𝟲

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Facevo rapine ai figli di papi per portare medicinali a mami
Dimmi, come sta? Baby, come sta
Non ha più rapporti coi suoi familiari
Per colpa dei suoi assistenti sociali
Ma come si fa? Ero solo un bambino in mezzo a tutto 'sto casino
[3 occhi - Baby Gang feat. Il Ghost]

Lecco (Lc)

Sento il telefono vibrare dalla tasca dei jeans e lo prendo sbloccandolo agitata, perché sto diventando così patetica?
Non sono abituata a certe situazioni.

Zaccaria
Sono sotto, sbrigati bambolina.

Faccio un respiro e dopo essermi accertata di aver chiuso a chiave la porta di casa scendo cercando la macchina di Zaccaria.

Non mi è difficile trovarlo, visto che come sempre ha la musica al massimo volume.
È appoggiato sul cruscotto intento a fumare una sigaretta, mi avvicino di soppiatto approfittando del buio e decido di farlo spaventare con un urlo.

Gli cade a terra la sigaretta ormai quasi del tutto consumata ed inizia ad imprecare in qualche lingua già sentita.

-Buonasera anche a te stronzetta. Grazie per la tenera sorpresa.- mi rivolge un sorrisetto falso e gli rispondo con un brutto gesto della mano.

-Avanti, sali.- lo assecondo e mi accomodo sul sedile.

-Inizia a guidare veloce e ti ritrovi con un braccio rotto Zaccaria. Sei avvisato.- gli dico con finto tono autoritario.

-Non ti prometto nulla, ragazzina.- mi appoggia una mano sulla coscia e gliela spingo subito via, il ragazzo scuote la testa e ridacchia.

-Vedo che non sei una facile, per questo mi piaci ragazza.-

-Lo hai capito solo adesso, Zaccaria?- mi giro per guardarlo meglio, non ne ho ancora avuto il tempo.

È vestito completamente di nero come al solito, i capelli sono ricoperti da gel e al collo tiene sempre la sua catenina.
Mi rigiro per non dare troppo nell'occhio e gli chiedo dove mi sta portando.

-Ti porto a casa mia, prima però devo andare da un cliente, mi resta ancora della roba da vendere.-

Dopo qualche minuto ricco di provocazioni ed insulti ci fermiamo in un vicolo, Zaccaria da della roba ad un ragazzo e dopo ci rimettiamo in viaggio verso Lecco.

-Hai cucinato tu?- mi giro con tutto il corpo sul sedile per guardarlo meglio ed aspetto una sua risposta.

-Certo, cosa fai bimba, mi sottovaluti per caso?-

-Se devo essere sincera, non ci credo che sai cucinare con quella faccia.- giro la testa per non far vedere al ragazzo che sto trattenendo le risate ma è troppo furbo.

Mi pizzica un fianco con la mano e scoppio a ridere.

-Sai, sei più carina quando ridi, peccato che non lo fai spesso.- Zaccaria si ferma e spegne la macchina, mi rendo conto dopo che siamo arrivati.

Scendiamo e mi guida verso il suo palazzo. Sembra vecchio e rovinato, un po' come il mio.

Con fare teatrale mi fa accomodare nel suo piccolo appartamento.
È piccolo ma accogliente, le pareti sono di un rosso scuro con qualche foto che lo ritrae insieme ad altre persone.

-Quelli sono i miei fratelli.- mi scopre vedere le foto ed inizia a spiegarmi chi sono i soggetti.

-Vieni in cucina, indovina dall'odore cosa ho cucinato.- mi copre improvvisamente gli occhi con le mani e mi fa avvicinare alla cucina.

Rischiamo di andare a sbattere per tutta la casa quando finalmente mi avvicina qualcosa al naso accertandosi che non sto spiando.

Improvvisamente un odore di lasagne mi pervade e non mi trattengo più.

-Lasagne!- apro gli occhi e mi sciolgo, se si parla di lasagne non capisco più nulla. -Chi ti ha detto che mi piacciono?-

-Non dimenticarti che ho le mie fonti, zucchero filato.- mi prende per mano e mi fa accomodare al tavolo, poi si mette davanti a me e mi porge il piatto.

Mi versa un bicchiere di vino bianco e dopo averlo fatto scontrare con il suo facciamo un lungo sorso.
Non sopportando più la fame mangio un pezzo di lasagna e non ci posso credere.

-Zaccaria sono buonissime, dove diavolo hai imparato?-

Il ragazzo sorride vantandosi ed inizia a raccontarmi una parte della sua vita, ed io finalmente non sento più problemi sulle spalle.

-Da piccolo ero sempre a casa da solo con i miei fratelli perché mamma lavorava, quindi ho iniziato ad adattarmi cucinando seguendo il libro di ricette della vicina.-

Lo osservo e lo ascolto incantata tanto da dimenticarmi del piatto sotto di me.
Ricomincio a mangiare.

-Poi ho iniziato a mettermi in brutti giri, da piccole rapine a spaccio. Ci sono ancora dentro, purtroppo.-

La sua espressione si incupisce improvvisamente e gli prendo la mano sopra il tavolo stringendola forte, delle parole sarebbero inutili e lo so benissimo.

-Invece parlami di te, so veramente poco.-
Mi porto una ciocca di capelli dietro l'orecchio e dopo averci riflettuto decido di aprirmi completamente a lui, ho bisogno di sfogarmi.

Gli racconto di quando ero bambina, dei miei genitori, delle persone che mi hanno tradita, delle gare, di Andre.
Quando parlo di quest'ultimo alza gli occhi al cielo senza cercare di nasconderlo.

-Quello mi sta proprio sul culo, pensa di comandarti.-

Sospiro e cerco di mettere in chiaro le cose.

-Senza Andrea non sarei qua oggi, mi ha salvata dalla merda letteralmente. Tiene semplicemente a me come io tengo a lui.-

-Dagli occhi con cui ti guarda sembrerebbe altro...-

-E con quali occhi mi guarderebbe, sentiamo.-

Zaccaria si alza dalla sedia, si avvicina a me appoggiandosi sul bordo del tavolo. Poi mi prende il mento facendo combaciare i nostri sguardi.

-Con gli stessi occhi con cui ti guardo io.-
Avvicina sempre di più il viso con il mio e quando mi sta per baciare sposto il viso.

-Non così in fretta, Baby Gang.-

-Non sono uno che si arrende bambolina, dovresti averlo già capito.-

Restiamo ancora un po' a parlare e scherzare quando si fa mezzanotte e mi riaccompagna a casa.
Faccio per salutarlo ma mi blocca.

-Senti Sara, so la situazione economica in cui ti trovi, perché è lo stesso per me. Quindi pensa bene alla proposta di Mohamed, dillo anche al tuo amichetto Andrea.-

Annuisco e faccio scorrere i miei occhi su ogni parte del suo viso.
Gli lascio un bacio sulla guancia e scappo via.

Salgo nel palazzo, faccio per aprire la porta ma è già spalancata.
Prendo il coltello dalla borsa avvicinandomi ispezionando ogni angolo della casa, sembra non esserci nessuno ma il salotto si trova tutto sotto sopra.

Poi una scritta in rosso sul muro.

I DEBITI SI SALDANO.

Ride or die ; 𝗕𝗮𝗯𝘆 𝗚𝗮𝗻𝗴Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora