ricordo nitidamente poche cose. La prima sono le luci psichedeliche dai colori elettrici, violenti. Ci sfioravano i vestiti che nascondevano i nostri corpi adolescenti, ancora immaturi, stretti l'uno contro l'altro, appiccicati contro i tessuti scadenti delle nostre t-shirt e dei nostri skinny jeans tutti uguali. Ricordo la folla intorno a me, centinaia di ragazzi immersi nel blu, rosso, verde e viola, come gli elementi astratti e informi di un quadro post-moderno. Ricordo il retrogusto amaro del cocktail che avevo buttato giù e il bruciore insopportabile che sentivo alla bocca dello stomaco. Il profumo dolce di Yerin che ballava al mio fianco m'investiva ogni volta che agitava i capelli a ritmo di musica. Profumo di caramella, o forse di vaniglia, che mi faceva girare la testa.
Pensai che fosse molto diverso dal profumo di Taehyung, e mentre ballavamo continuai a chiedermi perché per me non fosse altrettanto attraente, perché non provassi anche con lei l'insormontabile necessità di immergere il naso tra i suoi capelli e inspirare a pieni polmoni.Ero un'ape cieca. Orbitavo soltanto attorno al mio fiore prediletto.
Eppure Yerin era bella, tanto bella da far male. Un corpo a metà tra quello di una ragazza e quello di una donna, grandi occhi d'ossidiana che brillavano come lucciole nella notte, e una bocca di rosa, piccola e piena come un bocciolo, che quando rideva la faceva sembrare una bambina. Avevo notato molti occhi puntati su di lei, alcuni lascivi, invadenti, gelosi, altri incuriositi, soggiogati dalle sue movenze di sirena in quell'oceano umano che era il locale in cui ci eravamo rintanati, come animali in gabbia che reclamano la propria libertà.
Una libertà bugiarda, che solo di notte si concedeva a ragazzi come noi. Una libertà che ci avrebbe lasciati soli al mattino, come cani abbandonati sul ciglio della strada, con le nostre sbronze e un mal di testa che è niente in confronto al dolore di una tristezza immutata, rigonfia, zuppa di solitudine.
Una libertà che mai avevo assaporato in tutta la mia vita come quella sera, in un locale qualunque di Busan, stretto tra corpi a me sconosciuti.
E non ebbi paura. Per la prima volta quel mostro che mi abitava il petto non mi divorava il cuore. Non riuscivo a credere che fossi davvero io quel ragazzo che si dondolava nel buio, pur timidamente, in mezzo alla folla.Yerin ballava con me. Ricordo la sua risata soffocata dalla musica assordante, le sue guance arrossate dall'alcol, il sudore che le imperlava la fronte e quello sguardo vispo che tante - oh, così tante - volte avevo visto posarsi su Taehyung, seduto sul divanetto, con lo sguardo perso nel bicchiere ancora mezzo pieno che teneva distrattamente tra le mani. In quel momento, con le spalle ricurve e i gomiti poggiati sulle ginocchia, mi parve più indifeso che mai.
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𝐑𝐀𝐏𝐒𝐎𝐃𝐈𝐀 𝐈𝐍 𝐁𝐋𝐔 ⁺ ᵗᵃᵉᵏᵒᵒᵏ
Fanfiction🌊 𝗍𝖺𝖾𝗄𝗈𝗈𝗄 ، 푸른 Jeon Jungkook è sempre stato il primo della classe, lo studente prodigioso che eccelle in tutto, dalla matematica agli sport. Durante l'ultimo anno di superiori la sua concentrazione subisce un brusco calo, compromettendo i...