Capitolo 11

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Diciamo che, dopo quella festa e la chiacchierata con le mie amiche, avevo scelto di seguire una soluzione a me più comoda, e per certi versi anche la più facile.... la più totale assenza di voglia di affrontare la cosa, con successivo sotterramento della questione, nell'angolo più recondito della mia mente....

Avevo già in testa cosa dire o per meglio dire, cosa non dire a Derek nel momento in cui ci saremmo visti o sentiti per telefono, ma mai mi sarei aspettata che fosse lui stesso, a non dare peso alla cosa..

Infatti quando il lunedì successivo mi è venuto a portare la colazione davanti al posto di lavoro, sorridendomi come se niente fosse successo, quasi credevo di avere delle allucinazioni...

Forse era troppo ubriaco per ricordasene ?? Questa spiegazione potrebbe anche reggere, se non fosse che mi ha poi chiesto se doveva portare qualcosa il giorno del Ringraziamento a casa dai miei, che fra l'altro non ho ancora avvertito, porca di quella miseriaccia... già immagino tutti i commenti scemi dei miei fratelli, e mio padre che lancerà saette dagli occhi ogni tre per due... oddio per non parlare di mia madre che lo tempesterà di domande inopportune, facendomi venire la voglia di sprofondare nel pavimento e ritrovarmi in Burundi a zappare la terra e correre insieme alle gazzelle !!!

Oppure forse vuole semplicemente ignorare l'accaduto, perché lo infastidisce.... Oppure.....

- Pronto ?? Terra chiama Kristal !!!! Hai portato le orecchie al lavoro oggi ??? - quasi salto sul posto, quando Alex mi urla all'orecchio con un tono di voce che potrebbe spaccare perfino i vetri. Aspetto che il timpano smetta di fischiare prima di guardarlo in cagnesco

- Che c'è ?? - domando quasi abbagliando, lasciandolo a bocca aperta, cosa che dura però solo pochi secondi, dato che roteando gli occhi si appresta a rispondermi per le rime

- Mi scusi sua maestà, se la sto interrompendo da quello che sono sicuro sia un pensiero molto profondo e importante, però devi andare in fabbrica a controllare la qualità del nuovo gloss che uscirà per Natale, e quando dico ora, intendo che dovevi essere già lì dieci minuti fa - appena lo dice, una lampadina mi si accende in testa, e scatto in piedi come una molla

- Cazzo - dico semplicemente, afferrando la borsa e correndo verso l'ascensore, tutto sotto gli occhi dei miei colleghi, che già so cominceranno a parlottare di me alle mie spalle....

Purtroppo quando si avvicinano le feste di Natale, qui comincia ad essere un casino, da quanto ho potuto costatare, quindi non ci sono ma che tengano, o sei su un letto di ospedale in fin di vita, o devi farti il mazzo tre volte tanto il normale, per riuscire a stare dietro a tutto, quindi i miei problemi d'amore aspetteranno.... Un momento.... Ho appena detto "amore" ??

- Ok Kri, sei al lavoro adesso, pensa al casino che è la tua vita, più tardi - e detto questo salgo sull'ascensore e pigio il tasto per scendere al piano terra, continuando ad osservare l'ora sul mio telefono, mentre la musichetta intorno a me, sparata ad un volume irritante, mi sta facendo venire i nervi.

Come se non bastasse, l'ascensore si ferma al quinto piano, fermando la mia corsa. Lo sapevo, dovevo prendere le scale... sarei arrivata grondante di sudore, ma almeno ci avrei impiegato meno tempo...

Appena le porte si aprono, rimango a bocca aperta per chi ho difronte....

Un uomo che non avevo mai visto prima d'ora, mi si para davanti in tutto il suo splendore. Sulla trentina o giù di lì, capelli corti castani un po' mossi, occhi di un verde chiaro che sembra quasi innaturale, il viso cesellato con un accenno di barba, vestito di tutto punto, come di consueto qui dentro.... A parte Alex tutti gli uomini, che lavorano in quest'edificio, sono sempre in giacca e cravatta, come pronti ad andare ad una sfilata di alta moda.

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